Riflessioni e preghiere per la Novena – 6
Il Santissimo Redentore
(Momento di preghiera e di riflessione)
O Gesù Redentore, per radunare i popoli nel patto dell’amore, distendi le tue braccia sul legno della croce. – Dal tuo fianco squarciato effondi sull’altare i misteri pasquali della nostra salvezza. – A te sia lode, o Cristo, speranza delle genti, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli.
Lettura (dalla Pratica di amare Gesù Cristo, cap. 3)
La confidenza in Cristo
Il profeta Davide poneva ogni speranza di salvezza nel futuro Redentore: «Nelle tue mani metto la mia vita; tu mi liberi, o Signore, Dio fedele» (Sal 31,6). Ebbene ancora più grande deve essere la nostra fiducia in Cristo, dal momento che egli è venuto e ha compiuto l’opera della redenzione.
E’ vero che abbiamo mille motivi per temere la morte eterna, ma è altresì vero che infinitamente grandi sono i meriti di Cristo, dal quale speriamo la vita eterna. Abbiamo sì peccato e meritato l’inferno ma il nostro Redentore con le sue sofferenze, si è fatto carico di tutte le nostre colpe: “Egli ha preso su di sé le nostre sofferenze, si è caricato dei nostri dolori” (Is 53,4). Ha cancellato, con la sua morte in croce, la nostra condanna: «Contro di noi c’era una sentenza di condanna, ma Dio l’ha tolta di mezzo, inchiodando Cristo alla croce» (Col 2,14). Ha voluto affiggere il decreto alla croce, affinché noi, guardandolo, avessimo speranza di perdono e salvezza eterna.
Più eloquente del sangue di Adamo contro Caino è il sangue di Cristo, che per noi chiede e ottiene misericordia: «Vi siete avvicinati a Gesù, mediatore della nuova alleanza, al suo sangue sparso, che ha una voce più potente di quella di Abele» (Ef 12,24). E’ come se si dicesse: felici voi peccatori, che dopo il peccato avete fatto ricorso a Cristo crocifisso; egli col suo sangue si è fatto mediatore di pace tra voi e Dio.
E’ vero che contro di voi gridano i vostri peccati, ma ancor più si leva forte, a vostro favore, la voce del sangue del Redentore e, a una tale voce, si placa la giustizia divina.
Grande è il numero dei peccati di cui dobbiamo rendere conto all’eterno Giudice, ma chi è il nostro giudice? E’ il Figlio, al quale “il Padre ha rimesso ogni giudizio” (Gv 5,22). Coraggio, allora! Nostro giudice è il nostro Redentore. «Chi ci potrà condannare? – scrive l’apostolo Paolo -. Nessuno, perché Gesù, che è morto ed è risuscitato, ora si trova accanto a Dio, dove sostiene la nostra causa» (Rm 8,34).
E’ un giudice che per non condannarci, ha condannato a morte se stesso e, come se non bastasse, ora, in cielo, è nostro avvocato presso il Padre. «Che temi, peccatore, – scrive s. Tommaso da Villanova – se detesti il tuo peccato? Come potrà condannarti chi è morto per non condannarti? Se ritorni ai suoi piedi, come potrà cacciarti via chi è sceso dal cielo per cercarti quando lo fuggivi?».
Ascolta il canto “Corriamo, fratelli” sulla vocazione redentorista (autore: Salvatore Brugnano) – Scarica mp3
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