P. Mario Loffredo (1908-1953) – Italia.
È morto ad Atripalda il carissimo P. Mario Loffredo. Dal giorno 6 marzo 1953, alle ore 16, un ripetuto attacco di paralisi originato da tubercolosi renale, gli toglieva conoscenza e parola. Dopo circa dieci ore, riacquistava la conoscenza, riceveva in piena coscienza i Santi Sacramenti e rinnovava la Professione Religiosa. Il 12 marzo, alle ore 21, circondato dalle affettuose premure della famiglia, dello stesso P. Provinciale e di altri Confratelli, se ne volava al cielo.
Era nato ad Atripalda, il 23 settembre 1908, emise i voti il 3 ottobre 1925, e fu ordinato Sacerdote il 15 aprile 1933.
Da fanciullo entrò nel nostro Educandato di Ciorani, a seguito della Missione predicata nel suo paese dai nostri Padri; e sin d’allora, come sempre nella vita, dimostrò il più grande attaccamento alla vocazione nel nostro Istituto.
È a tutti noto lo zelo da lui dimostrato nel procurare la salvezza delle anime. Benché quasi abitualmente sofferente, egli dispiegava tutte le sue energie nelle attività della nostra vita apostolica, alla quale si era preparato non solo nei laboriosi anni della vita di Studentato , ma ancora collo studio assiduo dei componimenti che lo resero degno di appartenere alla schiera dei nostri migliori Missionari, specialmente apprezzato dalle persone colte.
Sempre impegnato ad apprendere e a prodigarsi per fare del bene, poté dare anche alla stampa il suo contributo con decoro dello Istituto, decoro che egli sostenne col suo dignitoso contegno sia nei Collegi sia nei paesi ove si portava a predicare.
Il suo carattere era buono, affettuoso e sincero, benché a volte non immune da umane manchevolezze dovute non a cattiveria di animo ma al suo temperamento, che egli cercava di dominare con instancabile sforzo di volontà.
Da qualche anno, per gravi motivi e con le debite licenze dei Superiori, dimorava in famiglia, e mentre era in attesa di tornare in Comunità fu colpito, or sono dieci mesi, da una paralisi che lo immobilizzava e lo conduceva alla morte.
Nel periodo di questa grave malattia, ha dato prova della più esemplare uniformità alla volontà del Signore, accettando con animo sereno la grande prova. Quanti gli erano accanto e i suoi Confratelli che spesso lo visitavano restavano edificati del suo comportamento e del grande spirito di pietà che lo animava.
Sperava sempre di poter tornare a lavorare nella vigna del Signore, ma la morte troncò la sua ancor giovane esistenza. La sua anima è volata al cielo purificata nel crogiuolo della sofferenza e ricca di grandi meriti.
P. Francesco Minervino
Procuratore Provinciale
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Profilo tratto da Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino,
Pompei 1985
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