(◊ in Francia) P. Victor Hauger. (1845-1915) (Ω in Lussemburgo)
P. Victor Hauger, Echternach, 1915.
Primo Superiore Provinciale della Vice-provincia d’Alsace-Lorraine. 1895-1906.
Il P. Hauger nacque a Landser (Haute-Alsace) il 24 novembre 1845 e lasciò i genitori a sedici anni per il noviziato di Saint-Nicolas-du-Port.
Durante gli studi fu un alunno brillante e da allora si fece ammirare per la profondità, la fermezza e la lucidità dello spirito, come anche per l’energia del carattere e la forza della volontà. Suo fratello Xavier lo seguì nella Congregazione.
Fin dalla ordinazione sacerdotale, il P. Desurmont affidò al P. Hauger un’opera alla quale doveva dedicare gran parte della vita: la fondazione di un Aspirantato. Prima a Téterchen raccolse una decina di adolescenti fino al 1870; quindi a Contamine fino all’apparizione dei decreti del 1880; ed infine ad Uvrier.
Si è detto che più di duecento missionari sono stati formati alla sua scuola durante i venticinque anni di direzione. Il P. Desurmont affermava che l’aspirantato creato dal P. Hauger, portava assolutamente il carattere dello spirito di sant’Alfonso.
Dopo venticinque anni dedicati all’aspirantato, il Padre Hauger fu chiamato nel 1911 a ricostruire i conventi dell’Alsace-Lorraine e ad erigerli in Provincia. Diventò allora Provinciale di queste case. In poco tempo riuscì a costruire la grande e bella casa di Echternach dove pose lo Studentato.
A Téterchen, ove risiedé per dodici anni, si rivelò grande direttore di anime per la perspicacia del suo spirito, la prudenza, il dono di discernimento degli spiriti, la rettitudine ed il vigore delle decisioni. Soprattutto i sacerdoti facevano ricorso ai suoi consigli per loro stessi e le anime che erano loro affidate.
Dio visitò il suo zelante servo con la sofferenza corporale.
Colpito da una lunga e crudele malattia, santificò i dieci ultimi anni della vita con un’eroica pazienza. Immobile su una poltrona, sorrideva nel dolore, edificando vivamente i confratelli. Questo coraggio l’attingeva nella santa messa che celebrò seduto, per particolare privilegio, per dieci anni, a costo di sforzi inauditi. Quando gli si suggeriva di astenersi diceva: «Se volete uccidermi, toglietemi la santa messa».
È lì il povero martire attingeva l’ammirevole pazienza fino al momento in cui Dio gli accordò la corona del redentorista che aveva imitato così valorosamente le virtù del suo divin Figlio.
«Mementote praepositorum vestrorum, quorum imitamini fidem». Ebr. 13, 7.
Professione: 15 ottobre 1862.
Ordinazione sacerdotale: · 13 marzo 1868.