Fratello Domenico Gioia (1895-1968) – Italia.
Il 22 ottobre 1968 all’età di anni 73, di cui 49 di professione religiosa, è volato al cielo il Fratello Domenico Gioia, ricco di meriti per la sua vita religiosa e per la sua laboriosità nelle diverse Case di assegno.
Era nato a Tursi il 25 aprile 1895; ed era professo dal 10 aprile 1919. È deceduto a Napoli nell’ospedale Cardarelli, ma è stato sepolto a Pagani.
Lo abbiamo visto nelle nostre Comunità lavorare sempre come sarto e particolarmente come sacrista. La sua assiduità, vigilanza, devozione e spirito religioso per il decoro del luogo santo, per la conservazione degli oggetti sacri e per lo splendore del culto, si può dire siano state virtù caratteristiche del buon Fratello.
Anche tra le malattie dell’età fu sempre coerente a se stesso nel compimento di tale ufficio. Particolarmente qui a Pagani, dove è stato in questi ultimi quindici anni, ha dato esemplarità di queste sue virtù.
Visse sempre contento della sua vocazione, e cercò di essere vero figlio della Congregazione, esercitando le virtù dei buoni Fratelli; nutrì filiale affetto e fu geloso custode della tomba del N. Padre S. Alfonso: nelle ultime ore della sua agonia non ha fatto altro che invocarlo, ripetendo: «S. Alfonso mi deve aiutare!».
P. Vineenzo Carioti
Superiore Provinciale
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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985
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Altro profilo
Fratello Domenico Gioia
di Leonardo e Marianna Nesta.
Nato a Tursi (Arcidioc:-Anglona Prov. di Matera) il 25.4.895 = Prof. 10.12.1919 = + Ospedale Cardarelli 22.10.1968 — Residenza Pagani.
- Nel 1919 è postulante a Teano e nel 1913 a Lettere, ove il 1° maggio fa la Vestizione e primo Noviziato col Fr. Alfonso Esposito e Salvatore D. R.
- Nel 1924 ad Avellino (con Fr. Alfonso Astuti)
- nel 1927 a S. Andrea I. (coi Fratelli Carmine, Luca, Clemente).
- Nel 1930 a Teano (con Fr. Francesco A. e Saverio).
- Nel 1948 a Marianella (col Fr. Francesco Castiglione).
- Nel 1955 a Tropea (col Fr. Rosario D’Uva).
- nel 1960 a Pagani con fiorente Comunità di fratelli (ove fu sepolto).
Fratello utile a tutti per il suo mestiere di sarto, offrendosi per ogni accomodo.
Guardarobiere ordinato e molto ricercato per la pulizia. Educato nel parlare. Si adattava a suonare l’armonium ed era molto utile nella nostra Missione ad insegnare tante canzoncine spirituali; come ha fatto quando è venuto con me.
Anche nelle Novene diverse, alla chiesa campestre di S. Antonio a Loreto la mattina presto prima delle ore 5, andavamo per la santa Messa, litanie e funzioni varie: di Natale, Immacolata, dei Morti ecc.
L’ho visto l’ultima sera all’ospedale, mi stringeva la mano come di un amico fraterno: “Oh come sono contento di rivederci!..” La mattina dopo era già volato al Cielo!…
I medici, che fino alla sera avanti ci toglievano ogni preoccupazione con le solite affermazioni “Tutto bene!..” Quella mattina dissero tutti nella stessa maniera diversa: “Non doveva morire”.
Ironia della vita mondana che non sa guardare verso il Cielo!.. Forse altri potranno aggiungere tante notizie di questo caro Fratello, che mi è stato sempre vicino e sempre da me ammirato per la sua carità operosa e generosa.
Coi forestieri poi era molto educato e sapeva rispondere con rispetto e fraterna cortesia da destare la nostra ammirazione e simpatia comune.
Ha dato il meglio di se stesso.
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da Ricordo di fraterni amici
del P. Francesco Santoli
Tipolitografia Irpina, Lioni 1980
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