Il Signore vi ama, amatelo

8. Il Signore vi ama, amatelo assai.

 Nell’archivio generale dei Redentoristi, a Roma si conserva il piccolo diario di 88 pagine, rilegato in pergamena, che S. Alfonso portava sempre con lui e sul cui frontespizio egli aveva scritto Cose di coscienza.
A pagina 36, si può leggere:«Gesù mi ama, io sono causa delle sue piaghe dolorose; egli me lo ricorda perché sia più riconoscente… La Vergine mi ama, tra i suoi figli più cari….Gesù mi ha affidato a Lei, perché mi accompagni nella conversione delle anime….»

«Gesù mi ama, Maria mi ama»; il segreto della spiritualità di sant’Alfonso consiste in questi due amori: Gesù e Maria. La sua spiritualità è caratterizzata prima di tutto dalla fede nella infinita tenerezza del Signore e dalla confidenza nella intercessione materna di Maria.
Nel secolo del giansenismo e del rigorismo più severo, la meditazione di Alfonso sul mistero pasquale della salvezza della umanità ricevuta per Gesù e continuato dai suoi apostoli conduce a scoprire che la nostra salvezza è un’opera di amore, un dono di Dio, e non la ricompensa dei nostri meriti:

«Mistero di speranza e di amore sono per noi la passione di Cristo e l’Eucaristia, e mai potremmo crederlo se la fede non ce lo garantisse. Un Dio onnipotente si fa uomo, sparge tutto il suo sangue morendo su una croce, e perché? Per riparare i nostri peccati e salvarci. Non solo. Per unirsi tutto a noi ci dona il suo corpo sacrificato sulla croce….Basterebbe questo per consumare di amore il nostro cuore!» (Pratica Amare Gesù Cristo).

La buona Novella che Dio ci ama, Alfonso non cessa di predicarla e di annunciarla. Ma si domanda: “Ma… gli uomini si sono lasciati commuovere? Si sono sentiti obbligati a corrispondere a tanto amore?” Sembra sentire Francesco di Assisi percorrere le vie della città gemendo: L’amore non è amato! L’amore non è amato!».
Per Alfonso, l’uomo non può trovare la sua felicità, la sua vera felicità, una felicità degna di Dio, se non corrispondendo a questo amore divino con un amore contraccambiato.

Alfonso asserisce questa sua convinzione ancora nella Pratica di amare Gesù Cristo . Pubblicata nel 1768, questo capolavoro si diffonderà in tutto il mondo. Fino ad oggi, si conoscono più di 500 edizioni di cui 167 in italiano, 253 in francese. Alfonso richiama l’invito dell’apostolo Paolo: «Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione» (Col.3,14); poi commenta l’inno alla carità del capitolo 13 della prima Lettera ai Corinti:
«Gesù Cristo, per il solo motivo che egli è Dio, merita tutto il nostro amore. Ma, per la prova di amore che ci ha donato, ha voluto metterci in condizione di amarlo, almeno per riconoscenza per tanti benefici e sofferenze. Egli ci ha amato assai perché noi l’amassimo molto…»

  • Alfonso è un innamorato. Un innamorato di Dio. Ha sempre il verbo “amare” sulle labbra. Perciò questo amore per Dio è risposta a un amore che lo precede. Una risposta che l’impegna in una avventura di amore. Un amore che si nutre non solo di sentimenti, ma da molteplici azioni.  E, anzitutto, l’azione di lasciare, di staccarsi da tutto per poter accogliere l’immenso amore di un Dio. Nello spirito di Santa Teresa di avila (la sua “madre spirituale” dirà) Alfonso scrive in una sua lettera:
    «Amare Dio con tutto il cuore, ciò comporta due cose: la prima è di rompere tutti i legami che non sono per Dio e secondo Dio….La seconda è l’orazione per mezzo della quale il santo amore arriva al cuore. Ma se il cuore non si priva della terra, l’amore non può entrarvi, perché è occupato. Al contrario, un cuore distaccato da tutte le creature si infiamma del fuoco divino che irrobustisce il soffio della grazia» (SSL 343?)
  • Questo amore è esigente, ma è alla portata di tutti.  Nella sua predicazione, come nell’opuscolo pubblicato nel 1754, La maniera di conversare con Dio, Alfonso lo ripete spesso:
    «Dio vi ama? Amatelo….Egli è sempre vicino a voi… dentro di voi. E’ lì la mattina per sciogliere sulle vostre labbra un parola di affetto o di fiducia, per ricevere…..l’offerta della vostra giornata: atti di virtù e buone opere alle quali vi impegnate per fargli piacere, pene che vi disponete a soffrire volentieri per la sua gloria e il suo amore…In quello stesso momento, egli vi fa sentire il suo dolce precetto: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore. Nel corso della giornata, rinnovate frequentemente l’offerta di voi stessi a Dio: Eccomi, o Signore. Fate di me quel che vi piace; fatemi conoscere la vostra volontà, ché voglio adempiere interamente».
  • Questo amore è alla portata di tutti, a condizione di domandarlo con una umile preghiera. Ecco perché Alfonso non desiste di pregare e di invocare lo Spirito Santo per amore con un amore di Pentecoste: «O divino Spirito, non voglio più vivere per me stesso;il resto della mia vita voglio impiegarlo ad amarvi, a piacervi. Così vi supplico di elargirmi il dono della orazione; venite nel mio cuore; insegnatemi voi stesso a ben attuarlo. Donatemi la forza necessaria per non tralasciarla per negligenza, nel tempo di aridità spirituale.Donatemi lo spirito di preghiera, voglio dire la grazia di pregare sempre e di chiedere le domande più gradite al vostro divin Cuore. I miei peccati mi avevano già allontanato; ma molteplici segni della vostra tenerezza mi fanno vedre che volete la mia salvezza e santificazione; ebbene! sì, voglio farmi santo per farvi piacere e per amare di più la vostra infinita bontà. Io Vi amo, o mio sommo Bene, mi dono tutto a voi. O Maria, speranza mia, proteggetemi» (La via della salute).

________________

Nota dell’editore: il profilo riportato è solo un estratto dell’operetta in francese “Prier 15 jours avec Saint Alphonse” , non ancora pubblicato in Italia – Si spera di non ledere alcun diritto di autore… In caso contrario, se sarà dato avviso, questo post sarà rimosso.

__________________________

Il messaggio morale
Giovanni Paolo II 1987
 [flashvideo file=video/10PAPA.flv /]
_________

Visita la Novena storica scritta dal P. Pier Luigi Rispoli nel 1830

 8. SESTO GIORNO
Dalla fondazione delle Monache del Redentore sino alla rinunzia del Vescovado.