Mazzini Giovanni redentorista

P. Giovanni Mazzini (1704-1792). – Italia.

P. Giovanni Mazzini (1704-1792).

Nacque in Napoli il 18 Dicembre 1704. Avendo passato la sua gioventù in una ammirabile innocenza, si dedicò allo  stato ecclesiastico.

Sin dall’ anno 1723 fu uno dei più intimi amici di S. Alfonso.
Fondata la Congregazione, non gli fu permesso dal Confessore abbracciare subito il nuovo Istituto, come desiderava; ma, dopo tre anni di suppliche, ottenne finalmente la bramata grazia. Non basterebbe un intero volume per narrare le virtù di questo fervoroso Servo di Dio. Basta dire che fu degno d’essere, sotto ogni riguardo, uno dei più cari amici di S. Alfonso.
Sopravvisse al Santo di alcuni anni, ed ebbe così la sorte di deporre, qual testimone, nel Processo della sua Beatificazione.

Verso gli ultimi giorni del 1745 il P. Mazzini subentrò, come rettore a Pagani, al P. Sportelli. – Forzato a vivere, come i suoi confratelli, nella casa del Contaldi, mentre si aspettava che la costruzione del Collegio fosse finita, dové soffrire ogni sorta d’ingiurie e di scherni.
Nonostante tutta la sua pazienza, egli scriveva al suo Superiore: «Sarei contento di mangiar l’erba dei campi pur di affrettare la fine della fabbrica». Si giunse fino ad attaccarlo pubblicamente, lui martire della mortificazione, nel suo amore di sacerdote e di religioso.
Il 29 Settembre 1747 per la festa di S. Michele, prese possesso del nuovo Collegio; ma i nemici della Congregazione, col Di Maio in testa, non smisero di perseguitarli con le loro vessazioni.
Bisognò proprio che Iddio stesso, nel 1748, si incaricasse di ricondurre costoro alla ragione. Un tal dì il Di Maio incontrato un giovane libertino della sua parrocchia, si credé in dovere di rimproverargli la sua cattiva condotta. Questi prese in mala parte il rimprovero e giurò vendicarsi. Infatti aspettò il parroco sulla strada che da Nocera conduce a Pagani, si gettò su di lui, gli crivellò il viso di coltellate, e lo lasciò moribondo in mezzo alla strada.
Trovato da alcuni passanti, lo portarono caritatevolmente al Monastero delle Clarisse ch’era lì presso. La gente del paese non mancò di dire che l’assassino non era stato se non l’esecutore severo della vendetta di Dio contro il persecutore dei Missionari.
Lui stesso, agonizzante e in preda alle pene più atroci, si rimproverava di avere così inveito contro quei Servi di Dio, quando ad un tratto si presentò un Sacerdote per consolarlo e fortificarlo. Era il P. Mazzini, che, saputo l’attentato, accorreva per assisterlo come se si fosse trattato, non di un avversario, ma d’un fratello teneramente diletto.
A tal vista, il ferito provò in cuore una ineffabile tenerezza, e promise, se Dio gli lasciava la vita, di riparare i suoi torti. Infatti, guarito divenne l’amico intimo dei Padri, il loro difensore in ogni occasione, disarmando così i turbolenti, dei quali era stato l’ispiratore ed il capo principale.

Nel 1752 P. Mazzini da Ciorani passò rettore a Materdomini e dopo un anno ritornò a Pagani in qualità di Prefetto degli Studenti. Nel Capitolo Generale del 1764 fu confermato Consultore Generale con pienezza di voti.
Essendo passato a miglior vita il Rettore Maggiore P. Villani il dì 11 Aprile 1792, tutti lo piansero, ma specialmente P. Mazzini, suo antico compagno dei primi giorni. Per dimostrare il loro affetto a quest’altro venerando vecchio, quasi nonagenario, santo ispiratore di S. Alfonso nella Fondazione della Congregazione, il primo sacerdote ad offrirsi a seguirlo, i suoi Confratelli lo elessero Vicario Generale dell’Istituto, in attesa del Capitolo.

Ma il 3 Dicembre dello stesso anno 1792, dopo qualche giorno di una malattia che pareva non grave, fu trovato morto nel letto. Si era comunicato il giorno innanzi con la devozione di un santo.

Il P. Mazzini aveva conosciuto Alfonso ai piedi di Gesù sacramentato quando, ancor giovani tutti e due, si trovarono insieme all’adorazione delle Quarantore.
Fu il suo primo affiliato nell’Istituto, il suo emulo nelle virtù, il suo consigliere e il suo intimo amico. Per più di mezzo secolo il Villani e il Mazzini avevano aiutato con tutte le loro forze l’illustre fondatore: Iddio chiamò l’uno e l’altro per associarli anche alla sua gloria.

S. Alfonso scrisse a P. Mazzini diverse lettere. Da Deliceto il 23 settembre 1745 lo prega a mettere in vigore l’ osservanza regolare nella sua comunità di Pagani.

«Viva Gesù e Maria! Prego V.P. ora che prende il governo di cotesta casa a mettere in piedi l’osservanza. È vero che sinora non si è potuto far questo per ragione della casa, liti ecc. Ma ora bisogna mettere qualche sesto; altrimenti si farà l’uso alle inosservanze, talmente che per i soggetti sarà difficile poi a rimettersi alla perfetta osservanza delle Regole…
La Congregazione sarà portata avanti da Dio, sin tanto che vi sarà osservanza e li soggetti si vogliano far veramente santi….. Altrimenti Dio ci abbandonerà e cadrà ogni cosa…..
Raccomandate a Maria SS., la sera, le Missioni che qui avremo da far quest’anno».
(Lett. 1- 107 – Berth. 58 a 1157).

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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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P. Giovanni Mazzini fu il primo redentorista ad entrare nell’Istituto; era compagno di S. Alfonso e divenne il suo emulo nelle virtù, il suo consigliere e il suo intimo amico. Una pietra fondamentale del nascente Istituto.
P. Giovanni Mazzini fu il primo redentorista ad entrare nell’Istituto; era compagno di S. Alfonso e divenne il suo emulo nelle virtù, il suo consigliere e il suo intimo amico. Una pietra fondamentale del nascente Istituto.

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