17 marzo
EFFEMERIDI C.Ss.R = * Le opere spirituali di S. Alfonso.
* Le opere spirituali di S. Alfonso.
Le opere spirituali Di S. Alfonso sono un sistema completo di dottrina e di metodi della vita di perfezione. Hanno una impronta particolare, una caratteristica speciale. La nota principale della spiritualità di S. Alfonso consiste nell’essere dotata di grande penetrazione del pensiero delle verità eterne, della predominanza dell’elemento ascetico sull’elemento mistico, la subordinazione dell’insieme delle diverse parti alla grande “legge dell’amore”.
Questo amore, nel santo Dottore, si mostra nel dono totale di sé a Dio; si manifesta con la conformità della volontà umana alla volontà divina; ha, come grandi motivi, il culto della meditazione, della preghiera, della devozione verso la Santa Vergine, la lotta contro la tiepidezza e contro le tentazioni, la fuga dell’occasione, la preoccupazione della perseveranza.
(La vie spirituelle, ascétique et mystique, juin 1927, p. 139)
Il P. Berruti, Superiore generale dei napoletani, nella sua opera “Lo Spirito di S. Alfonso”, osserva «che S. Alfonso ebbe in mira di scrivere per i dotti e per gl’ignoranti. I dotti senza dubbio si compiacciono di avere i testi latini, perché su di essi possono fare le loro riflessioni, e servirsene nel loro modo di esprimersi, qualora vogliano, o debbano comunicare agli altri le verità della fede e i documenti della morale cristiana e religiosa. Gl’ignoranti niun detrimento vengono a soffrire, trovando le dette citazioni o spiegate, o parafrasate dall’autore medesimo. Si aggiunge, che Alfonso si propose di rendersi utile a tutti senza grossi volumi.
Quindi coi suoi testi ha formato un tessuto semplice ed ingegnoso, concatenato con ordine e varietà, con chiarezza e con forza: inoltre egli ne deduce i suoi ragionamenti, le sue riflessioni, i suoi affetti, le sue preghiere, e spesse volte quegli slanci, che sono affatto propri del suo cuore innamorato della virtù e nemico acerrimo del vizio.
Tale è stato il metodo di questo santo nel suo scrivere, per cui ha evitato la monotonia di un lungo discorso, ed ha giovato mirabilmente ad ogni classe di persone. Dirò pertanto a chicchessia: Gustate, et videte: spiritus et vita sunt.»
Lo Spirito di S. Alfonso M. de Liguori, 3° ed.,Prato, 1896, p.237.
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IN MEMORIAM
Fr. Innocent (Guillaume) Valence, 1878.
Fratello Innocent nacque nel 1819 a Latour (Belgio). Nella Congregazione esercitò l’ufficio di guardarobiere, sarto e giardiniere. Fu malato per molti anni. Era un religioso dedito alla preghiera, e si preparava da lunghi anni alla morte. Morì quasi all’improvviso; riprese i sensi solo per ricevere l’Estrema Unzione. – «Juxta est Dominus his qui tribulato sunt corde». Lc. 33,19.
Professione: 12 giugno 1860.
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Fr. Théophile (Jean Richert). Cauquenes, 1897.
Fratello Théophile è nato il 27 marzo 1839 a Marlenheim, diocesi di Strasburgo. Dopo la professione religiosa, i superiori lo assegnarono in America. Nelle case ove esercitò il suo zelo, rese grandi opere come architetto, falegname, agricoltore.
La virtù caratteristica di Fratello Théophile fu una dedizione sconfinata per il bene delle nostre comunità, si sacrificava con gioia per compiere gli impegni più faticosi e più umili. Beneficiarono del suo entusiasmo al lavoro e della sua abilità le case di Riobamba, Santiago, e infine Cauquenes.
L’ultimo suo lavoro fu la costruzione del convento e della chiesa di Cauquenes che aveva intrapreso d’accordo con il fratello Hubert Boulangeot.
Una forte dissenteria lo indebolì, seguirono crisi di asfissia …. Nonostante questo malessere, Fratello Théophile voleva seguire gli esercizi della comunità, ma Dio stimò che era pronta la corona per il cielo.
Era un uomo di preghiera e nei momenti liberi si deliziava leggere la Storia universale della Chiesa di Rohrbacher. Ci ha lasciato il ricordo di un religioso umile e devoto alla Congregazione. – «Omnia opera ejus in fide». Ps. 32,4.
Professione: 11 maggio 1862.
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P. Xavier Hauger. Bischenberg, 1913.
Il P. Hauger nacque a Landser il 5 maggio 1848 ed entrò nel noviziato all’età di sedici anni. Dopo essere stato professore ad Uvrier per 15 anni, si consacrò al ministero delle missioni in Savoia, e trascorse gli ultimi 18 anni della sua vita nel convento di Bischenberg.
Le sue capacità lo indicarono ai superiori per l’incarico di cronista. Vi mise tutto lo slancio e compì questo impiego con un’esattezza minuziosa e grande amore per la Congregazione.
Quando i superiori gli proponevano di sollevarlo da questo lavoro, rispondeva con l’accento che gli era proprio: «Volete dunque uccidermi?».
Come religioso, il P. Hauger aveva amore per la regolarità. Per amore di carità e per suscitare la giovialità in comunità si lasciava facilmente prendere in giro senza conservare rancore. Parere unanime dei confratelli: il P. Hauger praticò eminentemente la pietà, lo spirito di preghiera, l’odio al peccato fino alla delicatezza di coscienza; viveva in un’atmosfera soprannaturale, che gli faceva metter in pratica le parole di S. Paolo: “Vivo ego, jam non ego, vivit vero in me Christus”.
Alla fine della vita subì una dolorosa operazione con pazienza inalterabile; si spense serenamente. Era la morte fiduciosa del giusto, eco di una vita improntata alla santità. – «Et folium ejus non defluet». Ps. 1.
Professione: 21 giugno 1866.
Ordinazione sacerdotale: 25 maggio 1872.
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Fr. Gérard Knockaert. Mouscron, 1929.
Nato a Courtrai (Belgio) il 16 giugno 1845, Gustave Knockaert, diligente a scuola e poi ai corsi di disegno dell’accademia di Courtrai, realizzò l’ideale dello scolaro e dello studente impegnato nel lavoro.
Entrato in Congregazione verso il 1865, Gustave portò, insieme a una buona formazione nell’arte di falegnameria e di scultore, uno spirito serio e calmo, un’anima piena di ardore per il lavoro manuale e per la santificazione.
Suo zio, Fr. Edouard, l’aveva preceduto in Congregazione da qualche anno; così, dall’anno 1865, iniziò tra zio e nipote una profonda e santa comunione di esistenza, vissuta per 45 anni al servizio delle nostre case.
La loro falegnameria era un vero oratorio. Preghiere, giaculatorie, Ave Maria, sgorgavano dal cuore o dalle labbra dei due operai senza interruzione. Le grida “Gesù, amore mio! Maria, mia speranza!” ripetute alternativamente dallo zio e nipote, fra le altre preghiere e giaculatorie formavano una catena di oro che univa le loro anime e, dal lavoro dell’officina, si levavano fino al cielo.
Il P. Desurmont propose a Fr. Gérard lo studio, ma questi non si sentiva attratto che dal servire umilmente la Congregazione nell’ufficio di architetto. Da quando emise i voti, nel 1874, rese con lo zio, Fr. Edouard, i più grandi servizi alla cara Famiglia religiosa.
Fino al 1880, le case di Gannat, Saint-Nicolas-du-Port, e Paris, vedono impegnati i nostri due fratelli. Nel 1880 in poi, saranno le case di Oosterhout, Geleen, Stratum, Dongen e l’educandato di Uvrier, in Olanda, che li vedranno impegnati per sistemare i rifugi per i novizi e studenti cacciati dai decreti di espulsione contro i religiosi.
Una parentesi durante la persecuzione impegnò Fr. Gérard ad Antony nella costruzione di una vasta casa destinata al noviziato e a residenza del P. Provinciale, poi a Thury-en-Valois per preparare la futura casa degli studenti che lasciavano Dongen.
Questo è il periodo glorioso, non meno fecondo, che ha meritato a Fr. Gérard il giusto nome di architetto della Madonna del Perpetuo Soccorso. Accadde alternatamente con la chiesa dei nostri Padri a Madrid, stimata una delle più belle della capitale; con quella di Paris-Mènilmontant, magnifica per la bellezza artistica e l’audacia inspirata delle sue linee; con quella di Mulhouse, di Sables d’Olonne e con quella di Santiago ammirata da tutto il paese.
Poi iniziò il restauro e l’ampliamento della chiesa di S. Alfonso a Roma, la costruzione della casa presso la chiesa di S. Gioacchino.
Leone XIII lo fece venire per fare la perizia del Laterano. Più di venti volte è stato chiamato a Roma dai superiori. Infine sono le Redentoriste di Scala, di Saint-Amand, di Wargnies, di Namur che ricorrono al suo talento, e anche numerose comunità esterne alla Congregazione.
Nel 1903, innalza a Mouscron in onore di S. Gerardo, suo patrono, l’educandato della Provincia di Parigi ed è ancora ai giovanissimi della Congregazione che consacra gli ultimi giorni della vita.
Fr. Gérard fu il vero religioso Redentorista, discepolo di S. Alfonso e devoto alla Regola. In particolare, nei suoi propositi vi era la premura di avanzare ogni giorno nella filiale devozione verso la SS.ma Vergine, fino alla morte. Maria lo guidava all’amore del Santissimo Sacramento. «Devo lavorare per Lui e non per vana gloria». La domenica era per lui il giorno della preghiera nell’oratorio; pregava in ginocchio senza muoversi.
Rimandava le occupazioni piuttosto che sorvolare o abolire la preghiera. Le sue intenzioni erano innumerevoli: la Chiesa, la Congregazione, le anime, il Papa, i superiori, le missioni, i confratelli.
Finché egli visse scomparve sempre dietro suo zio che chiamava:”il padrone”. La sua carità era generosa, delicata, illuminata, dolce e paziente con le maestranze ed operai. E in questo lavorio di vita interiore, Fr. Gérard praticò spesso in maniera eroica la virtù, senza che alcuno intorno a lui se ne accorgesse. Subì gravi prove interiori e i superiori dovettero metterlo in guardia contro le inquietudini e spingerlo a riposarsi tranquillamente in Dio.
Dopo 63 anni trascorsi al servizio della Congregazione, improvvisamente fu colpito da un male, che lo inchiodò in croce per dieci giorni con vive sofferenze. Il caro fratello mostrò ampiamente a tutti quali tesori di virtù e di grazia gli aveva fatto acquisire la sua lunga vita di abnegazione, di lavoro e di preghiera.
Con sentimenti di riconoscenza per la vocazione, di perfetta conformità alla volontà di Dio, con continue preghiere alla SS.ma Vergine, al suo buon “Maestro”, consumò il sacrificio poco dopo l’angelus del mezzogiorno. Ricevette allora, ne siamo certi, la ricompensa della sua eroica fedeltà alla grazia della vocazione religiosa nella Congregazione. – «Domine, dilexi decorem domus tuae, et locum habitationis tuae». Ps.25.
Professione: 1° maggio 1874.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |