P. Ermelindo Masone (1909-1990) – Italia.
Il 18 novembre 1990, mentre nella celebrazione liturgica della trentatreesima domenica dell’anno la chiesa offriva alla meditazione dei fedeli la lettura della parabola dei talenti, il P. Ermelindo Masone della Congregazione del SS. Redentore, alle ore 5,45 a Napoli, nell’ospedale “Nuovo Pellegrini” rendeva la sua anima a Dio.
Non è una forzatura se proprio nella comprensione del significato della parabola dei talenti, proclamata nel giorno della sua morte, comprendiamo il significato della vita e della vocazione del P. Masone.
Tutta la vita del P. Masone, infatti, è stata caratterizzata dall’urgenza di far conoscere e amare Nostro Signore Gesù Cristo.
Era nato a Pietralcina, nome che ricorda non tanto la comunanza di origine, quanto l’amicizia, la stima e la comune ricerca di santità con il P. Pio, il 19 agosto 1909 da Vincenzo e Maria Grazia Scocca. Il 30 settembre del 1923 era entrato nell’Educandato redentorista.
Indossato l’abito redentorista il28settembre 1927, dopo l’anno di noviziato, aveva emesso la professione religiosa, a Pagani, il 29 settembre 1928.
Il primo dicembre 1935 era stato ordinato sacerdote nella casa di S . Angelo a Cupolo dall’Arcivescovo di Benevento, Mons. Adeodato Piazza.
Da quel giorno, e sono. trascorsi ben 55 anni, non un momento è stato sottratto all’apostolato.
Fornito di buona cultura, in particolare nel campo delle discipline storiche fu subito assegnato all’insegnamento degli Aspiranti nella Scuola Missionaria redentorista di Lettere dove rimase negli anni 1936 1940. Dal 1940 al 1948 fu invece impegnato nella predicazione delle Missioni al popolo. Dal 1948 al 1952 fu di nuovo richiamato all’insegnamento degli Aspiranti. Insegnamento che dovette presto lasciare perché nel 1952 fu nominato Superiore della Comunità di Francavilla Fontana, dove rimase fino al 1955.
Il 22 ottobre 1948 fu incaricato dal Superiore Provinciale, P. Giuseppe Tessa, della diffusione del Cuore Eucaristico di Gesù mediante la creazione di un apposito Segretariato.
Ecco: questa attività è stata la caratteristica della sua vita. La devozione al Cuore Eucaristico, secondo le parole del Papa Leone XIII riportate nel volume “Al vertice dell’amore” del P. Alfonso Barba, onora con particolare culto di venerazione, di amore e di riconoscenza, l’Atto di suprema Dilezione, col quale il .nostro Divin Redentore, prodigando tutte le ricchezze del suo Cuore, istituì l’adorabile Sacramento dell’Eucaristia, per restare con noi fino alla consumazione dei secoli”. Per questo la devozione al Cuore Eucaristico è strettamente connessa all’amore a Gesù nel Sacramento dell’Altare di cui S. Alfonso è l’impareggiabile maestro.
Anche nel P. Masone devozione al Cuore Eucaristico, amore all’Eucaristia e amore a S. Alfonso formano un tutt’uno. Impegnato in quest’opera è stato capace di mettere in moto tutte le opportunità che gli venivano offerte.
Già il 16 gennaio 1971 scriveva al Superiore Provinciale: “In tale tempo si sono organizzati vari centri della Pia Associazione in diverse regioni; si è reso possibile la pubblicazione di un giornalino con la tiratura attuale di 6.500 esemplari; si è stampato qualche libretto e fatto qualche oggetto opportuno per la diffusione”.
Prima di tutto ha valorizzato la stampa curando la pubblicazione di opere di teologia, di storia, di preghiere, di canti in onore del Cuore Eucaristico.
In particolare va ricordato il bollettino “Raggi dal Cenacolo” che ha portato alla tiratura di 10.000 copie.
Ha fondato e seguito pie associazioni al Cuore Eucaristico di Gesù delle quali quella di Pagani resta una delle più attive e fervorose.
Per questa pia associazione da 12 anni ogni giorno celebrava la .S. Messa alle ore. 9.00 e ogni 15 giorni teneva una riunione di istruzione, animazione e preghiera.
Nonostante l’età avanzata finché le forze lo hanno sorretto ha continuato a visitare tutte queste associazioni.
Nel 1986 aveva ottenuto dalla S . Sede l’approvazione per la Messa e l’Ufficio divino propri del Cuore Eucaristico; subito ne aveva curato la stampa e li aveva diffusi nelle diocesi.
A fianco a questo impegno aggiungeva il desiderio di far conoscere le opere di S. Alfonso. Ogni volta che ha potuto, ha fatto ristampare libri di S. Alfonso, in particolare le Visite al SS .Sacramento che regalava o vendeva sotto prezzo perché un numero sempre più cospicuo di fedeli potesse pregare con le parole di S. Alfonso.
Rigido di carattere, era esigente sopratutto con se stesso, diffidava dei compromessi e di quelle forme di aggiornamento che spesso mascheravano concessioni all’egoismo e alla mentalità secolare.
Fortemente attaccato alla sua vocazione redentorista ha lasciato scritto: “Sempre lieto e grato a Dio per la chiamata fra i figli di S. Alfonso”.
Diceva il Cappellano dell’ospedale, venuto per una preghiera sulla sua salma: “Sabato sera ha ricevuto con molta devozione la santa comunione; durante la degenza ha edificato tutti con la sua rassegnazione e con la sua preghiera; una bellissima figura di sacerdote e di religioso; che il Signore mandi molte altre vocazioni simili a questa alla vostra Congregazione”.
P. Antonio Di Masi
Superiore Provinciale
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Profilo tratto da
Vita Nostra – Bollettino di informazioni
della Provincia Napoletana Redentorista.
Anno 1990
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