Lettera al Signor Don Filippo Taccone_2

Lettera n. 35. Al Signor Don Filippo Taccone, Mileto 1835

35. Al Signor Don Filippo Taccone, Mileto[1].
Gli dà notizie sulla sua salute e sulla Comunità ammalata.

Tropea, 15 giugno 1835
Jesus, Maria, Joseph,  Beatus Alphonsus

Carissimo Don Filippo

Volete sapere come stiamo di salute. Con piacere vi rispondo che ho quasi tutta la Comunitàammalata, ed il P. Morfese[2] coll’ettisi polmunare[3]; ma ci uniformiamo alla Volontà di Dio.
Solamente io posso tirare innanzi coll’ajuto di Gesù Cristo e colla Protezione della Madonna; ma vado risentento i passati travagli, e per cui una grande debolezza vado sentendo da giorno in giorno.

Posto ciò, non mi fido affatto far viaggi, se non dopo Agosto, se piace al Signore: onde se vostra Madre mi vuole far scrivere dal Confessore[4], come debolmente potrò, risponderò al suo dubbio. Sebbene dovrebbesi quietare al saggio consiglio del Direttore[5], a cui non[6] son degno neppure sciogliergli i legami delle sue scarpe.

Non mancherò pregare per voi, e per tutti della famiglia. Riossequio Vostra Madre, a cui direte che si deve far Santa come S. Brigida[7], e stia allegramente.

Riossequio Don Teodoro[8], e le Sorelle[9]. E dopo d’avervi abbracciato caramente nel Cuore di Gesù, e sotto il manto della Madonna, passo a dirmi

Vostro
Umilissimo Servitore ed Amico
Vito Michele Di Netta
del SS. Redentore

Indirizzo:
A Sua Eccellenza
Il Signor Don Filippo Tacconi
Mileto


[1] Lettera facente parte del pacchetto presentato ai Processi Ordinari Tropeani da Filippo Taccone-Gallucci, Processi sugli Scritti, pag. 86 88 – fol 29.

[2] P. Molfese Nicola, nato il 16 dicembre 1780 a Buonalbergo (BN), ordinato sacerdote il 19/5/1805 ad Alatri dal vescovo Giuseppe Della Casa vesc. di Alatri. Morì il 22 settembre 1835 a Tropea, di tubercolosi, dopo lungo periodo di malattia.

[3] Tubercolosi.

[4] Nella lettera n. 31 lo chiama “Confessore Teologo Majo”

[5] Facilmente è il cugino Pasquale Taccone, canonico della Cattedrale e successivamente, dal 1849, vescovo. Uomo di grande scienza e spirito.

[6] Nota dei trascrittori: “ La parola ‘non’ è quasi tutta tarmata.- Can. Cant. F. Tranfo, Not. Att. Dep.- G. Can. Penit. Fameli.

[7] Principessa di Svezia, sposata con otto figli; rimase vedova nel 1344. Già insieme al marito organizzava la carità e l’assistenza ai poveri; dopo la morte di lui si stabilisce a Roma e vive una vita densa di ascetismo e rivelazioni mistiche. È proposta come modello esemplare di sposa, di madre e di vedova. Da papa Giovanni Paolo II è stata dichiarata Compatrona d’Europa nel 1999.

[8] Cf. lettera precedente.

[9] Concetta, la maggiore ed Elena, la minore.

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          Con cuore integro e fedele
       LETTERE DEL Ven. P. DI NETTA
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Lettera n. 35
legge: Donato Mantoan
[audio:/LettereMp3/035.mp3]

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