11. “A TE RICORRIAMO, ESULI FIGLI DI EVA”
Poveri noi, figli dell’infelice Eva, perciò colpevoli davanti a Dio della stessa colpa e condannati alla stessa pena, che andiamo errando in questa valle di lacrime, esuli dalla nostra patria, afflitti da tanti dolori nel corpo e nello spirito!
Ma beato chi, in mezzo a tali miserie, si rivolge spesso alla consolatrice del mondo, al rifugio dei miseri, alla grande Madre di Dio e con devozione la chiama e la prega! Beato l’uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte (Pr 8,34). Beato, dice Maria, chi ascolta i miei consigli e bussa continuamente alle porte della mia misericordia, invocando la mia intercessione e il mio soccorso!
La santa Chiesa insegna a noi suoi figli a fare continuo ricorso a questa nostra amorevole protettrice, ordinando per lei un culto tutto particolare: che nel corso dell’anno si celebrino molte feste in suo onore; che un giorno alla settimana sia consacrato alla venerazione di Maria; che ogni giorno nell’Ufficio divino gli ecclesiastici e i religiosi la invocano da parte di tutto il popolo cristiano; che tre volte al giorno al suono della campana i fedeli la salutano. Inoltre nelle pubbliche calamità la Chiesa vuole che si ricorra alla divina Madre con novene, preghiere, processioni e visite ai suoi santuari e alle sue immagini. Proprio questo desidera da noi Maria: di essere sempre invocata e implorata, non per mendicare da noi ossequi e onori, sempre scarsi rispetto al suo merito, ma perché, con il crescere della nostra confidenza e devozione, essa possa maggiormente soccorrerci e consolarci. […]
Rut, il cui nome vuol dire “colei che vede e si affretta”, fu figura di Maria. Dice Corrado di Sassonia: “Tale è Maria: lei vede la nostra miseria e s’affretta a soccorrerci con la sua misericordia”. […] Quando viene invocata, Maria vola in nostro aiuto. Lei è la donna dell’Apocalisse, di cui si dice: Furono date alla donna le due ali della grande aquila per volare nel deserto (Ap 12,14). Il beato Amedeo dice che queste ali d’aquila significano la rapidità con cui Maria soccorre sempre i suoi figli. […] La sua pietà e il suo amore per noi sono così grandi, che non aspetta le nostre preghiere per soccorrerci: Previene quelli che la desiderano, mostrandosi loro per prima (Sap 6,14 Vg). Eadmero applica a Maria queste parole della Sapienza, e dice che lei precorre in aiuto di chi desidera la sua protezione. Ciò significa che Maria ottiene da Dio molte grazie prima ancora che noi la preghiamo. […]
La grande pietà per le nostre miserie, che la spinge a compatirci e a sollevarci prima che noi ricorriamo a lei, Maria la manifestò alle nozze di Cana. Lei si accorse dello sgomento degli sposi, confusi nel veder mancare il vino durante il banchetto e, senza esserne stata richiesta, mossa soltanto dal suo cuore pietoso che non sa restare indifferente davanti alle afflizioni altrui, pregò il Figlio di consolarli esponendogli il loro bisogno: Non hanno più vino (Gv 2,3). Allora il Figlio, per consolare quella povera gente e soprattutto per accontentare il cuore compassionevole della Madre, fece il famoso miracolo di mutare l’acqua in vino. Se Maria è così pronta a soccorrere nelle necessità anche se non richiesta, tanto più sarà pronta ad aiutare e a consolare quando la invochiamo!
(da Le Glorie di Maria, Parte I, IV, 1).
Ogni giorno un’immagine di Maria