Il Superiore saggio e misericordioso.1768

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148. S. Alfonso. Il Superiore saggio e misericordioso. 1768.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

148. S. Alfonso. Il Superiore saggio e misericordioso. 1768.

♦ 1768-69. Se sollecito si vedeva Alfonso per i bisogni della Chiesa e della Diocesi, lo era ancora per quelli della sua Congregazione.

  • Non poneva ritardo nel rispondere alle tante lettere che gli capitavano, specialmente dalla Casa di Sicilia, e da quella dello Stato. Egli non solo non ne era infastidito, ma godeva di vedersi consultato nelle tante opere che si avevano per le mani.
  • Voleva conoscere la condotta dei Soggetti, ripesandone le azioni nelle bilance del Santuario. Avendolo avvisato il P. Villani circa l’espulsione di uno di questi, egli volle sapere tutto. Esaminate le mancanze e non ritrovandole di peso, gli rescrisse il 2 di novembre: “Per discacciare un Soggetto bisogna che siano delitti certi e tali che non meritano compassione, né danno speranza di emenda
  • Similmente essendosi fatta premura per l’espulsione di un fratello Laico, rispose: “Dopo il ricevimento come novizio, ci vogliono cause gravi per mandar via un Soggetto; e dopo l’oblazione (professione) gravissime, unite all’incorregibilità, altrimenti è peccato mortale il voler licenziare taluni di questi”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 42)  Leggi tutto nell’originale.

1768-69. – “Per cacciare un Soggetto dalla Congregazione bisogna che siano delitti certi e tali che non meritano compassione, né danno speranza di emenda… altrimenti è peccato mortale il voler licenziare qualcuno di essi”.