Grandezza di Scala nel passato
Oggi Scala, in provincia di Salerno, posta sulle colline sopra Amalfi, è una località turistica di livello scelto e culturalmente vivace: 1.500 abitanti circa per un territorio dalla superficie di 13,06 Kmq. Piccola località, ma la più antica, si dice, della Costiera Amalfitana.
Ma la grandezza di Scala è tutta scritta nella sua splendida storia che si può consultare sul web. La città dal 1732 ha interessato il mondo redentorista, perché qui S. Alfonso ha fondato il suo Istituto. E di Scala hanno scritto diversi autori redentoristi.
Ri portiamo qui quanto scritto dal redentorista Rey Mermet, nella splendida biografia di S. Alfonso “Il Santo del secolo dei lumi” a pag. 270.
“La città di Scala, creata diocesi nel 987, al tempo della vicina Amalfi che viveva un periodo di prosperità commerciale, contava quasi 40.000 abitanti. Con le sue cento torri di difesa, custodiva centotrenta chiese, trenta parrocchie, due monasteri di Benedettine e altrettanti di Benedettini. Splendori da leggenda, incredibili oggi.
Normanni, Pisani, Tedeschi, Angioini, Saraceni da una parte e dall’altra sismi, pestilenze, carestie e, colmo dell’orrore, rivalità intestine si scatenarono su questo eden, soprattutto nel luglio 1137, quando per tre giorni i Pisani vi portarono il ferro e il fuoco, con una forza distruttiva tale da suscitare (purtroppo!) l’ammirazione di san Bernardo: “È : quasi incredibile – scriveva all’imperatore Lotario III – con un solo assalto hanno preso Amalfi, Ravello, Scala e Atrani, città ricchissime e fortificatissime e finora inespugnabili per tutti coloro che le hanno attaccate ”. Tesori e abitanti furono portati via come bottino o in schiavitù.
Di Scala e della vicina Ravello restava nel 1730 solo qualche monumento prestigioso in un paesaggio paradisiaco, almeno questo imprendibile. Clemente XIII aveva gemellato nel 1603 le due diocesi, che insieme contavano circa tremila anime e le cui rendite riunite (311 ducati) facevano il loro vescovo il più povero del Regno, essendo molto al di sotto del minimo, stimato 1.500 ducati, per una vita decente, Mons. Guerriero, che salvaguardava la personalità delle chiese sorelle nominando per ognuna un vicario generale, risiedeva abitualmente a Ravello, più popolata, benché Scala fosse la più antica. Non va però dimenticato che al di sopra del vallone, i canonici avrebbero potuto alternare i versetti dei salmi da una cattedrale all’altra: bastava un quarto d’ora per percorrere a piedi la strada, che le collegava, intorno all’imbuto scavato dal Dragone.
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