28. IL SUDORE DI SANGUE
Il Verbo eterno come amava il Padre, così odiava il peccato, del quale conosceva bene la malizia. Per questo egli era venuto in terra, si era fatto uomo e aveva incominciato a soffrire una passione e una morte così dolorosa: per togliere il peccato dal mondo e per non vedere più offeso il suo amato Padre.
Ma poi, vedendo che, nonostante le sue sofferenze, si sarebbero commessi nel mondo tanti peccati, il suo dolore, come dice san Tommaso, superò il dolore che qualsiasi penitente ha mai sentito per le proprie colpe e qualunque pena che possa affliggere un cuore umano. La ragione è questa: tutte le pene degli uomini sono sempre mescolate con qualche sollievo; invece il dolore di Gesù fu puro dolore, senza alcun sollievo. […]
Quale tormento dovette provare il cuore di Gesù nel vedere tutti i peccati del mondo, le bestemmie, i sacrilegi, le diso-nestà e tutte le altre colpe, che gli uomini avrebbero com-messo dopo la sua morte! Ognuna di esse venne allora, come una fiera crudele, a lacerargli il cuore con la sua malizia.
Nel vedere tanti peccati dopo tante sue pene, tanta ingratitudine dopo tanto suo amore, Gesù soffrì, divenne triste fino alla morte e cominciò a sudare sangue: “In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore di-ventò come gocce di sangue che cadevano a terra” (Lc 22,43-44). Secondo l’Evangelista questo sudore sanguigno fu così copioso che bagnò le vesti del Redentore, scendendo abbon-dante fino a terra. […]
Si prostrò con la faccia a terra (Mt 26,39). Gesù, avendo addosso il peso di tutti i peccati del mondo, si gettò con la faccia a terra a pregare per gli uomini, come se si vergognas-se di alzare gli occhi al cielo, nel vedersi carico di tante mal-vagità.
O mio Redentore, ti vedo angosciato e impallidito per il dolore. Sei in un’agonia di morte, e preghi! Entrato in ago-nia, pregava più intensamente (Lc 22,43). Dimmi, per chi preghi? Allora non pregavi per te, ma per me, offrendo all’eterno Padre le tue potenti preghiere unite alle tue pene, per ottenere a me misero il perdono delle mie colpe. Egli nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo dalla morte (Eb 5,7).
O Mio Redentore, come hai potuto amare tanto chi tanto ti offese? Come hai potuto abbracciare tante pene per me, vedendo fin d’allora la mia ingratitudine? (Amore delle Anime VI,6-9)