P. Vincenzo Fajeldattilo (1835-1894) – Italia.
Il P. Vincenzo Fajeldattilo nacque il 27 gennaio 1835 a Celzi di Forino (AV) da Nicola e Silvia Gemelli; vestì l’abito della Congregazione il 29 gennaio 1860, professò il 21 novembre del 1860 a Ciorani nelle mani del P. Alessandro Ammirati. Ricevette gli Ordini minori dal vescovo di Gallipoli Valerio Laspro, il 27 novembre 1861, e fu ordinato sacerdote il 26 aprile 1863. Morì il 10 aprile 1894 a Pagani, dove quasi sicuramente è sepolto (occorrerebbe una ricerca nel locale cimitero).
Dalle carte conservate in Archivio, risulta che due sue sorelle e precisamente Carolina e Teresina erano suore nel convento di S. Teresa a Solofra rispettivamente col nome religioso di Maria Consolata e Maria Rosa.
Non ci sono rimasti scritti di lui, né si hanno notizie precise nel periodo che va dal 1866 (anno in cui l’Istituto fu soppresso ed i padri allontanati dalle loro residenze) al 1884, anno in cui era di stanza a Ciorani.
Dal 1887 dimorò a Pagani fino alla morte. Alle sue esequie parteciparono 15 sacerdoti, 5 monaci e 2 suddiaconi (nell’archivio si conserva la nota – spesa delle esequie con allegati i nomi dei padri e dei sacerdoti che vi parteciparono).
Alla sua morte i suoi beni furono consegnati dal superiore della casa di Pagani ai suoi familiari che ne rilasciarono ricevute (tuttora in archivio).
Altre notizie su D. Vincenzo Fajeldattilo ci sono pervenute attraverso una testimonianza del P. Tommaso Aquino che lo conobbe personalmente. Detta testimonianza ci è stata tramandata negli scritti del P. Schiavone, che citiamo integralmente:
«Nacque il 27 gennaio a Forino presso Avellino da nobile e ricca famiglia. Aveva suo padre valente notaio, e suo zio Procuratore generale in Napoli. Anche D. Vincenzo era notaio.
Professò il 21 novembre 1860 con grande consolazione dei genitori, perché da giovanetto faceva molto temere di sé, essendo molto sbrigliato e poco amante dello studio, ma nel Noviziato cangiò vita e meritò di essere ordinato sacerdote il dì 26 aprile, sacro alla Vergine SS.ma del Buon Consiglio nell’anno 1863. Fece poco il missionario.
Fu per circa 20 anni ammalato con un forte diabete che lo condusse alla tomba il 10 aprile 1894 a soli 59 anni di età.
Menò una vita sempre ritirata, raccolta e in preghiere; ed essendo molto ricco, come ho detto sopra, lasciò un buon Legato di Messe in perpetuo, nonché una grossa somma in denaro alla comunità come compenso delle spese fatte nella sua lunga infermità.
E’ stato sempre un padre edificante, rassegnato e studioso. Morì con tutti i conforti religiosi ed uniformato al divino volere, e ricco di meriti acquistati col martirio delle sue sofferenze. Fu esempio a tutti di pazienza».
P. Francesco Minervino
archivista
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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985