Anima mia, l’essere che hai te l’ha dato Dio, creandoti a sua immagine, senza tuo merito. Ti ha adottato come figlio col santo battesimo, ti ha amato più che come padre e ti ha creato perché lo amassi e servissi in questa vita, per poi goderlo in eterno in paradiso.
Sicché non sei nato né devi vivere per godere, per farti ricco e potente, per mangiare, bere e dormire come gli animali, ma solo per amare il tuo Dio e salvarti in eterno. E le cose create, il Signore te le ha date in uso, affinché t’aiutassero a conseguire il tuo grande fine. Oh, me infelice, che a tutt’altro ho pensato, fuorché al mio fine!
In punto di morte sentirai grandi rimorsi, se non avrai atteso a servire Dio. Che pena, quando alla fine dei tuoi giorni ti accorgerai che in quell’ora, di tutte le ricchezze, grandezze, glorie e piaceri, non ti resta altro che un pugno di mosche! Ti stupirai di aver perso la grazia di Dio e l’anima tua per delle vanità e cose da niente, senza poter rimediare il male fatto; e non avrai più il tempo per rimetterti sulla buona strada. Che disperazione! Quale tormento! Allora capirai quanto valga il tempo, ma sarà tardi. Vorresti comperarlo col sangue, ma non potrai. Quanto amaro sarà quel giorno per chi non avrà servito e amato Dio!
Padre mio, per amore di Gesù fa’ che io cominci una vita nuova, del tutto santa e conforme alla tua volontà. (da Massime Eterne, I, 1-2)