14 dicembre
EFFEMERIDI C.Ss.R – * «Riportiamo tutto a Dio».
* «Riportiamo tutto a Dio».
Il P. Neubert riferisce che da giovane studente, incontrando più di una volta il Padre Passerat, questi gli chiedeva: «A cosa pensi?». – «Non penso a niente». E allora lo sgridava sorridendo: «Pensa a Dio, a Gesù, a Maria, alla tua anima, all’eternità».
Scriveva il Padre Passerat: «Voler pensare sempre a Dio, è impossibile, bisognerebbe avere, quattro teste, come disse Rodriguez: essere raccolto significa pensare a far bene tutto ciò che si fa; è rapportare tutto a Dio attraverso Nostro Signore Gesù Cristo.
Dice san Paolo “Sia che mangiate, sia che beviate, qualunque cosa facciate, fate tutto per la gloria di Dio”. – Perché un’azione sia ben fatta, bisogna farla nel tempo, nel luogo stabilito, e nel modo in cui Dio vuole che sia fatta. Occorre che sia fatta con tranquillità di anima, senza precipitazione, senza trascuratezza… Dobbiamo lavorare, pregare come se un angelo aspettasse il nostro lavoro o la nostra preghiera per portarli alla Santissima Trinità, o come se dovessimo morire subito dopo».
– «Facciamo il contrario del mondo dove per esprimere che una cosa è fatta male si dice “La facciamo per misericordia di Dio!” – Noi, facciamo le nostre azioni quanto più perfettamente possiamo; e così dimostriamo che stiamo lavorando realmente per l’amore di Dio».
Conferenze, passim.
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IN MEMORIAM
Fr. Siméon. (Aimé-Binet). Esschen (Belgio) 1910.
Il caro Fratello Siméon è nato a Willeman (Pas-de-Calais) il 18 febbraio 1851, in una di quelle famiglie robuste e coraggiose di coltivatori che conservano e trasmettono ai loro discendenti le tradizioni religiose dei tempi antichi.
Fin dalla giovane età, la preghiera e l’imitazione di Gesù Cristo erano le sue delizie. Il P. Jules Duhamel, che predicava la missione nella sua parrocchia, fu lo strumento di cui Dio si servì per mostrargli la via a cui era chiamato.
Dopo la professione religiosa, i superiori posero Fratello Siméon ad aiutare il P. Sandrard a Dunkerque, rimasto solo in casa a causa delle espulsioni del 1880.
Si dedicò al Padre Duhamel per ventisei anni, poi nel 1906 fu richiamato ad Esschen, alla casa di studi degli studenti francesi esiliati in Belgio e ad accudire il P. Henri Payen che era diventato cieco.
Dopo otto mesi, una leggera imprudenza gli occasionò una malattia da cui non recuperò più. Secondo lui, non aveva che prendere il biglietto per l’eternità e salire sul treno.
Il Fratello Siméon era di carattere franco e retto, aperto e di natura ardente. Di giudizio talvolta molto fermo, sapeva piegarsi al giogo dell’ubbidienza.
Malgrado apparenze contrarie, era dotato di grande delicatezza e bontà di cuore, di ammirevole spirito di fede e di preghiera. Era un uomo del dovere, di virtù austera, un modello di lavoro e di dedizione. Sempre all’opera, bisognava spesso moderarlo nel lavoro.
Morì santamente, un mercoledì, giorno che gli era caro a causa della sua grande devozione a san Giuseppe. – «Laetetur cor quaerentium Dominum». Sal. 104.
Professione: 15 agosto 1881.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |