10. “SPERANZA NOSTRA, SALVE”
Gli eretici moderni non sopportano che noi salutiamo e chiamiamo Maria “speranza nostra”. Dicono che solo Dio è la nostra speranza e che maledice che ripone la sua speranza nella creatura: Maledetto l’uomo che confida nell’uomo (Ger 17,5). Maria, affermano, è una creatura; e come potrebbe una creatura essere la nostra speranza?
Questo dicono gli eretici. Tuttavia la santa Chiesa vuole che ogni giorno gli ecclesiastici e i religiosi proclamino e a nome di tutti i fedeli invochino e chiamino Maria con questo dolce nome di speranza nostra, speranza di tutti: “Speranza nostra, salve”.
Secondo san Tommaso, si pone la propria speranza in una persona come causa principale o come mezzo. Che spera una grazia dal re, la spera da lui come sovrano, mentre dal suo ministro o dal favorito la spera come intercessore. Se la grazia è concessa, viene principalmente dal re, ma tramite il suo favorito. Perciò chi chiede una grazia ha ragione di dire che il suo intercessore è la sua speranza.
Il re del cielo, essendo bontà infinita, desidera grandemente arricchirci delle sue grazie. Ma poiché da parte nostra è necessaria la fiducia, per accrescere in noi questa fiducia ci ha donato per madre e avvocata la sua stessa madre, a cui ha dato tutto il potere di aiutarci. Perciò vuole che riponiamo in lei la speranza della nostra salvezza e di ogni nostro bene.
Certamente quelli che pongono la loro speranza solo nelle creature indipendentemente da Dio, come fanno i peccatori, che per ottenere l’amicizia e il favore di un uomo arrivano a offendere Dio, questi sono maledetti da Dio. Ma quelli che sperano in Maria come Madre di Dio, tanto potente da ottenere loro le grazie e la vita eterna, questi sono benedetti da Dio e rallegrano il suo cuore, desideroso di vedere così onorata l’incomparabile creatura che più di tutti gli uomini e di tutti gli angeli lo ha amato e onorato in questo mondo. […]
Noi la preghiamo, scrive il monaco Eadmero, “affinché la dignità di chi intercede supplisca alla nostra povertà”; “quindi supplicare la Vergine con tale speranza, egli aggiunge, non è diffidare della misericordia di Dio, ma temere la propria indegnità”.
A ragione dunque la santa Chiesa applica a Maria le parole del Siracide: Madre… della santa speranza (Sir 24,24 Vg): la Madre che fa nascere in noi non la speranza vana dei beni miserabili e transitori di questa vita, ma la santa speranza dei beni immensi ed eterni della vita del cielo.
Preghiera
“Ave, speranza dell’anima mia; ave, salvezza certa dei cristiani; ave, aiuto dei peccatori; ave, difesa dei fedeli e salvezza del mondo… Vergine santa, proteggici e custodiscici sotto le ali del tuo materno amore, poiché non abbiamo, dopo Dio, altra speranza che te” (Sant’Efrem). […]
“Mia Signora, tu sei il conforto donatomi da Dio, la guida del mio pellegrinaggio, la forza della mia debolezza, la ricchezza della mia miseria, il rimedio delle mie ferite, il sollievo dei miei dolori, la liberazione dalle mie catene, la speranza della mia salvezza. Esaudisci le mie suppliche, o mia regina; abbi pietà dei miei sospiri, o rifugio, vita, aiuto, forza e speranza mia”(San Germano).
(da Le Glorie di Maria, Parte I, III, 1).
Ogni giorno un’immagine di Maria