15. Il timore di essere derisi (Rispetto umano /1)
“C’è una vergogna che porta al peccato e c’è una vergogna che è onore e grazia”
È una malvagità enorme quella di coloro che, non solo offendono Dio, ma vogliono farlo offendere anche dagli altri. E spesso riesce loro di raggiungere questo esecrabile intento.
Esistono infatti persone deboli e vili che, per non essere derise e prese in giro dalla gente, lasciano la via del bene e si gettano nella vita cattiva. Di ciò si rammaricava sant’Agostino dopo la sua conversione: quando egli frequentava i peccatori, si vergognava di non apparire iniquo e sfacciato come loro: “Mi vergognavo di vergognarmi”.
Quanti, per non sentirsi dire: “Ecco il santo! Dammi un pezzo di abito per reliquia! E’ meglio che vai a vivere in un deserto! Perché non ti fai prete?” Quanti, dico, per non sentire rimproveri simili dai loro cattivi amici, si mettono a imitarli?
Quanti ancora, nel ricevere un affronto, decidono di vendicarsi, non tanto per la passione dell’ira, quanto per rispetto umano, cioè per il timore di essere considerati dei vigliacchi?
Quanti, dopo una parola o frase scandalosa scappata loro di bocca, non si scusano, come dovrebbero fare, per non compromettere il concetto che gli altri hanno di loro?
Quanti, per il timore di perdere un amico, vendono l’anima al demonio, come fece Pilato che, per timore di perdere la grazia di Cesare, condannò Gesù Cristo alla morte?
Attenti, fratelli miei: se vogliamo salvarci, dobbiamo vincere il rispetto umano e sopportare quel poco di vergogna che ci procurano le derisioni dei nemici della croce di Cristo: C’è una vergogna che porta al peccato e c’è una vergogna che è onore e grazia (Sir 4,21).
Questa vergogna, se non abbiamo la pazienza di soffrirla, ci condurrà al peccato. Se invece la soffriamo per il Signore, ci farà acquistare la benevolenza divina e la gloria del paradiso. Scrive san Gregorio Magno: “La vergogna di fronte al male è lodevole; quella di fronte al bene è riprovevole”.
(da Sermoni Compendiati, XXVII, 3-4)