Lettera n. 39. Alla Signora Donna Carolina Gallucci, Mileto 1836
La prega di ritirare una botte di olio per conto della Comunità
Tropea 18 Giugno 1836
Jesus, Maria, Joseph, Beatus Alphonsus
Gentilissima Signora
Questo Fratello Pasquale[2], venuto da Monsignor Coppola in Nicotera[3], mi dice scrivervi, che Monsignor già ha pagata la nostra botte[4] di olio in Gioia[5], onde potete scrivere là al vostro corrispondente, che se la prendesse, e la tenesse di vostro conto. Bisogna però un biglietto del ridetto Mons. Coppola, il quale lo farà subito, che sarà avvisato da chi credete, anche per lettera.
Fratello Pasquale meco unito vi riossequia colle Figliole. Abbraccio Teodoro, e Filippetto[6] ne Cuori SS. di Gesù, e di Maria, quali prego continuamente per la vostra Casa, e che vi compensassero tanta carità che ci avete usata.
Umilissimo Vostro Servitore
Vito Michele Di Netta
del SS. Redentore
Indirizzo:
A Sua Eccellenza
la Signora Carolina Gallucci,
Mileto
[1] Lettera facente parte del pacchetto presentato ai Processi Ordinari Tropeani da Filippo Taccone-Gallucci, Processi sugli Scritti, pag. 50 – fol. 10.
[2] Su Fratello Pasquale Avallone cf. lettera n. 25.
[3] Il Vescovo di Oppido, Francesco Maria Coppola, prima era Canonico teologo della cattedrale di Nicotera.
[4] Originale: botta.
[5] Oggi Gioia Tauro. Al tempo del P. Di Netta era un centro di 1.200 abitanti, posto nella omonina piana e ricca di eventi storici sin dall’antichità. Oggi è un grosso centro di 18.500 abitanti con un porto che per traffico di merci e di containers è tra i primi in Europa.
[6] Per notizie su queste persone cf. lettere precedenti nn. 31-38..
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Con cuore integro e fedele LETTERE DEL Ven. P. DI NETTA —————– Lettera n. 39 legge: Donato Mantoan |
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P. Vito Michele Di Netta