22. Il fondamento è gettato.
Alcuni hanno posto le fondamenta, ora tocca a noi.
Che cos’ho da vantarmi?
Non sono che l’ultimo
erede di innumerevoli generazioni.
Alcuni hanno piantato,
altri hanno innaffiato,
ma sei tu, Dio, che hai fatto crescere.
Non chi pianta, né chi innaffia
è qualcosa
ma solo tu che fai crescere.
Chi pianta e chi innaffia
sono uguali,
e ciascuno riceverà un salario
secondo il proprio lavoro.
Noi siamo tuoi collaboratori, Dio,
siamo il tuo campo, il tuo edificio.
Gli Apostoli
secondo l’incarico da te loro affidato,
come esperti costruttori,
hanno posto le fondamenta.
Ciascuno di noi deve ora badare
a come vi costruisce sopra.
Nessuno può porre altre fondamenta
di quelle già poste,
che sono il tuo Figlio divino,
Gesù Cristo.
Adesso tocca a noi
costruire sulle fondamenta
con oro, argento, pietre preziose,
legno, paglia o fieno,
e il fuoco proverà la qualità dell’opera
che ciascuno di noi ha fatto.
Se quanto ho costruito
sulle fondamenta resisterà,
riceverò una ricompensa.
Se invece andrà bruciato,
avrò perso tutto.
Concedimi, Signore,
che la costruzione da me fatta
resti stabile; eterna.
(Prima Lettera ai Corinzi, cap. 3,6-15)
Siamo cresciuti in una cultura in trasformazione. Il piano di Dio per noi si è realizzato concretamente in questa famiglia, in questa scuola, in questa nazione, in questa Chiesa… E oggi noi siamo i collaboratori di Dio.
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Paul Hilsdale
Nel Signore Gesù – Preghiere dalle lettere di Paolo
ed. 2004
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