Martino Salvatore redentorista

P. Salvatore Martino (1914-1995) – Italia.

La Chiesa universale era ancora, tutta pervasa della luce della Risurrezione del Signore, quando il P. Salvatore Martino era chiamato a condividere in eterno il trionfo di Cristo sul peccato e sulla morte: erano le ore 16 del 17 aprile 1995, lunedì dell’Angelo.
Sincero e cordiale è stato il rammarico di tutti noi, che in questi anni abbiamo avuto modo di apprezzare e voler bene al P. Salvatore: e i disegni della Provvidenza hanno voluto che questo cordoglio della Provincia fosse espresso in modo significativo e al contempo singolare dalla concelebrazione di numerosi confratelli, di cui la maggior parte si sarebbe di li a poco trasferita a Ciorani per dare inizio alla II sessione del IX Capitolo Provinciale.

Nato il 3 novembre 1914 a Lettere (NA) da Giovanni e Vicidomini Diodata, P. Salvatore coronò quattordici anni dopo il suo desiderio di seguire più da vicino Gesù Redentore: era infatti il 28 settembre 1928, quando varcò la soglia dell’Educandato, che in quel tempo aveva sede a Ciorani.
Sempre a Ciorani diede inizio al suo Noviziato, il 29 settembre 1933, per emettere la sua prima professione nelle mani del P. Tommaso De Pascale, il 29 settembre 1934. Il tempo di dare inizio ai suoi studi filosofico-teologici, e si giunse al 29 settembre 1937, data della sua professione perpetua a S. Angelo a Cupolo.
Nel pieno della seconda guerra mondiale, P. Martino ebbe modo rinnovare – e nel modo più intenso – il suo sì a Cristo Redentore, diventando sacerdote a Pagani per le mani di Mons. Teodorico De Angelis, Vescovo di Nocera: era il 24 giugno 1940.

Il suo desiderio di mettersi sulle vie della missione ebbe modo di consolidarsi ancora con un biennio di studi (1940-41) a S. Angelo a Cupolo, e poi la sua vita fa registrare una successione di date che testimonia una disponibilità pari solo al suo anelito apostolico. Dal 1941 al 1947 P. Salvatore è missionario a Francavilla Fontana, e sempre missionario è dal 1947 al 1950 a Tropea e dal 1950 al 1951 a Marianella.
Una variabile in questo senso è rappresentata dai tre anni (1951-53) trascorsi a Foggia per l’assistenza spirituale alle Monache Redentoriste, per poi riprendere il ministero della predicazione dal 1953 al 1954 a Francavilla Fontana, dove assicura anche un prezioso servizio nell’assistenza liturgica e pastorale alla nostra Chiesa.

A quarantun anni P. Salvatore è ritenuto idoneo, dai Superiori, di esercitare il ruolo di Superiore: accade dal 1955 al 1961 a Marianella, dove era stato assegnato già dall’anno precedente. Sempre da Superiore risiede a Teano, dal 1961 al 1964.
Dopo un triennio trascorso a Napoli (1964-67) che lo rivede missionario a tempo pieno, P. Salvatore ebbe modo di trascorrere a Scala quasi un trentennio che potremmo considerare una lunga sosta, conclusiva del ripetuto “peregrinare” missionario che ha caratterizzato tutta la sua vita: dal 1967 al 1995 è a Scala, a contatto di quei luoghi dove affondano le radici del nostro Istituto.

Ma naturalmente durante questa pluriennale permanenza a Scala egli ha modo di esercitare ancora una volta la sua generosa disponibilità: secondo le richieste è ancora Missionario al popolo, confessore a Pompei e a Materdomini, e soprattutto, costantemente presso il Protomonastero delle Monache Redentoriste vicino alla nostra comunità di Scala.
E la sua disponibilità non è venuta meno fino negli ultimi giorni di vita: dopo aver espresso il suo desiderio di rimanere a Scala, ha accolto senza sussiego la proposta dei Superiori di trasferirsi alla casa di cura di Pagani, tenendo conto delle costanti attenzioni che la sua condizione di salute richiedeva.

Del P. Martino mi piace ricordare innanzitutto questa sua grande e tipica qualità: la disponibilità missionaria, che nasceva dalla consapevolezza di essere “mandato” ad un compito che non gli apparteneva ma che scaturiva dal cuore di Cristo, una disponibilità che si alimentava anche del contatto semplice con la gente semplice. Questa semplicità e cordialità di rapporto P. Martino ha esercitato anche in quello che potremmo considerare il “ministero” proprio dei confratelli assegnati a Scala, vale a dire la permanente accoglienza di numerosi confratelli che – da ogni parte del mondo – vogliono fare visita ai luoghi che hanno segnato inizialmente e carismaticamente la nostra storia.
Da quei luoghi P. Martino ha saputo attingere, maturare e trasfondere in quelli che l’hanno avvicinato il duplice amore verso la Madonna e S. Alfonso: un amore coltivato con la preghiera incessante, il raccoglimento e la dolcezza che ne hanno sempre caratterizzato la figura.

Insieme a questi segni della più squisita origine spirituale, P. Martino ci lascia il ricordo di tante qualità “umane” che egli ha messo al servizio dell’apostolato e dei semplici rapporti interpersonali: ricordiamo la sua costante serenità, l’assenza di rancore o di maldicenza verso chicchessia, la sua capacità di “raccontare” con una costante e accattivante vena umoristica.

Vogliamo ricordarlo così, il caro P. Salvatore: sorridente e benevolo verso tutti, ricco cioè di quelle qualità che sono oggi quanto mai preziose per la nostra vita fraterna.

P. Antonio Di Masi
Superiore Provinciale

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Dalla Lettera Circolare
del 30 aprile 1995

P. Salvatore Martino, caratteristico per la sua bassa statura attraverso la quale emanava un sentimento di viva simpatia ed un atteggiamento di grande disponibilità che si alimentava anche del contatto semplice con la gente semplice (foto in APNR, Pagani).

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P. Salvatore Martino: ha vissuto una disponibilità missionaria che scaturiva dal cuore di Cristo. In questo collage di foto: sulla terrazza della Casa di S. Antonio a Tarsia, Napoli, un momento di celebrazione in famiglia e in preghiera al Sacrario Militare di Redipuglia (GO).

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Fedeli e Confratelli onorano la salma del P. Salvatore Martino durante le esequie (18 aprile 1995).

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