Lettera n. 94 Al Signor Don Filippo Taccone, Mileto 1849
Lo consiglia ad impegnarsi nell’azione polica e sociale.
Tropea 2 febbraio 1849
Jesus, Maria, Joseph, Sanctus Alphonsus
Don Filippo mio Carissimo
Subito ho ricevuta la risposta dal P. Arcuri[2] da me impegnato per voi in Catanzaro[3], e ve l’accludo con altra alle Zie Monache[4]. Fate come vi scrive il nostro P. Arcuri, e spero che saranno eseguiti i vostri riclami. Ma come vi scrissi altra volta, se Iddio vi vuole Sindaco[5], potete fare molto bene per la Società[6].
Comandatemi in altro, che mi conoscete abile, e passo ad abbracciarvi ossequiando i vostri, particolarmente la Sposa, ed il picciol Nicola Alfonso[7].
Vostro
Umilissimo Servitore ed Amico
Vito Michele Di Netta
del SS. Redentore
Indirizzo:
A Sua Eccellenza
Il Signor Don Filippo Tacconi
Monteleone per Mileto
[1] Lettera facente parte del pacchetto presentato ai Processi Ordinari Tropeani da Filippo Taccone-Gallucci, Processi sugli Scritti, pag. 98 – fol 34
[2] Arcuri Carlantonio, di Saverio e di Montanelli Teresa, nato il 22 luglio 1802 a Terranova (oggi Terranova Sappo Minulio – RC); ordinato sacerdote nel 1826 a Gerace (RC) restò prevalentemente in Calabria (in particolare a Catanzaro) per l’apostolato missionario. Morì il 18 dicembre 1863 a Tropea, ove si era trasferito da Catanzaro in seguito alla soppressione di Catanzaro.
[3] A Catanzaro era stata aperta la seconda Casa redentorista della Calabria con annessa la piccola chiesa di Santa Caterina, che oggi non esiste più perché trasformata; rimane solo l’omonima piazza a ricordo.
[4] Le zie monache cistercensi nel monastero di Messina (cf. lettera n. 10).
[5] Fu sindaco di Mileto, operatore di pace e giudice di pace in quei tempi risorgimentali che portarono rivendicazioni e vendette.
[6] Fu consigliere rappresentante del distretto di Monteleone a Catanzaro. Fa parte della prima associazione della rivista Civiltà Cattolica. Si mostrò padre, non padrone, verso i coloni delle sue terre, che egli migliorò saggiamente senza buttarsi in avventurose iniziative.
[7] Figlio primogenito: Nicola come il nonno, Alfonso su suggerimento del P. Di Netta (Mileto 13 ottobre 1847 – Messina 29 agosto 1905). Fu letterato, politico ed esponente cattolico di spicco nel primo periodo della unificazione del Regno d’Italia; nel 1871 sposa Antonietta Aiossa. Dopo il 1860 insieme al papà Filippo divenne quasi un perseguitato politico a causa della sua dichiarata fedeltà al Papa ormai privato dello Stato Pontificio. Il papà godette qualche riguardo, ma Nicola dovette subire una dura e intollerante contrapposizione. Nicola lascerà ampi ricordi del padre e della famiglia, che il fratello vescovo Mons. Domenico Taccone-Gallucci pubblicherà, anonimo, “Il libro Della vita e delle opere del barone Nicola Taccone Gallucci (Stab. Tip. F. Morello, Reggio Calabria 1906). A questa pubblicazione e all’atra “La famiglia Taccone-Gallucci“, Roma Collegio Araldico 1904, abbiamo attinto le notizie sui membri della famiglia.
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