16 maggio
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1830. Pio VIII e il Decreto di canonizzazione di S. Alfonso.
1830. Pio VIII e il Decreto di canonizzazione di S. Alfonso.
Il Papa scelse per questo importante atto, come dice il decreto: «la quinta domenica dopo Pasqua, il periodo in cui Nostro Signore, apparendo ai suoi discepoli, ordinò loro di insegnare a tutte le nazioni, precetto che il Beato Alfonso ha fatto suo in tutta la vita».
In questo giorno alla presenza dei cardinali, Sua Santità pronunciò «che si poteva procedere con certezza alla canonizzazione solenne del Beato Alfonso de Liguori.
Ahimé! Questa solennità si fece attendere dieci anni. Due mesi dopo il decreto, nel luglio 1830 scoppiò a Parigi la rivoluzione e mise a fuoco l’Europa».
Berthe. Vie de S. Alphonse, II. 678.
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IN MEMORIAM
P. Victor Grandjean. Gannat, 1893.
Il P. Victor Grandjean fu un figlio prediletto della Congregazione. Nato a Neunkirch-les-Sarreguemines, diocesi di Metz, il 25 gennaio 1865, dopo la Prima Comunione fu ammesso all’Aspirantato; manifestò un temperamento gioviale, un cuore caritatevole, uno spirito retto, una sensibilità non comune, un talento oratorio notevole e un attaccamento irremovibile alla Congregazione.
Durante gli studi teologici a Dongen contrasse una pleurite. Ordinato sacerdote fu inviato a Gannat per ristabilirsi. Là, volle vivere nell’oblio completo dal mondo.
Morì, come aveva desiderato, durante il mese di Maria, all’età di ventinove anni. Questa giovane vittima, che per tre anni ha immolato la sua giovinezza e i suoi talenti a favore delle anime, è degno del nostro ricordo e della nostra imitazione, come il valoroso missionario che cade sul campo dell’onore. – «Consummatus in brevi explevit tempora multa». Sap 4,13.
Professione: 24 settembre 1885.
Ordinazione sacerdotale: 31 agosto 1890.
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P. Louis Prouvost. Montauban, 1894.
Il P. Louis Prouvost nacque a Roubaix il 6 gennaio 1817 da una famiglia fondamentalmente cristiana che aveva conservato le tradizioni di pietà degli antenati.
Era estremamente vivace, ardente, impetuoso. Fin dall’età di sette anni aveva dato prova di ferrea volontà e indomabile energia che poi lo farà divenire intrepido missionario. Da giovane aveva un cuore d’oro e una testa di bronzo; i compagni lo chiamavano il “piccolo generale”.
La mamma, affidando Louis alle maestre, aveva detto loro: «Ve lo affido non perché ne facciate un sapiente, ma soprattutto perché mi aiutiate a farne un santo».
Fece gli studi nel collegio di Tourcoing trasferito temporaneamente a Mouscron a causa della rivoluzione del 1830.
Alla vista dei poveri e della miseria spirituale ebbe l’idea di farsi sacerdote. Nel 1846 entrò a Parigi dai Padri dello Spirito Santo per divenire missionario. Ordinato sacerdote cadde gravemente ammalato e rientrò in famiglia. Nominato vicario a Flaches (Nord) in accordo con il parroco costruì una chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù, la prima nella diocesi di Lille, poi divenne parroco di Thumesnil. Aveva però bisogno di un campo di azione più vasto. Avendo conosciuto i Redentoristi chiese di entrare nella Congregazione e nel 1859 partì per il noviziato di Saint-Trond (Belgio).
Il P. Prouvost fu, dal punto di vista umano, innanzitutto un uomo di carattere; dal punto di vista spirituale un uomo di fede profonda, di preghiera e meditazione, missionario nel vero senso della parola. Dio sa quanto impegno riponeva in missione per attirare e convertire le anime; aveva grande fiducia nel ministero e questa confidenza soprannaturale faceva parte della sua forza. Pochi missionari impegnavano tanto tempo nel preparare come lui ciò che doveva dire al popolo. Nella vecchiaia ritoccava ancora le istruzioni cercando nuovi esempi, nuove idee e nuovi slanci oratori. Le sue prediche erano tanto coinvolgenti che non mancavano mai di portare frutto. Il Nord, il Pas-de Calais, la Normandie , la Drome hanno beneficiato del suo zelo di apostolo.
Come superiore sapeva fondere in uguale misura fermezza e bontà. Sotto una scorza che a volte poteva sembrare rude, aveva un cuore di mamma. Sapeva congiungere preghiera e azione: così ha confidato: “Non sono mai tanto unito a Dio come in missione”.
Se l’amore della croce era sempre stata la virtù del P. Prouvost durante la vita lo fu ancora di più negli ultimi anni di vita. “Sono entrato in religione con l’intento di regalarmi molte croci; confesso che non mi sono mai mancate, ma lontane da me il rigettarle, benedico Dio e confido sempre di più in Maria”.
Il 4 febbraio 1894 andando a piedi alla stazione di Montauban per prendere il treno, sulla piazza della cattedrale, inciampò contro una panchina. Una piaga si formò sotto il ginocchio, ma non vi fece caso, prese il treno e qualche giorno dopo ritornò a Montauban. Da quel momento il Padre non cessò di soffrire. Attaccato dalla malattia, il P. Prouvost intuì la sua prossima fine. Non potette più celebrare la messa. Un giorno che si sentiva meglio e si preparava a celebrare fu preso da vertigini, si afflosciò e spirò tra le braccia del fratello che lo assisteva. – «Ego autem libentissime impendam et superimpendar ipse pro animabus vestris». 2 Cor 12,15.
Professione: 15 ottobre 1860.
Ordinazione sacerdotale: 10 febbraio 1847.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |