Lettera n. 44. A Pasqualina Brancatisano, Santa Cristina 1840
Direzione spirituale: uniformità alla Volontà di Dio.
Tropea 29 maggio 1840
Jesus, Maria, Joseph, Sanctus Alphonsus
Figlia in Gesù Cristo
Sono quattro giorni, che mi sono ritirato dalla missione di Morano[3] dopo sei giorni di lungo viaggio. Tutto a gloria di Gesù Cristo.
Alla vostra rispondendo vi dico, che la vostra malattia viene da Dio[4], onde ringraziatelo, ed io mi consolo; anche perché l’incamino intrapreso della presenza di Dio vi fà felice, e contenta.
Va bene tutto quanto avete risoluto, particolarmente nell’uniformità alla volontà di Dio, umiltà e modestia degli occhi.
Gli esami[5] non li lasciate. Ed usate tutta la mansuetudine, e dolcezza. Non dubitate dell’assistenza dello Spirito Santo, il quale vi regola, e vi dirigge, e però pregate S. Alfonso[6] che vi soccorresse.
L’orazione migliore è il soffrire per amore di Gesù Crocifisso, onde non affliggete il vostro cuore se siete con dolori, e malattie; allora dovete esser contenta. Quando commettete qualche difetto umiliatevi, ma non dovete perdere la pace; e la disciplina colle corde per tra Pater, Ave, e Gloria potete farla.
Il Rosario Giaculatorio[7] potete dirlo come meglio volete, anche nel letto. Ma niente mi dite se vi comunicate ogni giorno.
Vi ringrazio delle preghiere, che non lascio anche fare per voi sempre.
E resto benedicendovi ne nomi di Gesù, e di Maria.
Vi accludo le cartelline[8].
Umilissimo Servitore e Padre
Vito Michele Di Netta
del SS. Redentore
Indirizzo (timbro di) Monteleone
All’Illustrissima Signora
La Signora DonnaPasqualina Brancatisano
Cose di Coscienza
Palmi per Santa Cristina
[1]Pasqualina Brancatisano, figlia di Martiniano (notaio, nato il 2 gennaio 1774) e di Anna Codespoti (Ardore), nacque il 14 Ottobre 1814, morì a Santa Cristina il 23 aprile 1881.
[2] Lettera autografa che si trova presso la Postulazione Generale Redentorista in Roma, Via Merulana.
[3] Morano Calabro, comune calabrese (oggi di 4.500 abitanti, ma nell’ottocento erano molto di più) quasi al confine tra Calabria e Lucania, nei pressi di Campotenese, dove nel 1806 si svolse una battaglia tra le truppe borboniche e francesi che ebbero la meglio.
[4] La giovane Brancatisano non gode di buona salute; forse per questa ragione vi era opposizione in famiglia circa la sua vocazione.
[5] Gli esami di coscienza giornaliera: mattina, mezzogiorno e sera.
[6] Il Beato Alfonso de Liguori era stato proclamato Santo il 26 maggio 1839.
[7] Raccolta di giaculatorie di quindici decadi, che il P. Di Netta distribuiva a tutte le sue penitenti.
[8] Piccole veline stampate con una immagine sacra, in prevalenza della Madonna Immacolata, che il devoto ingoiava o cuciva tra le pieghe dell’abito.
Con cuore integro e fedele LETTERE DEL Ven. P. DI NETTA —————– Lettera n. 44 Legge: Donato Mantoan |
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Una diapositiva al giorno sulla vita del Venerabile
P. Vito Michele Di Netta