14 – Il servo di Dio Giovan Battista Stöger
di P. Claudio Benedetti, 1903 – traduzione di P. Antonio Panariello, 1998.
Le date ufficiali
dal Catalogus Sodalium.
- Nascita = 04-ott-1810
- Morte = 03-nov-1883
- Professione = 18-mar-1840
- Processo Beatificazione = aperto 17-nov- 1898 chiuso 23-gen-1923
Il profilo (le date sono state conformate a quelle ufficiali)
Giovan Battista Stöger, che senza dubbio fu un adoratore instancabile del SS. Sacramento, nacque il 4 ottobre 1810 nel villaggio di Enzerfed, presso Vienna, da genitori contadini, ma assai conosciuti per la loro vita integra e la loro condotta cristiana. Il fanciullo, oltre ad un’indole facilmente plasmabile alla moralità, possedeva una viva intelligenza e una gran desiderio di apprendere.
E perché alimentasse tale desiderio e ne traesse spirituale profitto, lo zio gli forniva libri di ascetica cristiana e biografie di Santi. Da questi libri Battista, come da una sorgente di dolcezza, avidamente assimilava la scienza sacra, veniva radicato più fortemente nelle verità di fede, ed era stimolato anche alla perfezione.
Addetto alla coltivazione dei campi, interrompeva il lavoro per pregare in ginocchio o ritirarsi in disparte per leggerela Bibbia. Erapieno di amore, soprattutto perla Vergine Maria, al cui servizio, fin dai primi anni, si era consacrato. Crescendo, si decise di darsi tutto a Dio; e per realizzare il suo proposito chiese di unirsi ai fratelli della Congregazione del SS. Redentore. Così il 1° gennaio 1836 fu accolto a Vienna nella Casa della B. M. V. di Scala dal servo di Dio Giuseppe Passerat, che conosceva la pietà dell’ottimo giovane.
Subito si dedicò anima e corpo per il bene dell’Istituto; mandato dapprima nella fattoria Weinhaus si occupò dell’orto, della cucina e del forno. Approfittava del lavoro per esercitare la pazienza; e, sempre allegro, univa al lavoro un’intensa pietà, conquistandosi le simpatie di tutti.
Sul finire del 1836, per ordine dei superiori si trasferì ad Eggenburg, dove il 19 marzo 1837 ricevette l’abito religioso, compì il noviziato, emise i voti il 18 marzo del 1840 nei quali perseverò fino alla morte. Fin dall’anno di prova si comportò in maniera tale che tutti i compagni lo riconoscevano avanzato nelle virtù e il Ven. Servo di Dio Giuseppe Passerat, lo guardava con ammirazione.
La qualità più grande di Battista era la sua semplicità, unita ad un amore immenso per Dio e per il prossimo. Infatti si era allontanato dalle cose di questo mondo, temendo che l’anima vi si disperdesse, mentre egli doveva pensare a vivere solo in Dio. Il suo aspetto era quello dei santi: dal viso, dalle parole, da tutto il corpo emanava un’innocenza verginale; aveva sempre gli occhi rivolti in basso e pregava ininterrottamente. Non beveva mai vino, mangiava poco, vegliava e si flagellava. Mostrava amore per i confratelli, rispetto per i superiori; riteneva una gioia servire tutti e non permise mai di essere servito dagli altri.
La sua santità si espresse particolarmente in un amore ardente per il SS. Sacramento; di primo mattino, di giorno e a notte fonda passava ore intere davanti al tabernacolo con tale compostezza ed intensità che sembrava essersi spogliato della natura umana per indossare quella degli angeli, talmente la presenza di Dio entrava in lui.
Si accostava all’Eucaristia non solo nei giorni fissati dalla Regola, ma gustava la dolcezza del pane degli angeli ogni volta che era possibile. Così arrivò alla vecchiaia. Dopo aver tenacemente lavorato, contrasse una malattia ai piedi che non gli consentiva di stare in piedi; la sopportò per quasi sei anni con animo sereno e lieto; anzi, cosa straordinaria, pregava e lavorava in ginocchio.
Negli ultimi anni di vita alle sofferenze fisiche si aggiunsero gli assalti dei demoni: la sua anima fu tormentata da dubbi, la mente era avvolta dal buio, la speranza messa alla prova da tentazioni continue. Ma l’aiuto della Vergine non gli mancò: fiducioso in Lei, sano e salvo raggiunse la vita eterna il 3 novembre del 1883.