17 marzo
Il Signore ci ha amato non solo col cuore, non solo con le parole, ma ancora con i fatti. Dunque per fedele corrispondenza dobbiamo ringraziarlo con l’amore del cuore, con l’espressione della lingua e con l’esercizio delle sante virtù. (Beato Gennaro Sarnelli, 1702-1744, in L’anima illuminata: parte 1, cap. II, cons. XII, pratiche, Napoli V. Marchese1869).
- I Padri Redentoristi davano una missione nella città di Muro Lucano e al Superiore di essi, il Veri. P. Cafaro, si presentò il giovane Gerardo Maiella che desideroso di maggiore perfezione chiedeva di essere ammesso nell’Istituto de redentorista. Ma dietro le proteste della madre il santo Superiore cercò di persuadere il giovane a desistere dal suo proposito. Di più nel giorno della partenza dei Padri Missionari, Gerardo fu rinchiuso in una stanza temendosi una sua fuga. Ma egli annodando le lenzuola scappò dalla finestra lasciando scritto: «Vado a farmi santo».
Da “Spigolature“, a cura di P. Pompeo Franciosa, 1987.
San Gerardo fuggì di casa per unirsi ai Missionari Redentoristi
Ascolta il canto “Gerardo Missionario del Signore”
[audio:/SGerardo/01CantiGerardini/01MissionarioSignore1.mp3]
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