13 aprile
EFFEMERIDI C.Ss.R = * 1893. Gli atti perfetti nell’orazione.
* 1893. Gli atti perfetti nell’orazione.
Non si è dimenticato lo zelo del P. Desurmont in favore dell’orazione. Le sue opere ne sono la prova. Aveva a cuore di inculcare a tutti quelli che si confidavano a lui la pratica virtuosa dell’orazione attraverso gli atti; ed egli voleva che questi atti fossero elaborati con maturità, cioè con tutti gli elementi che la costituiscono. Il suo grande ritiro intitolato “La Conversione quotidiana” ce lo dimostra a sufficienza.
Negli ultimi cinque anni della sua vita, nelle sue lettere alle religiose contemplative, egli insisteva su questo modo di orazione: parlava ad esse della “cultura degli atti perfetti”. “Sforzatevi – diceva loro – di piacere a Dio attraverso gli atti perfetti. Fate i vostri atti perfetti, di amore di Dio, di contrizione, di fiducia, di unione alla volontà divina, di umiltà, ed a forza di fare del vostro meglio, arriverete a farli proprio bene”.
Diceva ad una superiora di comunità: “Badate a che le vostre sorelle facciano seriamente e sinceramente degli atti perfetti: seriamente, comprendendone tutta la sostanza e volendola come è; sinceramente, non consentendo contraddizione abituale tra la condotta e l’atto. Dio vi doni un accumulo di queste grazie forti che fanno le donne forti nel loro modo di amare Dio attraverso la cultura degli atti perfetti.
Diceva e ripeteva anche agli studenti di produrre questi atti dell’orazione indipendentemente dal sentimento della vigilia, del giorno stesso, e di dire a Dio nel fondo del cuore ciò che si dice a fior di labbra.
(Lettere dal 1893 al 1898).
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IN MEMORIAM
Fr. Gerardo (François Kinnen). Saint-Nicolas-du-Port, 1902.
Il Fratello Gerardo nacque a Berdor (Granducato) il 12 dicembre 1822. Esercitava a Parigi il mestiere di garzone pasticciere. Fece allora la conoscenza di uno dei nostri Padri lussemburghesi in dimora a Parigi e sollecitò la sua ammissione nella Congregazione.
Molto esperto nell’arte culinaria, fu mandato a Villa Caserta, Roma, per svolgere l’incarico di cuoco e vi restò per trent’anni. Non potendo sopportare più il clima dell’Italia, egli ritornò in Francia, a Saint-Nicolas.
Le due virtù dominanti del caro Fratello, furono un grande spirito di fede verso il SS. Sacramento e verso i suoi superiori. Aveva in dono l’amore al lavoro. Stavano per compiersi i suoi cinquant’ anni di vita religiosa quando S. Alfonso lo chiamò a celebrarli in cielo. – ·”Haec requies mea in saeculum saeculi. Ps. 131-14.
Professione: 25 dicembre 1852.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |