P. Vincenzo Antonio Giattini (1752-1827). – Italia.
P. Vincenzo Antonio Giattini (1752-1827).
Nacque a Menfi in Sicilia nel 1752.
Il 4 ottobre 1813 fu a Materdomini come Visitatore. Occupò le alte cariche di Consultore e Procuratore Generale, e fu Postulatore della causa di Beatificazione di S. Alfonso.
Uscito il decreto sulla revisione e sull’ approvazione degli scritti di S. Alfonso, con data del 14 maggio 1803 dalla Congregazione dei Riti, e confermato dal Papa il 18 maggio 1803, il postulatore Giattini lo comunica al Rettor Maggiore Blasucci:
«Il decreto fu approvato ad unanimità di voti e senza alcuna discussione, poiché il rapporto dei revisori, pieno d’ elogi, non conteneva nessuna censura.
Da quel che ho potuto capire, benché l’ esame sia segreto, il nostro Venerabile sarebbe stato considerato come antiprobabilista in pratica, devoto del suo ascetismo, fermo nelle sue opere dogmatiche.
Le sue lettere, si dice, formano un corpo di dottrina degno di esser dato alle stampe. Il revisore stesso, che io non conosco, mi ha mandato a dire che sarebbe un peccato lasciar sepolto un siffatto tesoro.
I Cardinali, quando feci loro la mia visita di ringraziamento, mi hanno detto che non avevano potuto dare che un voto favorevole dopo il rapporto più che encomiastico del revisore, ed il plauso col quale tutte le nazioni accoglievano le opere del Venerabile Liguori».
Morì di anni 72 con i Sacramenti. (Berth. 1168.) nella casa di Pagani il 1° aprile dell’ anno 1827, essendo nato il 12 dicembre 1752.
Era pronipote di Sergio Polemone, ateniese, Consigliere presso i Reali Don Fernando e Donna Isabella di Spagna (1452-1516) al quale fu dato il privilegio de la Villa de Jacten, titolo trasmissibile e col Seicento sicilianamente degenerato in «Giattini» per lo stanziarsi appunto di un ramo nella vicina Castelvetrano.
I suoi fratelli furono ambasciatori, giudici di corte pontificia, protonotari ecc.
Fu ordinato sacerdote nel 1775. Entrò in Congregazione il 1777. Nel 1793 il Rettore Maggiore Blasucci lo chiamò a Napoli e lo destinò a Roma quale Postulatore e il 6 marzo 1802 il processo fu introdotto nella Congregazione dei Sacri Riti, difensore Avv. Mons. Giacinto Amici.
Il 6 settembre 1816 scrisse la Vita del B. Alfonso. Pio VII gli assegnò per residenza la Casa di S. Maria in Monterone. Predicò spesso in Vaticano. Tenne rapporti fraterni col dotto Mons. Amici. Fu caro a Pio VII che lo chiamava confidenzialmente «il mio don Vincenzo». (Period. di Uditore- 1936).
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte del P. S. Schiavone
– vol.1 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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