Maggio 2 Povertà

2 maggio
Povero si chiama chi desidera quei beni che non ha; ma chi non desidera alcuna cosa, e si contenta della sua povertà, è ricco appieno. Di costoro dice S. Paolo: (Nihil habentes et omnia possidentes 2Cor. VI, 10». 

Niente hanno e hanno tutto i veri amanti di Dio; perché quando mancono loro i beni temporali, dicono: Gesù mio tu solo mi basti, e così restano contenti. I Santi non solo hanno avuto pazienza nella povertà, ma hanno cercato di spogliarsi di tutto, per vivere distaccati da tutto di spogliarsi di tutto, per vivere distaccati da tutto, ed uniti solamente a Dio. Se non abbiamo lo spirito di rinunziare a tutti i beni di questa terra, almeno contentiamoci di quello stato fin cui ci vuole il Signore; e la nostra sollecitudine non sia per le ricchezze terrene, ma per quelle del Paradiso, che sono immensamente più grandi, e sono eterne.
(S. Alfonso, Pratica di amare Gesù Cristo: cap. XIV n. 10, Favero 1953).

  • Un giorno l’Arcivescovo di Salerno nel far visita a S. Alfonso, ammirando la sua povertà nel vestire, attonito esclamò: “O beato Voi, Don Alfonso, che l’avete indovinata ed io temo di perdermi!».

Da “Spigolature“, a cura di P. Pompeo Franciosa, 1987.

Dal Calendario storico C.Ss.R.

  • 2 maggio 1762 = Alfonso, alla vigilia della sua ordinazione episcopale, giunge pellegrino al santuario mariano di Loreto, dove si trattiene tre giorni.
  • 2 maggio 1855 = Seconda riunificazione della Congregazione. P. Nicolás Mauron fu eletto Superiore Generale.
  • 2 maggio 1964 = Giungono a las Tabias, per prendere in carico la parrocchia, i fondatori della prima casa redentorista in Panama. Aveva preparato questa fondazione il padre José Morán Pan.
L'Arcivescovo Fabrizio de Capua (a Salerno dal 1730 al 1738) aiutò molto S. Alfonso nell'avvio dell'Istituto redentorista nella sua diocesi (tela in episcopio a Salerno)