In memoria di P. Dario Martino, C.Ss.R. 1930-2018 – Italia.
P. Dario Martino, C.Ss.R. 1930-2018 – Italia.
Il redentorista P. Dario Martino, 1930-2018, Italia, Provincia di Roma. Sin da giovane ha voluto diventare missionario, annunciatore della Redenzione di Cristo. Ed ha trascorso una vita di servizio alla pastorale parrocchiale e missionaria. È morto a 87 anni.
La sera del 7 settembre 2018 alla vigilia della festa della natività di Maria, presso l’ Ospedale di Sora è partito per il cielo il Padre Dario Martino redentorista, nato nel 1930, per anni parroco della Comunità di S. Pio X in Supino.
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Dati Ufficiali
- Cognome = Martino
- Nome = Dario
- Nazionalità = Italia – (Provincia di Roma)
- Nato = 15-Dic-1930
- Morto = 07-Set-2018
- Professione = 29-Set-1954
- Sacerdote = 29-Apr-1962
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I funerali del Padre Dario Martino sono stati celebrati domenica 9 settembre alle ore 15,00 nella Chiesa parrocchiale della Madonna del Buon Consiglio in Scifelli (Veroli), dove vive la comunità redentorista a cui apparteneva.
Il Padre Provinciale, P. Gianni Congiu, ha rivolto la seguente omelia.
Carissimi confratelli redentoristi
Carissimi parenti e amici di p. Dario
Vogliamo in questo momento lasciare che sia la Parola di Dio a parlare, a illuminarci sulla importanza della presenza del Signore nella nostra vita, a ricordarci che Gesù è il nostro Salvatore e Redentore. È la Parola di Dio infatti, che ci fa capire che sia che viviamo, sia che moriamo siamo del Signore e per questo possiamo con fiducia affidare al Signore il nostro p Dario.
Abbiamo ascoltato le letture previste per questa domenica, dove ci viene ricordato che il salvatore che Israele attendeva, non sarebbe stato solo un profeta o un liberatore sociale o politico, ma uno che si sarebbe preso cura delle persone concrete, in particolare dei più bisognosi: ciechi, sordi, zoppi, muti… per loro sperimentare la salvezza avrebbe significato recuperare pienamente l’umanità e superare l’handicap.
Nel Vangelo poi vediamo Gesù all’opera mentre guarisce un sordomuto permettendogli di potersi aprire all’ascolto e al dialogo con i fratelli e con Dio. Il commento finale della gente è molto bello: “Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti”.
Gesù è proprio colui che il Padre ha mandato per essere il Redentore dell’uomo, per riportare l’uomo alla pienezza del suo essere, per donare all’uomo la salvezza non solo dopo la morte, ma già in questa vita terrena: Gesù ha guarito tanti malati, ma ha anche donato a tanti la guarigione dello spirito: ti sono perdonati i tuoi peccati, va in pace! Quante volte Gesù ha pronunciato queste parole!
Questo annuncio di redenzione, questa redenzione abbondante di Gesù Cristo è stata sempre al centro della vita di p. Dario che accompagniamo nel suo passaggio dal nostro mondo a quello dell’eternità, fin dal primo giorno in cui ha varcato la soglia dell’ingresso nel collegio di Scifelli il 17 agosto 1947. Non aveva ancora 17 anni ma aveva già le idee chiare: voleva diventare missionario, annunciatore della Redenzione di Cristo. Dopo il Noviziato a Sant’Angelo a Cupolo (BN) e la professione religiosa il 29 settembre 1954, continua a Cortona i suoi studi che lo porteranno all’ordinazione sacerdotale il 29 aprile 1962: 56 anni fa!
In occasione del 50° di sacerdozio gli scrivevo tra l’altro:
Carissimo p. Dario
Mi piace pensare all’immagine del Sal 118: Formate il corteo con rami frondosi fino agli angoli dell’altare.
Il corteo con rami frondosi che si forma fino agli angoli dell’altare è un corteo formato da tutti coloro che il Signore ti ha fatto incontrare negli anni del tuo ministero nelle varie comunità redentoriste dove sei stato a Roma, a Modena, a Scifelli, a Frosinone, e nelle parrocchie di cui stato pastore: Colle Berardi e Supino. Non si può tacere neppure il tuo impegno nella CISM e quello di responsabile provinciale ANSPI che ancora porti avanti con particolare entusiasmo. I rami frondosi di cui si parla mi richiamano anche la tua passione per l’agricoltura, il giardinaggio e la tua abilità nella potatura degli alberi: tutte cose con le quali sei stato particolarmente vicino al mondo della campagna nel quale hai vissuto buona parte della tua vita sacerdotale.
Sono parole che sottoscriverei ancora oggi perché mi pare rispecchino fino in fondo la personalità e l’impegno missionario di p. Dario con la “sua” gente.
E quando la malattia ha bussato alla sua porta non ha dismesso questo impegno ma lo ha portato avanti in modo diverso: certamente offrendo al Signore la sua sofferenza, ma non solo.
Durante la sua permanenza nella struttura di Vicalvi, appena era riuscito a recuperare un minimo di forze, ha iniziato una preziosa opera di apostolato con gli altri ricoverati aiutando e confortando, e offrendo l’abbondante redenzione di Cristo anche con la celebrazione dell’Eucarestia.
Ma poi aveva voluto lasciare quella struttura perché gli mancava la sua comunità di Scifelli, dove è rimasto finché ha potuto, prima del ricovero finale all’ospedale di Sora, dove è deceduto la sera del 7 settembre alla vigilia della festa della natività di Maria.
Come confratelli, parenti, amici di p. Dario vogliamo anzitutto ringraziare Dio di averci donato questo missionario; vogliamo cogliere l’esempio della sua vita e in particolare il suo amore al Signore e alla sua vocazione redentorista di annunciarlo; vogliamo infine pregare per lui il Signore, nostro Salvatore, perché lo accolga tra le sue braccia misericordiose, e gli dia il premio riservato ai suoi servi fedeli.
E chiediamo anche al Signore che non lasci vuoto il posto lasciato da p. Dario ma chiami santi giovani che continuino l’opera preziosa del nostro confratello. Amen.