1 agosto
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1787. Preziosa morte del nostro Padre S. Alfonso.
1787. Preziosa morte del nostro Padre S. Alfonso.
Verso le undici ore della mattina di questo primo agosto, ci si accorse che l’ultimo momento avvicinava. Ad un segnale dato, i Padri ed i Fratelli vennero a disporsi intorno al letto. “O mio Dio, – aveva scritto S. Alfonso in uno delle sue opere – vi ringrazio fin da ora della grazia che mi farete di morire circondato dai miei cari confratelli che non avranno altra preoccupazione se non la mia salvezza eterna“.
Dio gli accordò questa grazia. Mentre nella mano del santo Fondatore veniva messo il cero benedetto, i membri della Comunità recitavano piangendo le preghiere degli agonizzanti e le litanie della Madonna. Poi, tenendo sul suo cuore il crocifisso e l’immagine di Maria, la Madonna della speranza, senza convulsioni, senza sospiri dolorosi, S. Alfonso si addormentò dolcemente nelle braccia del Signore, nel momento in cui la campana del convento suonava l’angelus.
«Et Verbum caro factum est… Ave Maria…», si pregava intorno al cadavere, e già l’anima del santo adorava in cielo il Verbo incarnato e ripeteva con gli angeli: Ave Maria.
La santità del nostro santo Fondatore fu proclamata l’indomani dalla bocca di un bambino che stava morendo. Guarito al contatto con una immagine del defunto all’indomani gli venne presentato il ritratto del santo vecchio. E il bambino, mostrando col dito il ritratto, alzò verso il cielo le mani e gli occhi, esclamando: “Alfonso al cielo! Il santo in cielo!” Fino a quel momento non aveva ancora pronunciato alcuna parola ed il nome di Alfonso gli era perfettamente sconosciuto.
In questo stesso giorno S. Clemente ed il suo confratello P. Hübl furono testimoni di un fatto straordinario. Essi si trovavano a Varsavia presi dalle gravi difficoltà che dovevano superare adempiere la loro missione. Una mano invisibile colpì improvvisamente a colpi ripetuti su un tavolo che si trovava vicino ad essi. Dopo un momento di sbalordimento, S. Clemente disse al Padre Hübl: «Notate la data e l’ora di questo fatto strano; è probabilmente l’annuncio di un grande avvenimento”. Ben presto appresero che in questa data ed a questa precisa ora S. Alfonso aveva lasciato questo mondo. Era lui che veniva ad avvertirli della sua partenza, e sembrava dir loro: “Non temete, siete i miei figli, ed io vado in cielo pregare per voi”.
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, II, 609 e 629.
_______________
1887. Lettera del Rmo P. Mauron in occasione del primo centenario della morte del nostro Padre S. Alfonso.
I Rmo P. Mauron scriveva in questo giorno ai membri della Congregazione: «La metà della Congregazione, pressappoco, piange oggi le residenze confiscate o evacuate con la forza, le sue chiese spogliate e sottratte al culto divino; e dovunque, in queste tribolazioni con le quali Dio vuole provarci, la sua mano paterna si degna di addolcire questo calice di dolori con la gioia delle sante consolazioni.
A distanza di un secolo, e particolarmente in questi dieci ultimi anni, quali segni di protezione S. Alfonso ha dato al suo Istituto! È vero, ciò non gli ha acquistato tesori terrestri; la gloria umana non l’ha incoronato dei suoi favori; ma, secondo la predizione del S. Fondatore, esso ha prosperato straordinariamente dal punto di vista soprannaturale. Quanta gloria di Dio, quanto bene per le anime hanno procurato le numerose fondazioni, le innumerevoli missioni, le fiorenti case di studi, di noviziato, di aspirantato! E tutto ciò in mezzo a prove e a persecuzioni!”.
In tutte le case dell’Istituto, le feste del centenario furono celebrate con entusiasmo, ed i fedeli, incoraggiati dalle preziose indulgenze accordate in questa circostanza, profittarono di questi memorabili solennità per arricchirsi di favori spirituali.
I figli di S. Alfonso gareggiarono in ardore nel predicare le glorie del loro felice Padre; pubblicarono diversi opuscoli in suo onore, e La Casa Generalizia cominciò, in questo stesso anno, la pubblicazione della corrispondenza del S. Dottore. Questa ammirevole corrispondenza fu tradotta poi nelle principali lingue d’Europa. Il P. Francesco Dumortier tradusse queste lettere in francese nel 1888.
_______________
IN MEMORIAM
F. Andrea Morza. Caposele (Italia), 1764. Studente.
Andra Morza, nato a Caposele il 17 settembre 1739, era la perla dei nostri giovani eletti. Aveva trascorso pochi anni al noviziato ed allo studentato, spargendo dovunque un tale profumo di santità che non si poteva pensare a lui senza pensare a Dio.
Mortificò il suo corpo fino ad esaurirlo. La sua anima, sempre raccolta; viveva con gli angeli. Il Signore lo provò come prova i grande santi, con la crocifissione interiore. Questo martirio che durò alcuni anni, egli l’ha descritto nelle lettere spirituali che ricordano gli scritti di santa Teresa.
Dopo questo terribile purgatorio, Dio lo unì a sè così intimamente che egli sembrava partecipare già alla visione beatifica. Poiché la sua salute diminuiva di giorno in giorno, i medici pensarono che il clima della Sicilia gli sarebbe stato favorevole; ma ci si accorse ben presto che egli era maturo per il cielo.
Morì vomitando fiotti di sangue e dicendo: “Soffro, Signore, ma non è niente! Più ancora, più ancora, per voi che avete versato tutto il vostro sangue per me!” —”Incorruptio facit esse proximum Deo. ” Sap. `6.20.
Professione: 10 aprile 1758.
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, II, 170.
_______________
Fr. Manuel (Nicolas Rapp). Granada (Spagna), 1892.
Questo fratello di origine alsaziana nacque il 6 dicembre 1841. È morto come è vissuto: semplice, umile e tranquillo, un vero e buon Fratello serviente della madre Congregazione.
Prostrato per lunghi mesi dalla malattia, ha sofferto un martirio intimo. Dio ha permesso che i medici sbagliassero sulla natura e la gravità del suo male. Grande amico della povertà e del lavoro, Fratel Manuel si dedicò generosamente ai suoi lavori materiali senza lamentarsi fino alla morte. Egli piangeva di gioia quando pensava alla grazia di morire nella Congregazione, e alla vigilia della festa di S. Alfonso. —”Qui ambulat simpliciter, ambulat confidenter. ” Prov. 10-9.
Professsione: 14 aprile 1872.
_______________________________
Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |