In memoria di P. Vincenzo Martone, C.Ss.R. 1929-2020 – Italia.
Carissimi,
mancava un quarto d’ora alla mezzanotte di mercoledì
1° aprile, quando il P. Vincenzo Martone (1929-2020) riconsegnava al Padre lo spirito che l’aveva sostenuto e guidato per novantun anni di vita.
Domenica 29 marzo il confratello aveva dato segni preoccupanti di un danno cerebrale, che in seguito a consulto medico fu identificato con sospetta forma di ictus. La sua età, cui si aggiungeva la particolare situazione in cui versano gli ospedali in questo tempo di Coronavirus, fecero che il medico optasse dapprima per una terapia farmacologica, che però non ha dato i risultati sperati, anche se in verità già dall’inizio si era temuto il peggio.
Sempre per le misure restrittive proprie di questo periodo, abbiamo dovuto limitare il rito funebre a una messa concelebrata con la comunità di Pagani intorno alla sua bara, ieri sera 2 aprile, consegnando il feretro alle Onoranze Funebri questa mattina. La tumulazione è avvenuta nel cimitero di Sant’Antonio Abate, accogliendo un desiderio manifestato dal confratello stesso.
P. Vincenzo Martone era nato a Sant’Antonio Abate il 6 gennaio 1929. Diciottenne, aveva emesso la sua prima professione a Ciorani il 29 settembre 1947, e quella perpetua a Pagani il 29 marzo 1951. I suoi studi di filosofia furono espletati a Sant’Angelo a Cupolo dal 1947 al 1950, e quelli di teologia a Pagani dal 1950 al 1954. A imporgli le mani per l’ordinazione presbiterale fu mons. Fortunato Zoppas a Pagani: era il 19 marzo 1954.
Il primo mandato fu Lettere, dove dal settembre 1954 al settembre 1957 p. Vincenzo fece da Lettore di latino per gli aspiranti. Seguì un quinquennio a Pompei (ottobre 1957 – febbraio 1962) come Penitenziere nel Santuario, poi per un paio di mesi risedette a Sant’Andrea Jonio, prima di essere inviato sull’altra sponda calabrese, a Tropea come Direttore della Scuola Missionaria, per un altro quinquennio (maggio 1962 – agosto 1967). Il suo lavoro nell’ambito della formazione continuò per altri cinque anni (1967 -1972) a Lettere da Direttore della Scuola Missionaria, dopo di che fu Parroco per un anno nella vicina Depugliano.
Dopo aver trascorso poco meno di un anno (settembre 1973 – agosto 1974) a Roma in San Giovanni in Laterano, realizza il suo sogno missionario partendo il 13 dicembre 1974 per il Madagascar.
I primi sette mesi (gennaio-luglio 1975) li trascorre nel nord dell’Isola Rossa, a Diego Suarez, per un primo ambientamento e l’apprendimento della lingua. Poi è il tempo della piena immersione apostolica. Dal luglio 1975 al marzo 1977 risiede ad Ambilobe, quindi si trasferisce a Vohemar per dodici anni (marzo 1977 – 30 luglio 1989). Altri dieci (1989 – 1999) lo vedono ad Antananarivo come Superiore e Formatore della casa appena inaugurata.
Seguono altre tappe malgasce: Anjiro (1999 – 2002) in qualità di Responsabile della casa, e poi dal 17 ottobre 1999 come Maestro dei novizi, oltre che Parroco del Distretto, comprendente venticinque villaggi. Dopo altri tre anni (2002-2008) ad Anjiro, ne trascorre altrettanti (2008 – 2011) ad Andranokoba, dove svolge il ruolo di Superiore dal 2011 al 2014.
Il 26 giugno 2012, in occasione della festa nazionale, riceve l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Nazionale, in riconoscimento dell’impegno profuso nel campo della promozione umana in Madagascar, nel distretto di Anijro.
E poi fu il tempo di tornare in patria. Ricordo quando ne parlammo in estate 2016 in Madagascar. Era sinceramente dibattuto: da un lato avrebbe voluto dare la vita fino in fondo per un Paese al quale aveva dato tanto, il Madagascar, e in cui ha vissuto in pratica metà della sua vita (quarantun anni su novantuno). Dall’altro la sempre maggiore difficoltà uditiva e l’incipiente calo della vista gli facevano temere di rimanere isolato da un qualsiasi contesto e impegno. Dal 10 settembre 2016 ha risieduto nella comunità di Pagani.
Di P. Vincenzo amo affidare al comune ricordo alcune espressioni della testimonianza, così come lui l’ha suscitata in me, sicuro come sono che ognuno ne avrà percepite e sperimentate altre.
Il primo tratto che mi sovviene è l’amore al popolo in mezzo al quale ha operato. Dai poveri si è lasciato evangelizzare, da una cultura così diversa come quella malgascia ha imparato. Parlava fluentemente il malgascio e aveva un impatto immediato con tutti. Alla gente del Madagascar ha saputo predicare alla maniera alfonsiana, lasciando il primato alla testimonianza di chi non crea barriere o distanze già a partire da un atteggiamento freddo e distaccato. Sono sicuro che tanti nell’Isola Rossa lo rimpiangono tuttora e staranno pregando per lui.
Il secondo tratto era la giovialità del suo carattere, unita a semplicità di vita. Con p. Vincenzo si stava con piacere, la battutina scherzosa affiorava sempre. Con i nostri candidati in formazione in Madagascar questa era una sua “carta” vincente. Era stato troppo a contatto con i poveri per attaccarsi al suo punto di vista o ad un cavillo. Era basso di statura, ma era rimasto piccolo e “leggero” anche nell’animo. Anche quando negli ultimi mesi di vita le difficoltà auditive erano aumentate e quelle oculari erano tracimate in una quasi cecità, era capace di sdrammatizzare e andare avanti. Lieto di trascorrere anche qualche ora nella cosiddetta palestra del reparto anziani di Pagani, sulla cyclette o su di una pedana mobile.
Il terzo e ultimo tratto lo ravviso nella concretezza della carità che ha ispirato il suo servizio missionario. Quando si è trattato di far “decollare” l’opera delle adozioni scolastiche a distanza, e quando fu il momento di allestire i primi container per il Madagascar agli inizi degli anni ’90, fu grazie a lui e ad alcune sue conoscenze (in primis il nipote Valerio e il direttore della Caritas di Parma don Franco Minardi che guarda caso l’ha preceduto di qualche giorno nel passaggio da questo mondo al Padre) che la “macchina” poté mettersi in moto.
Lasciatemi concludere, una volta per quelle in cui non lo faccio, per ringraziare il personale di servizio nella nostra infermeria a Pagani, in particolare il dr Gianfranco Marrazzo, per l’opera di amorevole aiuto prestato verso i nostri confratelli.
Padre Vincenzo, prega per noi in questo momento storico difficile e carico di incognite, che ci tocca di vivere. Noi assicuriamo la preghiera per te, affinché il tanto bene operato su questa terra si traduca in premio per l’eternità.
P. Serafino Fiore cssr
Superiore Provinciale
Prot. P 026/ 2020
Ciorani, 3 aprile 2020
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Database Ufficiale CSSR
- Cognome = Martone
- Nome = Vincenzo
- Nazionalità = Italia – (Provincia di Napoli)
- Nato = 06-Gen-1929
- Morto = 01-Apr-2020.
- Professione = 29-Set-1947
- Sacerdote = 19-Mar-1954
Fiori dai suoi confratelli
- Cari confratelli, ieri sera mancavano pochi minuti a mezzanotte quando il P. Vincenzo Martone rimetteva il suo spirito nelle mani del Padre. Ringraziamo il Signore per il bene operato da p. Vincenzo su questa terra e lo affidiamo alla sua infinita misericordia.
- I Missionari Redentoristi dell’Italia del Sud, con animo sereno, annunciano che è venuto a mancare Padre Vincenzo Martone. Spirito allegro e generoso, dedito per l’intera sua vita al servizio dei più poveri e abbandonati nella terra del Madagascar. La Madre del Perpetuo Soccorso e sant’Alfonso, lo conducano tra le braccia misericordioso del Padre celeste, per ricevere così la ricompensa dei giusti.
- È cosi che ti voglio ricordare, sempre allegro, generoso e attento alle necessità degli ultimi. Grazie per la tua passione e il generoso impegno che hai profuso a piene mani, senza mai risparmiarti, nella terra del Madagascar. Possano quei poveri che con tanto amore hai servito accoglierti e accompagnarti ad incontrare il Dio della misericordia che tanto hai amato nella nostra Congregazione.
- Non so cosa dire, ma nel nome di tutti i malgasci vorrei dire grazie, grazie, grazie a tutta la famiglia biologica di padre Vincenzo Martone, il Papà dei poveri e di tutte le generazioni Redentoriste del Madagascar. P. Martone era uno di noi malagasy. Ha desiderato tanto morire ed essere sepolto in questa Isola. Che la sua partenza in cielo diventa per tutti noi fonte di grazie e benedizione di Dio Padre.
- Confratello che ha donato alla missione del Madagascar tanti anni con la gioia e serenità dei nostri Missionari santi e pieni di santa letizia
- Educatore e missionario. Arrivò a Madagascar nel dicembre del 1974 e vi è’ rimasto fino a che per la sua salute indebolita (udito e vista) ha dovuto rientrare in Italia. Che il Signore lo abbia in gloria e riposi in pace al suo cospetto.
- Grazie per la tua presenza e vicinanza nei mesi trascorsi in Madagascar, caro p. Martone. Riposa in pace.
- Padre Vincenzo Martone, vero missionario evangelico con spirito alfonsiano, ha lavorato senza emettere suoni roboanti davanti a sé. Quando gli occhi hanno cominciato ad offuscarsi gli si è aperta la gloria del cielo. Prega per noi.
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