12 maggio
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1818. Fondazione della casa di Valsainte (Svizzera).
1818. Fondazione della casa di Valsainte (Svizzera).
Il Venerabile P. Passerat, dopo quindici anni lasciò Vienna, e prese possesso di una casa di religiosi. Venne a stabilirsi a Valsainte, antica certosa situata nella solitudine selvaggia che il governo di Friburgo gli aveva concesso.
«12 maggio 1818! Scrive il cronista della casa! Giorno memorabile per sempre per la nostra Congregazione! Per lunghi anni, come pecore belanti, ci siamo lamentati vagando attraverso la Germania, nei Grigioni e nel Vallese; nessuna dimora fissa, nessuno asilo assicurato. Ora finalmente abbiamo una casa religiosa, ma ha solo il tetto e le mura!».
La miseria infatti era al massimo: senza cibo e senza soldi; i contadini delle montagne vicine vennero in soccorso della comunità. Il P. Passerat scrisse una lettera a S. Giuseppe, rivolgendosi con grande fiducia, e la portò presso la statua del santo. La risposta non si fece attendere. Un giovane si presentò per essere ricevuto come Fratello portando con sé … la sua mucca. Era tutto il suo patrimonio.
Questa casa fu abbandonata il 24 giugno 1826.
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1893. Fondazione della casa di Montauban.
Dopo un tentativo infruttuoso di fondazione a Villefranche-de-Rouergue (Aveyron) nel 1892, P. Prouvost, all’età di settantasette anni, lasciò Valence con duecentocinquanta franchi in tasca, e intendeva stabilirsi in una città più importante e più centrale.
Dopo aver visitato i vescovi di Albi e di Montauban, il P. Prouvost scelse quest’ultima città. La posizione era privilegiata per le comunicazioni, e il vescovo di Montauban, Mons. Fiard offrì la casa e la chiesa di San Theodard. Ma tali beni facevano parte della mensa vescovile. Per precauzione si rifiutò questa offerta così vantaggiosa.
Il P. Prouvost quindi decise di affittare un immobile dal nome «Beau soleil» che dura ancora oggi. Il contratto di locazione fu firmato l’ 8 maggio 1893, e la fondazione ebbe luogo il 12.
Sin dal primo giorno, tutta la città, clero, notabili e persone, espresse la sua calda simpatia alla nuova Comunità. I Padri non erano affatto sconosciuti, ma amici che si erano incontrati nelle due precedenti missioni predicate a Montauban.
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IN MEMORIAM
P. Jean Trentesaux. Dunkerque, 1901.
Come altri Redentoristi, Jean Trentesaux è un figlio di Tourcoing. Nacque il 31 maggio 1863. Seguì gli studi presso il collegio di questa città e mostrò grandi qualità che lo dovevano contraddistinguere per sempre: insolita finezza di comportamento, buon giudizio, carità sincera e attiva.
Dopo aver partecipato ad un ritiro spirituale presso i nostri Padri di Lille, Jean si decise di entrare nella Congregazione. Fu missionario per poco tempo, ma molto gradito, amato e stimato dappertutto, particolarmente a Dunkerque. Dedicò gran parte del suo tempo alla bella opera dei battellieri, fondata dal P. Marcant, e questa gli è grandemente debitrice; egli lasciò un grande rimpianto.
Provato a lungo dalla malattia, fu necessaria tutta la forza del suo carattere, l’energia della sua virtù per portare senza lamentarsi questa dolorosa croce che non doveva più lasciarlo. Diceva:
«Da venti anni che sono nella Congregazione e non ho mai smesso di soffrire».
Il suo carattere coincide perfettamente con il motto che gli era caro: In fide et lenitate. La virtù che brillò soprattutto in lui fu un grande spirito di fede misto a dolcezza. Spirò dicendo: “O Maria, me ne vado, vengo”, come se avesse risposto ad una chiamata della Santissima Vergine che egli aveva tanto amato. – «Scio opera tua, et laborem et patientiam». Ap 2,2.
Professione: 9 novembre 1881.
Ordinazione sacerdotale: 4 giugno 1887.
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Fr. Michel Hénao, Lay Saint-Christophe, 1914.
Michel Hénao nacque a Manizalès (Colombia) il 18 marzo 1890. Ancora ragazzo prendeva parte ai lavori dei campi con i genitori. Dopo aver terminato gli studi umanistici nel piccolo seminario di Manizalès, conobbe i nostri Padri di Buga e fu ammesso come postulante: emise i voti nel 1912. Hénao seguì il corso di filosofia a Fauquemont.
Era un giovane dalla fantasia brillante, eccelleva nella poesia spagnola, ma ebbe poco successo in filosofia. Malgrado il suo carattere sornione e difficile, aveva un’anima squisitamente devota della Madonna.
Ben presto apparvero i primi sintomi della malattia che doveva rapirlo. I superiori lo inviarono al sanatorio di Lay Saint-Christophe presso Nancy, ove il Padre Metzger si trovava come cappellano, per ricevere le cure adatte al suo male. Ma la malattia era troppo avanzata perché potesse avere un miglioramento.
Fratello Hénao, assistito nei suoi ultimi giorni da due studenti di Fauquemont, ebbe a sopportare -si dice – pene morali, che sopportò con rassegnazione. Se La Vergine Santissima non gli accordò la guarigione, gli accordò la grazia della perseveranza nel mese a lei consacrato. Fu la ricompensa della sua devozione verso Maria. – «Memor esto mei». Gb 3,3.
Professione: 10 marzo 1912.
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P. Pierre Carrier, Los Angeles, 1925.
Il P. Carrier nacque il 13 dicembre 1880 ai piedi dei ghiacciai del Monte Bianco, Argentière. Suo padre era guida alpina e Dio faceva del figlio una guida spirituale che avrebbe guidato le anime verso le alte cime della virtù.
Dall’età di nove anni, Pierre entrò nell’Aspirantato di Uvrier, fece gli studi nello Studentato di San Bernardo in America e ricevette il sacerdozio il 1904.
Divenne missionario ardente, non curandosi della salute, e unendo la pietà all’azione. Il suo Prefetto dello Studentato gli aveva raccomandato: “So che farete tutto ciò che in seguito vi si affiderà, ma vegliate suòlo spirito soprannaturale e il continuo ritorno a Dio”.
Il P. Carrier possedeva un talento speciale per evangelizzare le persone e attirarle a Dio. Direttore della “Sainte Famille” degl uomini, ottenne un successo che gli portò numerosi convertiti, era per loro padre ed esercitava su di essi uno splendida impatto. La sua carità era inesauribile, la delicatezza grandissima, il suo spirito apostolico, le maniere affabili. Un anarchico convertito diceva di lui:«Se tutti i preti fossero come lui, le cose cambierebbero, la religione non avrebbe tanti nemici».
Il P. Carrier era un missionario di valore. Nei 19 anni di vita apostolica predicò numerose missioni e realizzò importanti lavori. La sua voce era forte e sonora e possedeva alla perfezione la lingua spagnola. Aveva intelligenza viva e universale e memoria prodigiosa e questo gli assicurava un parlare inesauribile ma sempre dignitoso.
La elasticità delle sue facoltà gli procurava un’ammirabile adattamento a tutti le classi di ascoltatori, ma soprattutto ha deliziato i contadini per la sua chiarezza, le sue spiegazioni scintillanti piene di espressioni tipiche del linguaggio popolare. La dottrina era solida e perfettamente alfonsiana: qualità che hanno fatto di lui un oratore ammirato dappertutto e al di sopra dell’ordinario.
La bontà era la base del suo carattere, l’abnegazione era visibile nelle numerose occupazioni della missione, accettava lealmente le osservazioni caritatevoli dei confratelli; i poveri soprattutto trovavano posto nel suo cuore compassionevole. Il suo motto preferito era questo: “Tutto per Dio, il resto è niente. Voglio agire in tutto con scopo soprannaturale: I lavori avranno valore e successo solo a questa condizione”.
Alla notizia della defezione di un confratello diceva: “Preferisco mille volte la morte piuttosto che imitarli. Voglio essere stritolato se necessario, ma resterò Redentorista”.
Il Padre Carrier predicò e confessò fino all’ultimo giorno della vita. Malato di tifo, nel vigore degli anni, morì fra le braccia dei confratelli, fedele alla vocazione, lo sguardo fisso sulla immagine della Vergine santissima. – «Fulgebunt…et qui ad justitiam erudiunt multos, quasi stellae in perpetuas aeternitates». Dn 12,3.
Professione: 8 settembre 1899.
Ordinazione sacerdotale: 24 dicembre 1904.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |