15. Gesù soffrì per amore nostro
Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto (Lc 12,50). Gesù soffrì fin da bambino, e soffrì tutto per nostro amore. In tutta la sua vita egli non ebbe altro interesse, dopo la gloria di Dio, che la nostra salvezza. Egli, come Figlio di Dio, non aveva bisogno di patire per meritare il paradiso: quanto soffrì di pene, di povertà e di ignominie, tutto lo sopportò per meritare a noi la salvezza eterna.
Anzi, potendo salvarci senza patire, volle vivere una vita piena di dolori, povera, disprezzata e priva di ogni sollievo, e fare una morte la più desolata e amara che abbia mai fatta alcun martire o penitente, solo per farci capire la grandezza dell’amore che ci portava e per guadagnarsi il nostro affetto.
Egli visse 33 anni, sospirando che giungesse l’ora del suo supremo sacrificio, che egli offriva per noi, per ottenerci la grazia divina e la gloria eterna, al fine di averci sempre con sé in paradiso: Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! (Lc 12,50). Desiderava di essere battezzato con il suo stesso sangue, per lavare non i propri peccati, essendo egli innocente e santo, ma i peccati degli uomini, che tanto amava: Ci ha amati e ci ha purificati nel suo sangue (Ap 1,5 Vg).
O eccesso dell’amore di Dio, che neppure gli angeli giungeranno mai a comprendere e a lodare quanto basta! Giacomo da Milano, nel considerare la grande ingratitudine degli uomini all’amore di Dio, piangeva esclamando: “E’ incomprensibile che i cuori degli uomini non si spezzino d’amore per te!” Fa meraviglia vedere un Dio patire tante pene, piangere in una stalla, povero in una bottega, esangue su di una croce, insomma afflitto e tribolato tutta la vita per amore degli uomini; e poi vedere gli uomini anziché ardere di amore per un Dio così amoroso, hanno il coraggio di disprezzare il suo amore e la sua grazia. Oh, come è possibile che un Dio si sia ridotto a patire tanto per gli uomini e che, all’incontro, vi siano uomini che lo offendono e non lo amano?
Preghiera
Mio amato Redentore, tra questi ingrati, che hanno pagato con disgusti e disprezzi il tuo immenso amore, i tuoi dolori e la tua morte, ci sono anch’io. Mio caro Gesù, nel vedere le ingratitudini che io avrei avuto nei tuoi confronti, come hai potuto amarmi tanto e accettare di patire tanti disprezzi e pene per me? Tuttavia non voglio disperarmi. Il male è già fatto. Signor mio, dammi ora quel dolore che tu mi hai meritato con le tue lacrime, un dolore eguale alla mia iniquità.
Cuore amoroso del mio Salvatore, un tempo afflitto e desolato per amor mio ed ora tutto ardente di amore per me, deh trasforma il mio cuore. Dammi un cuore che compensi i dispiaceri che ti ho dato con un amore pari alla mia ingratitudine. Ora sento in me un grande desiderio di amarti. Ti ringrazio, perché vedo che la tua pietà mi ha già cambiato il cuore.
Odio e detesto sopra ogni male gli affronti che ti ho fatto. Ora stimo la tua amicizia più di ogni ricchezza e di ogni regno, e desidero compiacerti più che posso. Ti amo, amabile Dio; ma il mio amore è troppo scarso: accrescilo, dammi più amore. Aiutami a corrispondere con un amore assai più grande all’amor tuo che, al posto dei castighi da me meritati, mi ha colmato di tanti speciali favori. O sommo bene, non permettere che io viva ancora ingrato a tante tue grazie. “Che io muoia per amore dell’amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell’amor mio”, ti dico con san Francesco.
Maria speranza mia, aiutami, prega Gesù per me.
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da Novena del Santo Natale, Avvento, 13