Il segretario nottambulo

Il cammino del vescovo Alfonso Maria de Liguori: 1762-1775.
32.
Il segretario nottambulo

  Il segretario… nottambulo
Una sera sant’Alfonso chiamò il suo segretario per confessarsi, e questi serrato l’uscio della propria stanza portò la chiave in mano. Nel dare l’assoluzione la posò sul tavolino ch’eragli al fianco: andatosene si fermò dal Vicario per conferire di un affare di premura.
Col sonno nelle palpebre il Verzella indi si avviò alla stanza per coricarsi.
“E la chiave?…”.
Non trovandosela nella tasca, gironzolò per rintracciarla; si rammentò in fine di averla lasciata sulla scrivania del vescovo. Che fare? svegliare Monsignore o passare la nottata in piedi? Le due possibilità gli riuscivano molto incresciose.
Dopo aver riflettuto si scalzò e zitto zitto, di soppiatto, a tentoni entrò al buio nella cameretta del vescovo con la speranza che già dormisse profondamente. Senonché aperta la porta e fatti pochi passi, inciampò e con un brutto capitombolo precipitò su Monsignore, che giaceva disteso a terra.
Il Santo rimase spaventato nel sentirsi addosso quel peso imprevisto, e don Verzella più che mai sbigottito, afferrata la chiave, scappò via in silenzio per non allarmare.
Il giorno dopo il segretario cercava di non farsi vedere a causa dell’avventura notturna, ma alla fine dovette pur presentarsi al vescovo per svolgere una pratica. Era arrossito come un papavero di giugno. Il Santo gli disse con deliziosa ed arguta ingenuità: “Don Felice, quando è notte, non andate girando per le camere degli altri“.
Probabilmente se il segretario almeno una volta non fósse stato nottambulo, non avremmo saputo nulla delle vigilie che Monsignore esercitava come gli antichi monaci penitenti nelle laure dei deserti della Tebaide.
(da O.Gregorio, Monsignore si diverte, p. 131)

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Galleria di statue di S. Alfonso vescovo
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Particolare della statua di S. Alfonso a Sarno (SA) nella parrocchia a lui dedicata.