Jafrate Alessandro redentorista

P. Alessandro Jafrate, C.Ss.R. 1873-1946 – Italia.

P. Alessandro Jafrate, C.Ss.R. 1873-1946.Click foto per ingrandire.

Il redentorista Alessandro Jafrate, 1873-1946, Italia, Provincia di Roma, fu mandato in Sicilia; ma per una accusa infamante chiese di ritornare in Provincia. Egli appare, con cognome leggermente difforme, nella foto degli studenti di Cortona nel 1896. Morì a 72 anni: Gossi (+1898), Aniballi, Gaviglia, Gilli (+1899), Gasparini, Di, Tomaso (+1907), De Santis (+1918), Pasutto, Butturini, Pitoni, Gargano, Dandolo (+1898), Vecchioni, Lafrate = Jafrate), Fiorini, Rassaldi (=Ranaldi), Giacopini, Vigna, Paoletti, Moretti, Messerotti, (+1902), Bertor.

Dati ufficiali

  • Cognome = Jafrate
  • Nome = Alessandro
  • Nazionalità = Italia – (Provincia di Roma)
  • Nato = 29-Nov-1873
  • Morto = 22-Ott-1946
  • Professione = 17-Set-1893
  • Sacerdote = 08-Set-1898

In Sicilia nel 1907 vi furono due arrivi, quello del P. Pietro Romagna di 42 anni il 28 ottobre  in previsione dell’apertura dell’Educandato a Uditore e quella del P. Alessandro Jafrate di anni 34 a Sciacca il 5 luglio, allontanato dalla Provincia Romana.

Così l’Addrizza racconta la storia di questo padre, che era stato accusato ingiustamente di cose disonorevoli: 

«Il 17 giugno 1907 il Rev.mo [P. Generale] mi scrisse:Con la grazia di Dio e la cura di V. R. (il P. Jafrate) si emenderà. Anche egli, se non gli ha fatto, dovrebbe quamprimum fare i suoi dieci giorni di ritiro annuale».
Il P. Jafrate non si dava pace, spesso veniva a piangere da me, voleva giustizia, perché falsamente accusato. Cercavo calmarlo e persuaderlo a pazientare, che avrei messo le cose al proprio posto. In comunità niente si seppe, e proibii a lui di parlarne.
Ma per quanto mi facessi, il padre era preso da un incubo, e passava notti insonne, sicché ad impedire qualche grave malattia, scrissi al Generale ed ecco la risposta del 12 novembre 1907:
«Mille grazie della buona lettera. V. R. fa bene; è padre e madre insieme; così metterà calma, pace e santa gioia nei buoni padri Jafrate e Biondi. Se poi il P. Jafrate insistesse per voler ritornare in continente, V. R., potrà comunicargli la nuova accusa, la quale, sebbene originata da una sola persona, diventa però assai credibile e si unisce all’altra accusa …».

Con bella maniera adempii a questo dovere e persuasi il Jafrate di mandare una relazione in sua difesa prima del ritorno, ne scrissi al Generale, il quale il 27 dicembre 1907 chiese: «La relazione del P. Jafrate sia vera, sincera, senza passione, fatta innanzi a Dio ed alla morte. Fiat pax».

La relazione fu fatta dal p. Jafrate e da essa risultavano infondate le accuse.
Il P. Jafrate partì da Sciacca il 12 gennaio 1908 per Frosinone. Fu trattata in Villa Caserta la sua causa, ne prese le difese il consigliere generale P. Carlo Dilgskron, e per mancanze di prove caddero le accuse. “Viva Dio, mi scriveva il Padre, ringraziandomi delle paterne cure a lui usate”.

Il P. Jafrate è un ottimo confratello, incapace di far male, pieno di buone maniere con tutti e di spirito allegro, è molto atto nel predicare la divina parola, e lasciò nome di s in Roma, in Modena, in Verona, in Sicilia, ed ora, che scrivo, lavora con zelo in missioni ed altri lavori, da vari anni risiede nella casa di Scifelli».

Fonte
Russo Giuseppe
, C.Ss.R., Il grande contributo che ha dato la Provincia Romana per la rinascita della Congregazione in Sicilia dal 1887 al 1936, in Spicilegium Historicum 65 (2017) > p. 400

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