Lettera a Celestino Maria Berruti

Lettera n. 47. P. Celestino Maria Berruti, Napoli, 1840

47. Al Reverendo P. Don Celestino Maria Berruti[1], Napoli[2].
Lo prega di consegnare il denaro a Filippo Taccone.

Tropea 15 Luglio 1840
Jesus, Maria, Joseph, Sanctus Alphonsus

Reverendissimo[3] mio Padre Ministro[4]

Per la posta ho ricevuto una vostra, e per il P. Perrelli[5] vi ho pregato unire per ora qualche somma, e consegnarla al Latore di questa Don Filippo Taccone[6].

La detta somma sarebbe di circa 40 Ducati, se avrete ricevuto dal Rettore di Caserta[7] 18:40 e se vi compiacete pregare Don Gaetano di Stilo[8] per l’anticipazione. Mi preme servire detto Giovine perché benefattore nostro, e la Madre mi manda una botte di olio[9] per noi il migliore.

Per il Campo Santo[10] non dormo, ed ho strepitato. Spero dopo ricevuta la sentenza mandare un Fratello colà e meglio assistere.

Vi bacio le Sante Mani, e mi raccomando alle vostre orazioni

Di V. R.
Umilissimo Servitore e Fratello in Gesù Cristo
Vito Michele Di Netta
del SS. Redentore

Indirizzo:
Al Molto Reverendo Padre Ministro
Il P. Don Celestino Maria Berruti
del SS. Redentore
Napoli


[1] Celestino Berruti, figlio di Pietro Francesco, notaio, e di Rustichelli Cristina, nato il 24 agosto 1804 a Cinaglio (Asti), entrato tra i Redentoristi nel 1819 a Spello (PG), sacerdote nel 1827. Fu Consultore Generale e successivamente Rettore Maggiore dal 9 marzo 1855 al 17 settembre 1869 per le Case del Regno delle due Sicilie. Morì il 17 maggio 1872 ad Ercolano (Resina – NA).

[2] Lettera facente parte del pacchetto presentato ai Processi Ordinari Tropeani da Filippo Taccone-Gallucci, Processi sugli Scritti, pag. 100 – fol 35. – Al destinatario fu consegnata a mano da Filippo Taccone.

[3] Nota dei trascrittori “Leggasi R.vmo – Can. Cant. F. Tranfo, Not. Att. Dep.- G. Can. Penit. Fameli”.

[4] Nelle Case redentoriste si chiamava “Padre Ministro” il Padre Economo.

[5] Perretta Michele di Luigi e De Mauro Eugenia, nato il 26 ottobre 1796 a Saviano (Napoli), sacerdote il 22 settembre 1821 a Rossano (CS). Per diverso tempo fece parte della comunità di Catanzaro dove morì il 29 marzo 1858.

[6] Filippo Taccone, figlio di Nicola e Carolina Gallucci, si era trasferito a Napoli per gli studi giuridici che completò in tre anni. Nei ritorni che faceva in famiglia a Mileto, disbrigava qualche faccenda al P. Di Netta, al quale era assai legato da amicizia e venerazione, anche per la guarigione avuta da piccolo (cf. nota alla lettera n. 24).

[7] Era il P. Camillo Giordano, nato il 10 marzo 1785 a Corbara (SA) e morto il 2 maggio 1861 a Pagani, mentre era di residenza a Ciorani.

[8] Deve trattarsi del P. Sileo Gaetano, di Raffaele e di Samela Rosa, nato il 7 agosto 1808 ad Avigliano (PZ). ordinato sacerdote nel 1832 e morto nel 1878. Di lui il P. Di Netta parla nella lettera del 30/3/849; era di residenza a Stilo, in provincia di Reggio Calabria, dove c’era un’altra Casa redentorista.

[9] Cf. lettere n. 39. e 47.

[10] Un’altra vertenza che afflisse il P. Di Netta mentre era Rettore; ma al momento non sappiamo altro su ciò.

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           Con cuore integro e fedele
       LETTERE DEL Ven. P. DI NETTA
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Lettera n. 47
Legge: Donato Mantoan
[audio:/LettereMp3/047.mp3]

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