18 gennaio
“Colui che stima disonore il perdonare; colui che non pensa ad altro che a fare una vita deliziosa, cercando di contentare i suoi sensi senza riserba, e stima infelici coloro che si privano dei piaceri terreni e mortificano la loro carne; colui che per umani rispetti e per non ricevere qualche derisione dagli altri lascia le sue devozioni, lascia la frequenza dei sacramenti, lascia il ritiramento e si dissipa nelle conversazioni, nei conviti, nei teatri; costui non può dirsi che ha vera fede”. (S. Alfonso, in Evidenza della fede, cap. 9)
- Riflettiamo sulla testimonianza di vita di S. Clemente, il quale, in paesi dove la fede era aspramente combattuta, seppe non solo conservarla forte e salda in sé ma diffonderla ed irradiarla intorno a beneficio degli altri. Di tutto ciò che soffrì a causa della sua fede mai si lamentò, ma pregava piuttosto il Signore: “O Dio, ci affliggano pure le malattie, ci consumino i dispiaceri, ci opprimano gli infortuni; ma lasciateci la nostra santa fede: perché ricchi di questo dono prezioso, volentieri sopporteremo ogni dolore e niente potrà alterare la nostra felicità».
(da “Spigolature“, a cura di P. Pompeo Franciosa 1987)
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