Lettera n. 95 Al P. Don Celestino Maria Berruti, Napoli 1849
95. Al Reverendo P. Don Celestino Maria Berruti, Napoli[1].
Sulla morte del P. Basso e altre questioni.
Tropea 30 marzo[2] 1849
Jesus, Maria, Joseph, Alphonsus
Veneratissimo mio P. Rettore
Con sorpresa e sommo cordoglio di tutta la Comunitàsi è intesa la morte dell’ottimo P. Basso[3], che anche per molti anni è stato benefattore di questo Collegio[4]: per cui ci siamo affrettati d’applicare i soliti suffragi per l’anima sua benedetta, ed avvisarne Vostra Riverenza.
Con questa occasione prevengo Vostra Riverenza, come la Monaca Galluppi[5] vi rimetterà altri 12 ducati di messe. Benedetto S. Gaetano che ci provvede per mezzo di quella serva di Dio, e già colla posta l’avviso di questo impegno.
Aspettiamo gli Ordinarj per mezzo del P. Sileo[6], e non si vedono. Aspetto il P. Giurazzi[7] e neppure; poiché se questo ritorna qua, potete rimettermi la Piside[8], quel danaro che avete, la via della salute[9] ed altro, purché prima non l’avete consegnato al Nipote di Tommaso La Ruffa[10], come con altra vi pregai.
Finalmente vi prego scusarmi di tante incombenze, che sono per Vostra Riverenza una croce veramente. Vi bacio la Sacra Mano, e sono
Di Vostra Riverenza
Umilissimo Servitore e Fratello in Gesù Cristo
Vito Michele Di Netta
del SS. Redentore
[1] Copia di lettera sull’originale fatta dal P. Ernesto Bresciani, Roma 11 dicembre 1899, che si trova presso la Postulazione Generale Redentorista in Roma.
[2] Formato originale della data: 30 del 1849. Questa volta il mese è presunto dalla giorno della morte del P. Basso (21 febbraio 1849): è il primo “30” dopo la sua morte, poiché febbraio ha 28/29 giorni.
[3] La morte di questo Padre è riportata dal Catalogo del P. Minervino in data 21 febbraio 1849.
[4] Era stato procuratore di tanti affari, soprattutto per l’amministrazione dei censi (cf. lettere n. 15, 16, 17).
[5] Non ci sono particolari su di essa.
[6] Sileo Gaetano, di Raffaele e Samela Rosa, nato il 7 agosto 1808 ad Avigliano (PZ); ordinato sacerdote nel 1832 e missionario in Calabria per diversi anni, soprattutto a Stilo. Morì il 7 gennaio 1878 ad Avigliano, esclaustrato per la soppressione.
[7] Cf. nota della lettera 84 del 7 gennaio 1847.
[8] Pisside, vaso sacro per conservare le ostie consacrate.
[9] “La Via della salute”, opera ascetica di S. Alfonso che offre letture e meditazioni seguendo l’anno liturgico.
[10] Non sappiamo chi fosse. Forse una famiglia di Fitili di Parghelia, dalla quale successivamente è venuto tra i redentoristi un Tommaso La Ruffa, poi uscito e diventato parroco del suo paese.
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