Fra Benvenuto il bestemmiatore

Il cammino del vescovo Alfonso Maria de Liguori: 1762-1775.
25.
“Fra Benvenuto”, il bestemmiatore “.

“Fra Benvenuto”, il bestemmiatore.
La bestemmia, che serpeggiava insidiosa tra gli operai come una epidemia, faceva rabbrividire S. Alfonso più che ogni altra colpa.
Nel suo zelo per la divina gloria e l’osservanza del secondo punto del decalogo avrebbe posto a certe bocche intartarite un lucchetto o una museruola.
Diceva che il bestemmiatore non differisce che nella pena da un dannato. Tuonava dal pulpito con la veemenza di S. Bernardino; chiamava nell’episcopio gl’inveterati e li ammoniva paternamente per svellere quel vizio più diabolico che umano. Con la sua sensibilità e responsabilità morale combatteva irresistibilmente ogni truculenta escandescenza per redimere le anime da quell’indubbio indice di civiltà arretrata.

Vi era un trainiere che per soprannome tutti chiamavano Fra Benvenuto, essendo stato nella giovane età novizio cappuccino.
Espulso dal convento pel carattere strampalato divenne nella maturità un bestemmiatore scatenato. Il vescovo non riusciva ad acchiappare quel tanghero, che anche invitato si teneva a debita distanza, prevedendone i fulmini. “Io in episcopio?… Neanche morto”.
Il Santo imbastì un piano per farvelo cadere come un merlo. Incaricò Alessio di comunicare una imbasciata a Fra Benvenuto così concepita: Sua Eccellenza brama sapere i prezzi correnti del grano dal momento che vi recate spesso ai mercati.
Con la prospettiva di qualche ricompensa lucrosa non ci pensò due volte a varcare la soglia che tanto odiava.
Monsignore appena lo vide esclamò: “Io non cerco prezzi di grano, ma cerco voi; sento che non vi è Santo che non lasciate”.
Dopo questo esordio ex abrupto lo minacciò che se non cambiava il suo linguaggio grossolano e sudicio, l’avrebbe mandato al tavolaccio della prigione. “Mi spiego, in galera, come stabiliscono le prammatiche regie”.
L’energumeno si morse la lingua atterrito: andare a finire nella buia torre di Montesarchio o di Montefusco non era un passatempo delizioso!
Rientrò in se stesso e a furia di digrignare i denti nella rabbia o di prendersela con il diavolo cornuto riuscì a compiere la pulizia linguistica.
In seguito imbattendosi in Alessio, Fra Benvenuto con un furbo risolino domandava se Monsignore lo desiderasse nuovamente per i prezzi del grano.
Perseverò nel bene e morì rassegnato con la preghiera sulle labbra.

(Oreste Gregorio in Monsignore si diverte, p. 83-84).

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Galleria di statue di S. Alfonso vescovo
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Statua di SAlfonso posta nel 1994 nel giardino nel College Marywood University (foto da internet).

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Immagine di una statua di S. Alfonso raccolta sul web.