Lunedì santo
2. I GIORNI DELLA PASSIONE DI GESÙ
Scrive saggiamente un dotto autore che nulla ci svela i tesori di grazia racchiusi nella passione di Gesù Cristo meglio del racconto evangelico. E’ necessario che il credente mediti sulla narrazione che ne fanno i santi Vangeli…
… e veda con occhio cristiano tutto quello che il Salvatore ha sofferto nei luoghi principali della sua passione, cioè nell’orto degli ulivi, nella città di Gerusalemme e sul monte Calvario: basta soltanto questo per accenderlo nel divino amore.
Esistono molti libri di meditazione sulla passione, buoni e interessanti, scritti da autori devoti. Ma certamente ad un cristiano fa più impressione una sola parola della sacra Scrittura, che cento e mille contemplazioni e rivelazioni, scritte o fatte ad alcune persone devote, poiché tutto ciò che racconta e attesta la Scrittura, è certo e di fede divina.
Per questo, a beneficio e consolazione delle anime innamorate di Gesù Cristo, io qui ho voluto mettere in ordine e riferire semplicemente (aggiungendovi solo alcune brevi riflessioni e affetti) quello che sulla passione ci dicono gli evangelisti, i quali ci forniscono materia sufficiente per meditare cento e mille anni, e per infiammarci di santa carità verso il nostro amantissimo Redentore.
Come è possibile, mi domando, che una persona di fede, considerando i dolori e le ignominie sofferte da Gesù, non arda di amore per lui e non concepisca forti decisioni di farsi santa, per non essere ingrata verso un Dio che tanto ci ama? Ci vuole fede. Senza di essa, chi mai potrebbe credere quello che in verità ha fatto Dio per amore nostro? Spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo (Fil 2,7). Nel vedere Gesù nato in una stalla, chi mai potrebbe credere che egli sia lo stesso che viene adorato dagli angeli in cielo? Chi lo vede andare fuggiasco in Egitto per salvarsi da Erode, come potrebbe credere che egli è l’onnipotente? Chi lo vede agonizzare per la tristezza nell’orto degli Ulivi, come potrebbe crederlo felicissimo? E nel vederlo legato alla colonna o appeso su di un patibolo, come è possibile crederlo Signore dell’universo? […]
Solo la fede ci svela chi è Gesù Cristo, chi è quest’uomo che appare debole come tutti gli altri uomini. Il Verbo si fece carne (Gv 1,14). San Giovanni attesta che egli è il Verbo eterno, è l’Unigenito di Dio. E quale vita condusse in terra quest’Uomo Dio? Ce lo riferisce il profeta Isaia: Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori… (Is 53,3). Gesù fu l’uomo dei dolori e dei disprezzi: il più disprezzato e maltrattato, come se fosse l’ultimo e il più vile degli uomini! Un Dio legato da sbirri come un malfattore; un Dio flagellato come uno schiavo; un Dio trattato da re di burla; un Dio che muore appeso ad un legno infame! Quanta impressione dovrebbero fare questi prodigi in chi crede!
da Considerazioni ed affetti sopra la Passione – Introduzione.