40 – Il servo di Dio P. Franz Seraph Kosmaček
di P. Claudio Benedetti, 1903 – traduzione di P. Antonio Panariello, 1998.
Le date ufficiali
dal Catalogus Sodalium.
- Nascita = 27-ott-1799
- Morte = 05-mag-1860
- Professione = 02-ago-1821
- Sacerdote = 18-ott-1822
Il profilo (le date sono state conformate a quelle ufficiali)
Il servo Francesco Kosmacek, nacque il 27 ottobre1799, a Pilgrem, città boema abbastanza nota della diocesi di Budweis, e subito dimostrò un’indole eccellente, propensa alla pietà e agli studi letterari. Durante la fanciullezza e l’adolescenza col suo impegno riuscì a superare i coetanei per cultura e correttezza.
Terminato il corso di filosofia, decise di darsi alla medicina. Intanto venne a sapere che Giovanni Madlener, nativo della Boemia, che prima aveva aderito a vaneggiamenti filosofici, aveva rigettato gli errori e, per conseguire la cristiana perfezione, era entrato nella Congregazione del SS. Redentore. Ne fu talmente scosso che si recò a Vienna solo per vederlo e parlargli. Appena vi arrivò, con Giovanni si recò nella chiesa delle monache di Santa Orsola. Qui, visti i giovani studenti che partecipavano con devozione alla S. Messa, ne restò grandemente ammirato, non avendo mai visto niente di simile a Praga.
Nel vedere il citato Giovanni, che poco prima aderiva al panteismo, recitare il Santo Rosario sotto gli occhi di tutti, rimase di stucco e cambiò. Quindi, su consiglio dello stesso Giovanni, conobbe S. Clemente ed entrò anche lui nella nostra Congregazione nel 1820. Terminato felicemente il noviziato, professò i voti religiosi nel 1821 e un anno dopo celebrò la prima Messa.
Da quel momento si consacrò alla gloria di Dio e al bene del prossimo. Accettava ogni incarico, svolgeva quanto richiedeva il suo ministero sacerdotale. Il suo impegno giornaliero era: promuovere il culto di Dio; rivolgere al popolo le catechesi sulle verità della fede cattolica; amministrare i sacramenti; educare alle folle degli operai.
Si distinse in particolare nelle missioni predicate nella Stiria. Non è facile immaginare quante sofferenze gli costavano le strade, il caldo, il freddo, le piogge, la fame e la sete… ma ne venivano frutti abbondanti.
Nella città di Frohnleiten fu ostruita un nuova Casa cui era annessa la cura delle anime e ne fu superiore. Qui istituì gli esercizi spirituali, assai proficui; diffuse tra la gente la passione per la fede, si dedicò con slancio alla istruzione cristiana dei bambini.
Con molto frutto resse a Vienna la chiesa Maria am Gestade, di cui nel 1830 fu nominato responsabile. Prese parte al Capitolo dell’Istituto riunito a Pagani.
Essendo sorti dei dissidi tra i Padri e le autorità della città di Innsbruck, per ordine dei superiori accettò il governo di quella Casa e si comportò con tanta prudenza che le autorità della città non solo superarono ogni disaccordo, ma donaronola Casaai nostri, che pur avevano deciso di licenziare, e la ingrandirono anche.
Per i sei anni che trascorse a Innsbruck il P. Kosmacek ora con le prediche, ora con le confessioni si procurò una tale fama che e il popolo e i nobili facevano a gara per accorrere da lui.
Quando al Fondatore S. Alfonso furono concessi gli onori degli altari andò a Roma e prese parte al rito della canonizzazione. Ritornato a Vienna, accettò il superiorato di quella Casa; ma nel 1848, scoppiata una rivolta, con la forza fu cacciato dalla città insieme ai suoi compagni mentre celebrava i sacri riti.
Ma poco, restaurato l’ordine pubblico, riprese il suo posto e di là con le sante missioni attraversò la Boemia, la Moravia e la Slesia, lasciando dovunque il ricordo della sua santità, ancora vivo oggi.
Poi insieme al Vicario Generale P. Rodolfo Smetana, di cui fu nominato consigliere, si stabilì a Coblenza, da dove si recò a Roma e dopo un anno mandato a reggere la casa di Leoben. Nonostante tutte queste responsabilità perseguì la santità come se nessun incarico lo distogliesse da essa.
Consapevole che le forze gli venivano meno, con il permesso dei superiori, ritornò a Vienna, nella chiesa Maria am Gestade, per rivolgere ogni sua attenzione al bene supremo della vita eterna. Alla fine munito dei sacramenti della Chiesa, fiducioso nella protezione della Beata Vergine al cui patrocinio s’era sempre affidato, si addormentò in Cristo il 5 maggio 1860.
E poiché il giusto sarà sempre ricordato, i posteri raccolsero la fama delle sue virtù e la conservano intatta.