( ◊ in Belgio) –Fratello Gérard Knockaert (1845-1929) – (+ in Belgio)
Fratello Gérard Knockaert. Mouscron, 1929.
Nato a Courtrai (Belgio) il 16 giugno 1845, Gustave Knockaert, diligente a scuola e poi ai corsi di disegno dell’accademia di Courtrai, realizzò l’ideale dello scolaro e dello studente impegnato nel lavoro.
Entrato in Congregazione verso il 1865, Gustave portò, insieme a una buona formazione nell’arte di falegnameria e di scultore, uno spirito serio e calmo, un’anima piena di ardore per il lavoro manuale e per la santificazione.
Suo zio, Fr. Edouard, l’aveva preceduto in Congregazione da qualche anno; così, dall’anno 1865, iniziò tra zio e nipote una profonda e santa comunione di esistenza, vissuta per 45 anni al servizio delle nostre case.
La loro falegnameria era un vero oratorio. Preghiere, giaculatorie, Ave Maria, sgorgavano dal cuore o dalle labbra dei due operai senza interruzione. Le grida “Gesù, amore mio! Maria, mia speranza!” ripetute alternativamente dallo zio e nipote, fra le altre preghiere e giaculatorie formavano una catena di oro che univa le loro anime e, dal lavoro dell’officina, si levavano fino al cielo.
Il P. Desurmont propose a Fr. Gérard lo studio, ma questi non si sentiva attratto che dal servire umilmente la Congregazione nell’ufficio di architetto. Da quando emise i voti, nel 1874, rese con lo zio, Fr. Edouard, i più grandi servizi alla cara Famiglia religiosa.
Fino al 1880, le case di Gannat, Saint-Nicolas-du-Port, e Paris, vedono impegnati i nostri due fratelli. Nel 1880 in poi, saranno le case di Oosterhout, Geleen, Stratum, Dongen e l’educandato di Uvrier, in Olanda, che li vedranno impegnati per sistemare i rifugi per i novizi e studenti cacciati dai decreti di espulsione contro i religiosi.
Una parentesi durante la persecuzione impegnò Fr. Gérard ad Antony nella costruzione di una vasta casa destinata al noviziato e a residenza del P. Provinciale, poi a Thury-en-Valois per preparare la futura casa degli studenti che lasciavano Dongen.
Questo è il periodo glorioso, non meno fecondo, che ha meritato a Fr. Gérard il giusto nome di architetto della Madonna del Perpetuo Soccorso. Accadde alternatamente con la chiesa dei nostri Padri a Madrid, stimata una delle più belle della capitale; con quella di Paris-Mènilmontant, magnifica per la bellezza artistica e l’audacia inspirata delle sue linee; con quella di Mulhouse, di Sables d’Olonne e con quella di Santiago ammirata da tutto il paese.
Poi iniziò il restauro e l’ampliamento della chiesa di S. Alfonso a Roma, la costruzione della casa presso la chiesa di S. Gioacchino.
Leone XIII lo fece venire per fare la perizia del Laterano. Più di venti volte è stato chiamato a Roma dai superiori. Infine sono le Redentoriste di Scala, di Saint-Amand, di Wargnies, di Namur che ricorrono al suo talento, e anche numerose comunità esterne alla Congregazione.
Nel 1903, innalza a Mouscron in onore di S. Gerardo, suo patrono, l’educandato della Provincia di Parigi ed è ancora ai giovanissimi della Congregazione che consacra gli ultimi giorni della vita.
Fr. Gérard fu il vero religioso Redentorista, discepolo di S. Alfonso e devoto alla Regola. In particolare, nei suoi propositi vi era la premura di avanzare ogni giorno nella filiale devozione verso la SS.ma Vergine, fino alla morte. Maria lo guidava all’amore del Santissimo Sacramento. «Devo lavorare per Lui e non per vana gloria». La domenica era per lui il giorno della preghiera nell’oratorio; pregava in ginocchio senza muoversi.
Rimandava le occupazioni piuttosto che sorvolare o abolire la preghiera. Le sue intenzioni erano innumerevoli: la Chiesa, la Congregazione, le anime, il Papa, i superiori, le missioni, i confratelli.
Finché egli visse scomparve sempre dietro suo zio che chiamava :”il padrone”. La sua carità era generosa, delicata, illuminata, dolce e paziente con le maestranze ed operai. E in questo lavorio di vita interiore, Fr. Gérard praticò spesso in maniera eroica la virtù, senza che alcuno intorno a lui se ne accorgesse. Subì gravi prove interiori e i superiori dovettero metterlo in guardia contro le inquietudini e spingerlo a riposarsi tranquillamente in Dio.
Dopo 63 anni trascorsi al servizio della Congregazione, improvvisamente fu colpito da un male, che lo inchiodò in croce per dieci giorni con vive sofferenze. Il caro fratello mostrò ampiamente a tutti quali tesori di virtù e di grazia gli aveva fatto acquisire la sua lunga vita di abnegazione, di lavoro e di preghiera.
Con sentimenti di riconoscenza per la vocazione, di perfetta conformità alla volontà di Dio, con continue preghiere alla SS.ma Vergine, al suo buon “Maestro”, consumò il sacrificio poco dopo l’angelus del mezzogiorno. Ricevette allora, ne siamo certi, la ricompensa della sua eroica fedeltà alla grazia della vocazione religiosa nella Congregazione.
– «Domine, dilexi decorem domus tuae, et locum habitationis tuae». Ps.25.
Professione: 1° maggio 1874.