Clemente XIII
|
- “Conosciamo bene, da parecchi scritti, il tuo ingegno, la tua dottrina e il tuo zelo ardente per Dio… Ti amiamo in particolar modo perché dedichi ogni momento a lavori, la cui utilità non è circoscritta nei confini della tua diocesi, ma si estende a tutta la Chiesa”.
(da Tannoja A. M., Della Vita ed Istituto del venerabile servo di Dio Alfonso M. Liguori vescovo di S. Agata de Goti e fondatore della Congregazione de Preti Missionari del SS. Redentore, lib. III, p. 191)
|
Pio VI
|
- “Ricordiamo lo straordinario affetto e il particolare ossequio del Servo di Dio verso questa S. Sede Apostolica, testimoniato spesso con parole, fatti e scritti”.
(da Tannoja A. M., op. cit., lib. IV, p. 132)
- “Niente ci fu più gradito ed accetto (dei libri offertigli da Alfonso), e per questo motivo ti dobbiamo un grazie più vivo, di quello che ti dovremmo se tu ci avessi fatto dono di ciò che comunemente viene ritenuto prezioso e importante”.
(da Tannoja A. M., op. cit., lib. IV, p. 14)
|
Pio VII
|
- Siano portate a Roma queste sante dita (tre dita della mano destra di S. Alfonso da lui richieste), che mirabilmente scrissero per la gloria di Dio, di Maria Vergine e della religione”.
(da Villecourt C., Vie et institut de S.A.d.L. tomo IV, Tournai 1863, p. 247)
|
Pio VIII
|
- “Dalla piena giovinezza alla tarda vecchiaia si industriò, scrivendo libri efficacissimi, a istillare negli animi dei fedeli il disprezzo di questo mondo fallace e l’amore per la gloria eterna”.
(da Decreto del 3 dicembre 1729, cfr. Telleria R., S. Alfonso M. de Ligorio, tomo II, p. 849)
|
Gregorio XVI
|
- “È particolarmente degno di nota il fatto che, dopo attento esame delle sue numerose opere, esse tuttavia possono essere tranquillamente lette dai fedeli con grande sicurezza e profitto .
…Nonostante i continui impegni apostolici e le continue penitenze cui sottoponeva il suo fisico, si dedicò alle scienze sacre con tale alacrità mentale e vi impegnò tanto tempo che con la pubblicazione delle sue opere dotte ed elaborate, giovò mirabilmente alla dottrina cristiana”.
“Alfonso de Liguori ha in modo meraviglioso aiutato la pietà cristiana con le sue portentose dottrine e con le sue dotte e studiate opere date alla luce. Egli ha scritto molti libri, sia per sostenere i diritti di questa Santa Sede Apostolica, sia per eccitare il senso della pietà nei cuori dei cristiani; e in tutto si ammira una straordinaria forza, abbondanza e varietà di dottrina. E quello che soprattutto deve notarsi è che, quantunque abbia tanto scritto, pure, dopo diligentissimo esame, niente è stato trovato che non possa percorrersi sicuramente dai cristiani”.
(dalla Bolla di canonizzazione Sanctitas et doctrina del 26 maggio 1839).
|
Pio IX
|
- “I libri di quell’uomo così santo e dotto, scritti con straordinari sentimenti di tenera pietà, trasmettono amore singolare verso Gesù Cristo, fiducia nella Sua misericordia e nei Suoi meriti, suscitano una venerazione immensa verso la Vergine Madre di Dio e i Santi; stimolano alla frequenza dei sacramenti e forniscono una messe di moniti, consigli, avvertimenti, che maggiormente servono alla salvezza delle anime”.
(dal Breve 25 novembre al P. Hugues)
- “Modello di ogni virtù, come lucerna posta su un candelabro, illuminò così vivamente tutti i cristiani, che ormai è stato annoverato tra i Santi e i familiari di Dio. Insegnò anche con le parole e con gli scritti quanto testimoniò con la sua vita. Allontanò e confutò infatti con le sue dotte opere, in particolare con il Trattato di Teologia Morale, le tenebre degli errori, largamente diffuse da Increduli e Giansenisti.
Chiari inoltre questioni oscure e risolse quelle dubbiose, aprendo un’agevole strada per i Confessori a mezzo tra le opinioni contorte dei teologi, ora troppo rigoriste ora troppo lassiste. Nello stesso tempo con perspicacia illustrò e difese con vigore le dottrine dell’Immacolata Concezione Vergine Maria e dell’Infallibilità del Sommo Pontefice, quando insegna “ex cathedra”, dottrine definite dogmi in questo nostro secolo”.
(dal Decreto per il titolo di Dottore, 23 marzo 1871).
|
Leone XIII
|
- “Sebben gli scritti di S. Alfonso, Dottore della Chiesa, siano diffusi in tutto il mondo, tuttavia è auspicabile che essi sempre più siano pubblicati e messi a disposizione di tutti. Con bravura massima egli adattò all’intelligenza di tutti le verità della fede cristiana.
Si interessò del bene morale di tutti; alimentò l’universale devozione e agli erranti nella fitta notte del mondo indicò le strade per cui, strappati al potere delle tenebre, potessero raggiungere il regno luminoso di Dio”.
(dal Breve Licet universum del 28 agosto 1879 ai pp. Dujardin e Jaques) .
|
Pio XII
|
- “…Molti cardinali, arcivescovi e vescovi, rettori maggiori di Istituti religiosi, chiarissimi Rettori di Università ecclesiastiche, cultori e professori di teologia morale hanno avanzato voti perché S. Alfonso de Liguori, vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa venisse proclamato Celeste patrono presso Dio di tutti i sacerdoti che si dedicano al laborioso e salutare lavoro apostolico delle confessioni e di tutti quelli che si impegnano a diffondere, con la parola e gli scritti, la teologia morale.Accogliamo con gioia questa richiesta, dal momento che è a tutti noto che S. Alfonso si è distinto per prudenza, dottrina e assiduità nell’accogliere le confessioni dei fedeli e durante il suo episcopato nella diocesi di Sant’Agata dei Goti preparò all’amministrazione del sacramento della penitenza moltissimi sacerdoti.Inoltre compito specifico della Congregazione da lui fondata è l’esercizio costante delle confessioni, per le quali il santo stesso ha lasciato una solida dottrina teologica e morale che i Sommi Pontefici definirono norma sicura per quanti si dedicano al delicatissimo apostolato della direzione delle anime …. Spinti da motivi così importanti, volendo celebrare convenientemente il secondo centenario della pubblicazione della Teologia Morale di un teologo così illustre, noi dichiariamo e proclamiamo S. Alfonso vescovo, Dottore e Confessore della Chiesa, celeste Patrono di tutti i Confessori e Moralisti, con tutti gli onori che competono a tale titolo”.
(dal Breve Consueverunt omni tempore del 26 aprile 1950)
- “… Come i grandi padri e dottori delle età più combattute, anche il Capitano della novella schiera del Redentore divino entra in battaglia contro tutti i nemici di Dio e della Chiesa, contro tutti gli errori che insidiano e corrompono la fede e il costume cristiano…
Sacerdote, missionario e vescovo, leva alta la voce additando i pericoli e i danni di una scienza di falso nome; ne tiene lontani i suoi compagni e i suoi fedeli, i suoi leviti e il suo clero; mentre di anno in anno alle fatiche del sacro ministero viene senza posa accoppiando lo scrivere e il pubblicare quel gran numero di opere dogmatiche, morali e ascetiche, le quali, mentre segnano la lotta, spirano l’apologia della fede e della verità, l’incitamento al bene, l’elevazione al cielo, la più soda ed efficace pietà cristiana.
- Non vi enumerò le sue battaglie che son tante quante le sue vittorie, l’incremento che diede alla devozione verso i patimenti di Cristo, verso il Sacramento del suo Corpo e del Suo Sangue, verso la Regina del Cielo; né ricorderò l’arpa poetica e i melodiosi sospiri, onde i palpiti del suo cuore fanno oggi ancora tremare l’aura intorno ai nostri altari…
- Non tacerò il maggior titolo della sua gloria… Inchinate la vostra fronte, o sapienti del secolo, e voi, sacri ministri della riconciliazione dell’uomo con Dio nell’ora del dubbio, del pentimento e del perdono, date l’ossequio della venerazione e il plauso della riconoscenza vostra ad Alfonso de Liguori, il Dottore della Teologia Morale, il restauratore del turbato equilibrio nel segreto tribunale delle anime, il quale seppe tracciare e munire una via sicura tra le troppo larghe e le troppo rigide opinioni. Alfonso si solleva in quella sfera luminosa e beata, dalla cui altezza, con san Tommaso d’Aquino, contempla la povera umanità, redenta da Cristo e insidiata dalla carne, dal mondo e dal demonio, e la guida al bene col cenno di quell’amoroso Maestro, che venne ad illuminarla e redimerla.I suoi volumi sono il codice della redenzione divina, sono le tavole incensurabili della legge, della carità e della giustizia.
- Così l’aureola di Dottore della Chiesa, per mano dell’angelico Pio IX, coronerà la fronte di Alfonso, il principe della morale, l’intrepido difensore della fede cattolica e dei diritti della Santa Sede, lo strenuo sostenitore della verità contro l’eresia di ogni genere e di ogni nome, il prudente restauratore dello spirito ecclesiastico e della pietà popolare, il fermo assertore dell’Immacolato Concepimento della Vergine e della Infallibilità del Pontefice Romano. Per Lui Dio Redemptionem misit populo suo”.
(da Osservatore Romano della Domenica, anno LXXIX, 4 giugno 1939)
|
Paolo VI
|
- “… S. Alfonso può essere, anche oggi, di esempio e di guida, sia ai Moralisti, sia a quelli che si occupano di Pastorale per l’esimia santità della sua vita, per il suo amore alla Chiesa, per la sua inconcussa fedeltà alla fede Apostolica e per la sua dottrina sicura e preclara.
E in verità il Santo, più di altri Dottori della Chiesa, sembra appartenere ai nostri tempi per le sue magnifiche opere, per le forme di apostolato da lui introdotte e specialmente per i suoi preclari libri, che circolano anche oggi tra i fedeli con loro grande profitto spirituale. In questi libri pare viva ancora la figura del Santo e si rinnovi la sua voce, quella voce ispirata, che trascinava dolcemente quanti 1′ ascoltavano, infiammandoli di ardente amore a Dio, che a noi pure insegna come dobbiamo predicare la divina parola”.
(da A. A. S. 1963, pp. 292 93)
- “… S. Alfonso eccelle per meriti e dottrina, cose tutte che son proprie dei Dottori, tuttavia bisogna porre in luce singolare il suo zelo apostolico che lo infiammava, quando insegnava, mentre abbracciando tutte le Sacre Discipline, soprattutto esponendo la Teologia Morale, cercava solo Cristo e si sforzava tenacemente, perché la verità cattolica, dissipate le tenebre degli errori, rifulgesse alle menti. Validissimo pertanto il suo apporto a quella “Riforma della quale la Chiesa, come qualsiasi Istituzione umana e terrena ha perennemente bisogno”
(C. V. II Decr. Unitatis Redintegratio, 6).
- Per questo giova ricordare che egli annetteva somma importanza alla vita intima con Cristo Salvatore ed inculcava la necessità della preghiera, che sintetizzava, secondo il suo stile semplice e limpido, con queste parole: “Chi prega si salva, chi non prega si danna”.
Tutti sanno con quanto ardentissimo amore S. Alfonso predilesse la Vergine Madre di Dio. La sua devozione ha queste radici: per Maria si perviene a Gesù, talmente che… “mentre si onora la Madre, il Figlio sia debitamente riconosciuto, amato e glorificato e siano osservati i suoi comandamenti
(L. G., 66).
- Per questi sì eccelsi meriti il Santo è divenuto familiare col Popolo di Dio.
“Rivivendo la grandezza spirituale di questo Santo, il Sommo Pontefice si associa alla gioia, di cui è pervasa la Famiglia Liguorina ed augura felice svolgimento alla celebrazione Centenaria”, per la proclamazione di S. Alfonso a Dottore della Chiesa.
(dalla Lettera al Card. Villot, segretario di Stato, 28 giugno 1971)
|
Giovanni Paolo II
|
- 1987 – Lettera Apostolica “Spiritus Domini” – I
n occasione del bicentenario della morte di Sant’Alfonso Maria de Liguori – 1 agosto 1987.
– APRI.
|
Benedetto XVI
|
- 2011 – Catechesi su S. Alfonso
nella Udienza Generale in Piazza San Pietro
– Mercoledì, 30 marzo 2011
– APRI.
|
|
|