Il cammino del vescovo Alfonso Maria de Liguori: 1762-1775.
31. I funerali … da vivo
I funerali … da vivo – Gaffe giornalistiche a ripetizione
Era morto il piccolo Carlo de Liguoro, figlio di Ercole, il quale era fratello minore di S. Alfonso. Questa morte fu causa di un grosso equivoco giornalistico, che valse, però, a palesare il credito grande in cui era universalmente tenuto il santo vescovo di S. Agata.
A Napoli, nella chiesa della nobilissima arciconfraternita della Concezione di Montecalvario, dove giaceva sepolta donna Anna Cavalieri, mamma di sant’Alfonso e nonnina del morticino, vennero celebrati sontuosi funerali con fiori, musiche e canti.
Tannoia racconta: “Di altro in Napoli non si parlava che di questa pompa. Il gazzettiere, credendo morto Mons. Liguori, lo pose nei suoi fogli”.
È chiaro che il cronista aveva ‘orecchiato’ la notizia per la strada, dove risonava il nome del celebre zio e quello del nipotino defunto. Riassuntala a modo suo l’inoltrò a Firenze, dove si pubblicavano le Notizie del mondo, di cui era corrispondente.
L’articoletto sensazionale apparve al numero 10 del giornale: “Napoli 22 gennaio 1771. È passato agli eterni riposi Monsignor D. Alfonso de Liguori, vescovo di S. Agata dei Goti, patrizio napoletano, fondatore di molte congregazioni e di spirito illibatissimo. Le di lui opere date alla luce ne caratterizzano la pietà e le singolari virtù, che l’adornavano: una sola serve per fargli un eterno elogio. Le rendite del suo vescovado le ha tutte erogate in beneficio de’ poveri e delle chiese. Non volle mai servirsi di carrozza, fu zelante dell’onor di Dio, e un ottimo Prelato”.
Aggiunge il menzionato biografo settecentesco: “Pervenuta in Lucca questa notizia, non mancarono i rispettabili canonici di quella cattedrale, tanta era la venerazione che per lui si aveva di fargli un solenne funerale come benemerito della Chiesa e dell’Europa tutta. Alfonso ne restò confuso; né mancò ringraziarne quel rispettabilissimo Capitolo di tanta bontà per esso avuta”.
Qualche familiare o discepolo del Santo dovette avvertire il gazzettiere del granchio preso, perché rettificasse, ed egli il 12 febbraio inserì nel giornale una smentita: “Si è dileguata la comune voce della morte di Mons. Liguori, vescovo di S. Agata de’ Goti, nata per equivoco della morte del di lui fratello”. Intanto prendeva un’ulteriore gaffa: dissepolto Monsignore, calava nella tomba il signore Ercole vivissimo!
Ma… la rettifica non riuscì a sradicare del tutto l’errore. Infatti un anonimo raccoglitore di avvisi mortuari del 1771 riportò l’elogio fiorentino quasi con le stesse parole nel codice 366 (f. 8) del fondo Ferraioli della biblioteca vaticana, rilevando: “Ora va a adorarsi sugli altari”!
Alfonso sopravisse ancora 16 anni a questo curioso episodio.
(estratto da da Oreste Gregorio, Monsignore si diverte).
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Galleria di statue di S. Alfonso vescovo
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