(◊ in Francia) P. Victor Humarque. (1817-1896) (Ω in Francia)
P. Victor Humarque. Antony, 1896.
Il P. Humarque ha lasciato una reputazione di un vero santo. In Congregazione è stato sempre chiamato «Il Padre cieco».
Nato a Colmar, il 15 settembre 1817, da una famiglia cristiana e osservante, Victor Humarque, dalla tenera infanzia rivelò doti di artista e diventò l’alunno più distinto del collegio di Saint-Dié. Ordinato sacerdote, fu aiuto segretario del suo vescovo Mons. Caverot, diventato poi Cardinale Arcivescovo di Lione.
Entrando nella Congregazione, il P. Humarque aveva detto addio ad un brillante avvenire: egli voleva essere un sacerdote povero e un sacerdote dei poveri. Durante il suo soggiorno a Saint-Nicolas-du-Port, a Châteauroux ed ad Avon, diede poche missioni e tuttavia fu un insigne salvatore di anime: più per le esemplari virtù, per la incessante preghiera e per le sofferenze eroicamente sopportate che per il talento oratorio.
La cecità quasi completa che patì per ventisei anni, unita alla pratica delle virtù lo faceva venerare come un santo. La sua affabile santità era una miscela di pietà e di poesia, di carità benevola, di austero dovere e di finezza di spirito. Dovunque lo si vedeva in preghiera. Quante ore passava in ginocchio, tutto curvo e senza appoggiarsi, davanti al Santissimo Sacramento!
Su ordine dei superiori, compose l’opera intitolata: Trois offrandes au Sacré-Coeur: meditazioni, preghiere e cantici che potevano servire per il mese di giugno; quindi, per distensione, coltivò la poesia. Lasciò un gran numero di poesie e di cantici. Due raccolte: chants au Sacré-Coeur et aux âmes du Purgatoire, sono state pubblicate. Hanno un’andatura semplice e popolare; sono apprezzate per la devota soavità e si memorizzano facilmente.
Non c’è chi non conosca, tra gli altri canti, quello alla Madonna del Perpetuo Soccorso che si canta durante le nostre missioni.
E quando la volontà di Dio chiuse completamente gli occhi del P. Humarque, il santo religioso dedicò il suo tempo alla preghiera ed all’esercizio della carità fraterna. Lo si vedeva sempre con le labbra in movimento ed il rosario in mano. Lo si chiamava «Il vecchio Padre cieco, il buon e santo Padre Humarque».
Umiltà e fiducia furono i due cardini che orientarono la vita. Ha dimostrato ed ha spiegato che il cuore umano, in fondo, contiene la miseria, ma questa miseria è un motivo in più di speranza; diceva: «Usiamo i nostri difetti come il contadino usa erbacce: ne fa letame con cui feconda il suo campo».
Dopo avere cantato il ritornello di un canto che aveva composto: «A te, buona madre, sono sempre ricorso, e da te spero sempre il mio soccorso», il santo Padre cieco passò delle tenebre di questo mondo all’eterno splendore dei cieli.
– «Credo videre bona Domini in terra viventium». Sal. 26.
La sua vita fu scritta dal P. Hamez.
Professione: 29 settembre 1857.
Ordinazione sacerdotale: 30 ottobre 1842.