3. Gesù nostro avvocato presso il Padre
Abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto (1 Gv).
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati (1Gv 2,1-2).
Gesù con la sua morte non smise di intercedere per noi presso l’eterno Padre. Anche al presente egli è il nostro avvocato e, come dice l’Apostolo, pare che in cielo non abbia altro compito che quello di indurre il Padre a usarci misericordia: Egli infatti è sempre vivo per intercedere a nostro favore (Eb 7,25).
L’Apostolo aggiunge che il Salvatore è asceso al cielo per comparire al cospetto di Dio in nostro favore (Eb 9,24). I ribelli sono scacciati dalla faccia del re: così noi peccatori non saremmo stati più degni di essere ammessi al cospetto di Dio, neppure per chiedergli perdono.
Ma Gesù, nostro Redentore, si presenta per noi davanti al Padre e, con i suoi meriti, ci ottiene la grazia da noi perduta. Vi siete accostati… al mediatore Gesù e al sangue dell’aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele (Eb 12,22-24). Il sangue del Redentore implora per noi la divina misericordia molto meglio di quanto il sangue di Abele implorava il castigo contro Caino.
“La mia giustizia, disse Dio a santa Maria Maddalena de’ Pazzi, si è trasformata in clemenza in seguito alla morte innocente di Gesù. Il sangue del Figlio mio ora non chiede vendetta, come il sangue di Abele, ma solo misericordia e pietà. Alla sua voce, la mia giustizia non può non restare placata. Il suo sangue impedisce alla mia giustizia di prendersi, per così dire, la vendetta per i peccati che prima si prendeva”.
Non dimenticare il beneficio ricevuto dal tuo mallevadore (Sir 29,20 Vg). Gesù mio, dopo i miei peccati io ero incapace di placare la giustizia divina, e tu l’hai placata per me con la tua morte. Quale ingratitudine sarebbe la mia, se mi scordassi di questa tua misericordia! Non voglio dimenticarmene mai, anzi voglio sempre ringraziarti ed esserti grato, amandoti e facendo la tua volontà. Soccorrimi con la grazia, che mi hai meritato con tanto dolore. Ti amo, Gesù, speranza mia.
(da L’Amore delle Anime, XIV,2).