Memoriale 13 luglio

13 luglio
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1730. La vacanza di Sant’Alfonso ad Amalfi e il suo futuro destino.

1730. La vacanza di Sant’Alfonso ad Amalfi e il suo futuro destino.

Alfonso era missionario di Propaganda, ed aveva già una sola preoccupazione: portare la grazia della Parola di Dio alle povere anime.
Dopo tre faticose missioni cadde in un tale stato di stanchezza e di debilitazione che i confratelli gli consigliarono di recarsi a respirare per qualche tempo l’aria salubre della campagna per recuperare le forze. Nel giorno stabilito, insieme a cinque compagni di Propaganda – Mazzini, Mandarini, Panza, Jorio e Porpora – si imbarcò per Amalfi.
Ma una violenta tempesta li scagliò sulla costa di Minori, dove dovettero aspettare la calma per riguadagnare Amalfi.
Qui, presso l’arcivescovo, trovarono per caso il vicario generale di Scala che li incoraggiò fortemente a stabilirsi per la loro vacanza a Santa Maria dei Monti sulle alture di Scala. Disse loro: «Troverete un’abitazione adatta, accanto ad una cappella dove potrete custodire il Santissimo Sacramento, e vivere come in un eremitaggio. Di più, nel recupero della vostra salute, farete un immenso favore ai poveri caprai che, su questa montagna deserta, sono pressappoco privi di ogni soccorso spirituale».
Raggiunto l’altopiano dove sorgeva questa cappella, i sei missionari stupiti credettero di avere trovato il paradiso terrestre. I campagnoli ed i caprai, avendo appreso l’arrivo di un drappello di missionari in mezzo a loro, accorsero alla cappella.
Alfonso li accolse gentilmente, e presto si rese conto che questi poveri derelitti non sapevano molto di più delle mandrie che avevano in custodia.
Alfonso li istruì, li confessò e la villeggiatura si trasformò in una lunga e continua missione. Lo stato penoso dei caprai sparsi in questi dintorni fu per lui una vera rivelazione. Si chiedeva: «Perché dei missionari zelanti non andavano attraverso le campagne, sugli altopiani delle montagne, per le rive del mare, ad istruire e convertire queste povere anime? ».
La voce, le chiamate misteriose che gli ispiravano le riflessioni, non tardarono a rivelargli perché la Provvidenza l’aveva condotto a Santa Maria dei Monti fra i caprai della montagna. Alla fine di luglio Sant’Alfonso tornò a Napoli. Non sospettava che in questa città, presto Dio gli avrebbe rivelato i suoi futuri destini.
P. BERTHE. Vita di Sant’Alfonso, I, 69-70.

La chiesetta-romitorio di S. Maria dei Monti ai nostri giorni (raccolta Marrazzo).
Un dipinto che immagina Santa Maria dei Monti nel 1731 (il dipinto è nella Casa redentorista di Scala).

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IN MEMORIAM 

Rev.mo Padre Nicolas Mauron. Roma, 1893.
Quarto Superiore Provinciale della Provincia Gallo-Elvetico, 1851-1855. – Rettore Maggiore dal 1855 al 1893.

Nicolas Mauron nacque il 7 gennaio 1818, a Saint Sylvestre, in Svizzera. Frequentò, per disegno della Provvidenza, la scuola di San Silvestro a Friburgo da poco tempo affidata ai Redentoristi.
Il Ven. P. Passerat, Vicario generale della Congregazione transalpina, fu obbligato dalla persecuzione a chiedere asilo in Svizzera, e da poco si era stabilito a Valsainte. Ridotto all’indigenza, si vide costretto ad accettare per i suoi Padri di svolgere congiuntamente le funzioni di curato e di maestro.
Nicolas Mauron, cresciuto prima dai nostri Padri, in seguito studiò presso il collegio di Friburgo guidato dai Gesuiti, ma Dio lo chiamava alla Congregazione.
«I Liguorini – diceva uno dei suoi professori – hanno fatto una brillante conquista con Mauron, possiede un talento eminentemente pratico, renderà sicuramente un giorno grandi servizi al suo ordine».
Entrato nel noviziato all’età di diciotto anni, fu uno fra coloro in cui capacità e responsabilità superano il numero degli anni. Ebbe la gioia di avere per Padre Maestro il P. Czech, discepolo di San Clemente.
Ordinato sacerdote, diventò professore, preposto all’educazione religiosa e scientifica dei giovani confratelli.

Nel 1851 eletto Provinciale della Francia, si fece ammirare per il suo agire di grande vigore e dolcezza. Uno dei principali meriti fu l’essere acerrimo nemico del cattivo spirito del tempo ed incorruttibile sostenitore della povertà, semplicità, modestia religiosa. Eletto Rettore Maggiore al Capitolo generale del 1855 all’età di trentasette anni, governò con saggezza la Congregazione per trentotto anni.
Il suo successore il P. Mathias Raus diceva di lui: «Era un uomo del vecchio stampo, dotato di fede viva, pieno di spirito di Dio, compenetrato dal timore del Signore, di ferma speranza, continuamente applicato all’orazione, ed animato nelle opere dalla retta intenzione di piacere a Dio. Bramava solamente la gloria e l’amore di Gesù Cristo. Era  immagine fedele del nostro padre Sant’Alfonso, e come lui, figlio devotissimo  della Madonna».
Il Rev.mo P. Mauron ebbe la felicità di ricevere delle mani di Pio IX l’antica Immagine di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso e di propagarne il culto.
Lavorò  per incrementare la gloria di Sant’Alfonso a cui nel 1870 fu conferito il titolo di Dottore della Chiesa universale, e di riunire alla Congregazione le case del Regno di Napoli; si occupò poi della beatificazione del Venerabile Clemente Hofbauer, del Venerabile Gerardo Maiella, del Venerabile Padre Sarnelli e dell’introduzione della causa del Rmo P. Passerat.
Durante il Concilio Vaticano, la sua cella era come l’anticamera del Concilio, ed i vescovi più illustri si davano appuntamento. Sotto il suo generalato si costruirono la Villa Caserta e la chiesa Sant’Alfonso.

Quando fu eletto Generale, la Congregazione contava cinquecento religiosi, alla sua morte ne aveva tremila. La Congregazione si diffuse allora in Spagna, in Sudamerica, negli Stati Uniti, nel Canada, in Australia. Il P. Desurmont, Provinciale della Francia, diceva di lui: “Dopo Sant’Alfonso, il P. Mauron è forse, come superiore, l’uomo più completo che la Congregazione abbia posseduto“. Leone XIII diceva: “Quelli che consulto mi chiedono generalmente tempo per riflettere; il Padre Mauron mi chiede sempre tempo per pregare”.
Il Rmo P. Mauron morì all’età di settantacinque anni, dopo cinquantasei di vita religiosa e trentotto di generalato. – « Num invenire poterimus talem virum qui spiritu Dei plenus sit». Gn 41,38
Professione: 18 ottobre 1837.
Ordinazione sacerdotale: 27 marzo 1841.

Il P. Nicolas Mauron in una foto originale – Di lui è stato detto:  “Dopo Sant’Alfonso, il P. Mauron è forse, come superiore, l’uomo più completo che la Congregazione abbia posseduto”.

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P. Georges Willi. Bertigny, 1924.
Il P. Willi nacque ad Ems, diocesi di Coire (Svizzera), l’8 luglio 1840. Ordinato sacerdote, fu membro per qualche tempo della Provincia francese e si dedicò al ministero delle Missioni in Alsazia, Austria e Svizzera.
I numerosi cantoni della Svizzera furono teatro del suo grande zelo. Si esprimeva molto bene in francese, le prediche erano elaborate perfettamente e le porgeva con una voce chiara, forte che si potevano sentire anche nelle grandi chiese.
Al ritorno nella sua cella, il P. Willi ripeteva le sue prediche come se le imparasse per la prima volta, perché non aveva una felice memoria. Pregava molto. In comunità, amava rallegrare i suoi confratelli, e prestare loro qualche cortesia.
Trascorse gli ultimi anni della vita a Bertigny. Raggiunto da paralisi, diede a tutti esempio di grande umiltà e ammirevole pazienza nelle sue sofferenze. Diceva: “Sia benedetto Dio e la sua santa croce”. – —«Beati qui in Domino moriuntur».  Ap. 14,13.
Professione: 15, ottobre 1862.
Ordinazione sacerdotale: 21 dicembre 1867.

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P. Eugène François. Dunkerque, 1874.
Il P. François nacque il 15 luglio 1823 ad Aulnois-sous-Vertusey (Marna). Questo caro confratello ha lasciato la fama di uomo retto e semplice, dal cuore buono, di religioso molto attaccato alla vocazione e di missionario molto zelante.
Ebbe grandi difficoltà per ottenere  l’ “exeat” dal suo vescovo.  Basandosi sulla dichiarazione del papa Urbano II, can. XIX, q. 2 e sulle dichiarazioni di Benedetto XIV del 14 gennaio 1747, informò il vescovo di voler essere Redentorista. Roma trattò questo affare con la Congregazione dei Vescovi e Regolari.
La conclusione fu questa: Questo sacerdote è nel suo diritto, può continuare il noviziato; e poi fare professione, “certiorato episcopo”.  Il vescovo di Verdun non fece nessun reclamo a Roma, ma vietò ai Redentoristi la sua diocesi.

Il P. François era docile come agnello, devoto come un angelo e possedeva lo zelo ardente di un apostolo. Era sempre pronto a salire sul pulpito, anche, dicevano con malizia i confratelli del suo tempo, se dovesse predicare davanti alla Sacro Collegio.
Morì nella nostra casa di Dunkerque. – —«Beati mites, quoniam ipsi possidebunt terram». Mt. 5,7
Professione: 30 luglio 1853.
Ordinazione sacerdotale: 2 giugno 1849.

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P. Eugenio Garénaux. Antony, 1894.
Nacque a Cassel, Nord, il 27 ottobre 1839, da rispettabile famiglia. Fece gli studi secondari nel collegio di Tourcoing; poi entrò nel Seminario maggiore di Cambrai.
Spirito di grande semplicità ed ammirevole delicatezza di coscienza, avvertì fin dal primo anno del seminario grandi aspirazioni per una vita perfetta. Tutto in lui presagiva un futuro apostolo.
Diventato religioso Redentorista, fu assegnato per lungo tempo come missionario alle case di Avon e di Boulogne-sur-Mer. Intrepido operaio, amava le missioni e si può dire che finché le forze glielo permisero, si dedicò completamente all’opera del redenzione.
Sebbene non fosse dotato di talenti di straordinaria oratoria, il Padre Garénaux svolse una attività molto importante. In molte parrocchie evangelizzate dalla sua parola apostolica, soprattutto nella Lorena, per molto tempo si conservò di lui un ricordo simpatico.
Una sua principale virtù era l’amore al suo Istituto. Aveva in particolare grande interesse per l’opera dell’aspirantato (juniorato) ed era zelante nel mandare giovani aspiranti.
Uomo semplice e retto, nella conversazione era gentile ed edificante e si mostrava molto caritatevole malgrado una ingenua maniera di brontolare che gli si addiceva molto bene.
Si poteva ben dire di lui che pensava in grande. Lo si sentiva parlare spesso da solo, con un piccolo grado di umorismo che era affascinante.
Ridotto all’impotenza per una malattia organica del cuore, disse addio alle Missioni, nella parte migliore della vita e trovò il termine del pellegrinaggio nella nostra casa di Antony. –«Defectio tenuit me, pro peccatoribus derelinquentibus legem tuam». Sal. 118.
Professione: 15 ottobre 1863.
Ordinazione sacerdotale: 14 agosto 1864.

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Fr. Paul Touchaux. Boves (Somme), 1918.
ucciso nella guerra del 1914.

Fratello Paul è nato a Danjoutin, territorio di Belfort; era fratello dei PP. Maurice e Joseph Touchaux.
Arruolato fin dall’inizio delle ostilità del 1914, Paul Touchaux lasciò la comunità e rispose con entusiasmo alla chiamata della patria, malgrado una forte sordità di cui era afflitto.
Nelle numerose lettere spedite ai superiori, ciò che più risaltava era la fiducia in Dio ed in coloro che lo rappresentano, la illimitata devozione, lo spirito di pietà, il desiderio di ritiro spirituale per ritemprarsi nello spirito della Congregazione.
Faceva l’artigliere in Alsazia, poi diventò cuoco degli ufficiali. Dio gli accordò la grazia di trovarsi per lungo tempo non lontano da uno dei suoi confratelli, tenente di artiglieria che gli fu fratello per le delicate attenzioni, la totale dedizione e fu per lui Provvidenza, confidente, padre.
Touchaux era buono e nobile cuore e si faceva amare dovunque. Più di una volta, i suoi capi pensarono di ricompensare la sua dedizione. Fu ucciso a Boves (Somme).  – —«Caro mea requiescet in spe». Sal. 15.
Professione: 15 giugno 1906.

Boves (Francia) – Cimitero della Grande Guerra oggi. – Boves è un villaggio del Dipartimento di Somme, a 8 km da Amiens. (foto da internet).

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
OBBEDIENZA = 13 luglio
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