27 – Il servo di Dio P. Giovanni Mazzini
di P. Claudio Benedetti, 1903 – traduzione di P. Antonio Panariello, 1998.
Le date ufficiali
dal Catalogus Sodalium.
- Nascita = 18-dic-1704
- Morte = 03-dic-1792
- Professione Temporanea = 21-lug-1740
- Professione Perpetua = 09-mag-1743
- Sacerdote = 22-mag-1728
Il profilo (le date sono state conformate a quelle ufficiali)
Il servo di Dio Giovanni Mazzini, uno dei primi compagni di S. Alfonso e suo entusiasta emulatore, nacque a Napoli il 18 dicembre 1704. Educato dalla madre, donna di vera fede, a una vita assai cristiana, appena lo poté per l’età e gli fu permesso, riceva quasi ogni giorno la comunione. A 12 anni fu mandato in Sicilia dal vescovo di Siracusa Asdrubale Termine che l’accolse nella sua famiglia, lo fece istruire nelle lettere e gli diede la tonsura di chierico e altri ordini minori e lo fornì di un beneficio ecclesiastico.
Nel 1722 ritornò a Napoli e, iniziati gli studi di sacra teologia, tenne una condotta di vita piuttosto ritirata: casa, scuola, chiesa. Poi strinse amicizia con S. Alfonso e altri eletti giovani, dei quali imitò l’abitudine di partecipare, ogni giorno, alla preghiera davanti al SS. Sacramento durante le 40 ore.
Passando di ordine in ordine, arrivò al sacerdozio il 22 maggio 1728. Allora, o poco prima, si iscrisse alla Congregazione della del Padre Pavone della Compagnia di Gesù: il che non gli impedì di conservare e rassodare l’amicizia stretta con S. Alfonso. Anzi aiutò il santo che a Scala era in ritiro e affrontava i lavori apostolici. Egli lo aveva incoraggiato quando si pensava di fondare il nuovo istituto che si sarebbe chiamato del SS. Redentore. Se non entrò subito nell’Istituto, come aveva promesso è da addebitarsial suo direttore spirituale, il quale, spinto o da timore o da prudenza, per tre anni non fu d’accordo sulla decisione.
Pertanto entrò nella Congregazione il 22 ottobre 1735. Da quel momento fino alla morte pensò solo a Dio, alla salvezza delle anime e al bene della Congregazione. Ora a Villa degli Schiavi, ora a Scala, ora a Ciorani, ancora a Caposele, a Deliceto e a Pagani svolse vari compiti e abbastanza importanti; esercitò il ministero sacerdotale; dimostrò le sue eccelse virtù. Più volte fu maestro dei novizi, a turno fu superiore delle case allora esistenti della Congregazione; partecipò sempre ai capitoli generali dei quali, per lo più, fu il segretario; aiutò il Rettore Maggiore con i suoi consigli secondo il suo compito; e di tanto in tanto momentaneamente ne prese anche il posto.
Fu di grande utilità all’Istituto con l’assunzione di questi e altri compiti: era, infatti, un uomo intelligente e saggio. Ciò si deduce anche dal fatto che S. Alfonso, i servi di Dio Paolo Cafaro, Domenico Blasucci ed altri morti in concetto di santità e miracoli ricorsero alla sua direzione.
Per quanto riguarda i lavori apostolici, sebbene avrebbe dovuto astenersene per la sua salute a lungo e spesso cagionevole, tuttavia predicò numerose missioni popolari, esercizi spirituali predicati ai sacerdoti, ai seminaristi e alle monache.
Nessuno potrebbe in breve elencare le sue numerose e splendide virtù. Tuttavia non si può passare sotto silenzio che P. Andrea Villani, che si distingueva per le sue virtù, durante i processi istituiti dall’autorità ordinaria per la causa di S. Alfonso abbia affermato che la sua fama di santità, ancora lui vivo, era assai diffusa. C’è da aggiungere che il chierico Vincenzo Buonopane, servo di Dio, se lo scelse come modello imitabile di vita interiore. Da qui si capisce quanto fosse unito a Dio, più di ogni altro, il nostro Giovanni.
Alla fine vale la pena leggere l’elogio sottostante la sua foto: “Il Reverendo P. Giovanni Mazzini, uno dei primi della C.SS.R. somigliante di nome e fatti al discepolo amato da Gesù Cristo, gustava assai spesso le dolcezze dell’amore divino; spesso, lieto, bevve anche il calice dell’amarezza. Strettamente unito a Dio, osservò con scrupolosità precetti, regole e riti. Morendo raggiunse la fonte dell’eterna vita: a 87 anni, 51 mesi e 3 giorni di età 1792, 3 dicembre, mentre svolgeva l’ufficio di Presidente”.
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