30. GESÙ LEGATO E CONDOTTO DA CAIFA
I. Il nostro Salvatore a mani legate viene condotto prima alla casa di Anna, poi a quella di Caifa. Qui Gesù, interrogato da quel maligno sui suoi discepoli e sulla sua dottrina, rispose che non aveva parlato in segreto, ma in pubblico, e che gli stessi che gli stavano intorno sapevano bene ciò che aveva insegnato: Ho parlato apertamente…; ecco essi sanno che cosa ho detto (Gv 18,20-21).
A questa risposta una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: Così rispondi al sommo sacerdote? (ivi, 22). A questo punto san Giovanni Crisostomo esclama: “Inorridisci, cielo; trema, o terra, di fronte alla pazienza del Signore e al delitto del servo!”
Gesù mio, una risposta giusta e semplice come la tua meritava forse un affronto così grande alla presenza di tanta gente? L’indegno pontefice, invece di riprendere l’insolenza della sua guardia, la loda, o almeno l’approva con cenni. E tu, Signore mio, soffri tutto per riparare gli affronti che io misero ho fatto alla maestà divina con i miei peccati. Gesù mio, te ne ringrazio. Eterno Padre, perdonami per i meriti di Gesù.
II. Poi l’iniquo pontefice lo interrogò se egli era veramente il Figlio di Dio: Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio (Mt 26,63). Gesù, per rispetto del nome di Dio, disse che ciò era vero. Allora Caifa, stracciandosi le vesti, esclamò che egli aveva bestemmiato. Tutti allora gridarono: E’ reo di morte! (Mt 26,66). […]
Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono (Mt 26,67). Dopo averlo dichiarato reo di morte e destinato al supplizio come un infame, quella canaglia si mise a maltrattarlo per tutta la notte con percosse, schiaffi, calci, con strappi alla barba e, sputandogli in faccia, lo prendevano in giro come un falso profeta, dicendogli: Indovina, Cristo! Chi ti ha percosso? (ivi, 68). […]
Gli sputavano in faccia. Quale affronto è più offensivo dello sputo? “Ricevere uno sputo è tra le ingiurie più gravi”, scrive Origene. Di solito si sputa nei luoghi più sporchi. E Gesù sopporta di farsi sputare in faccia! Questi iniqui lo maltrattano con schiaffi e con calci, lo ingiuriano, gli sputano in faccia, fanno quello che vogliono di lui: e lui non li minaccia, non li rimprovera! Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia (1Pt 2,23). Come un agnello innocente, umile e mansueto, egli soffre tutto senza neppure lamentarsi, offrendo tutto al Padre per ottenere a noi il perdono dei nostri peccati: Era come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca (Is 53,7). […]
Mio vituperato Signore, tu sei il re del cielo, il Figlio dell’ Altissimo: non meriti di essere maltrattato e vilipeso, ma di essere adorato e amato da tutte le creature. Io ti adoro, ti benedico e ti ringrazio. Ti amo con tutto il cuore e mi pento di averti offeso. Aiutami, abbi pietà di me. (Amore delle Anime, VII,3-6)